Ernst Lubitsch
Biografia • Sofisticate ironie su celluloide
Ernst Lubitsch nasce a Berlino il 28 gennaio del 1892. La sua famiglia di origini ebraiche appartiene alla piccola borghesia: il padre è un ben avviato sarto per donna. Sin da piccolo Ernst manifesta la sua passione per la recitazione, ma il padre non è molto incline ad assecondare la vocazione artistica del figlio. Così Ernst di giorno lavora presso la bottega paterna e di sera recita a teatro: ha appena sedici anni.
La vera svolta avviene quando incontra Max Reinhard che nel 1911 gli offre di entrare a far parte del suo famoso "Deutsches Theater". Per poter incrementare i propri guadagni, Ernst lavora contemporaneamente come tuttofare presso i Berlins Bioscopes studios. Il vero successo di pubblico arriva grazie al ruolo dell'ebreo Meyer, con il quale ridicolizza con sottile ironia i difetti degli ebrei.
La popolarità raggiunta con il personaggio di Meyer gli consente di cimentarsi nella realizzazione di alcune pellicole come regista. A questo periodo risalgono film muti come: "Gli occhi della mummia" con Paola Negri, "Anna Bolena" (1920) "Madame Dubarry" (1919), ma soprattutto "Theonis la donna dei faraoni" (1922). Il successo commerciale di quest'ultima pellicola è tale che Ernst Lubitsch riceve una chiamata dagli Stati Uniti. A sponsorizzarlo è l'attrice Mary Pickford che avrebbe tanto voluto essere diretta dal regista tedesco.
La scelta di partire o meno per l'America si rivela difficile da prendere, ma alla fine parte e dirige la Pickford in "Rosita" (1923). La lavorazione del film è resa complicata dai frequenti scontri proprio tra il regista e l'attrice, ma il successo al botteghino conferma la fama e il talento del regista tedesco.
La Warner Bros gli propone allora un contratto per la realizzazione di cinque pellicole. Lubitsch, pur essendo ancora titubante, decide di rimanere negli Stati Uniti, dove realizza una serie di film muti tra cui "Matrimonio in quattro" (1924), "La zarina" (1924) e "Il principe studente" (1927), elegante satira dei costumi nobiliari.
Con questi ultimi lavori inizia a delinearsi sempre più quello che in seguito verrà definito "Il tocco alla Lubitsch". Il regista tedesco realizza cioè di film appartenenti al cosiddetto genere della commedia sofisticata, in cui l'ironia dissacratoria nei confronti dei costumi e della società in cui il regista vive, viene presentata in maniera sempre elegante e sottile. Lubitsch capisce di dover prendere di mira la società in cui vive e lavora, vale a dire quella americana, fingendo di star parlando di altro, ecco perché comincia ad ambientare i suoi film in Europa.
Il successo è tale che le case di produzione, oltre alla direzione artistica dei suoi lavori, gli offrono anche la gestione della parte produttiva, conferendogli un potere allora impensabile all'interno delle rigide gerarchie di una casa di produzione cinematografica. Intanto Ernst Lubitsch passa dal muto al sonoro, realizzando film come "Montecarlo" (1930), "Mancia competente" (1932), "Se avessi un milione" (1932), "L'allegro tenente" (19311) e "Ninotchka" (1939). In quest'ultimo film recita la grande Greta Garbo la quale per la prima volta si ritrova in un ruolo comico, talmente inedito per lei che il film viene pubblicizzato come "quello in cui Greta Garbo sorride".
Sono questi ultimi film a confermare la bravura di Lubitsch che, quando si ritrova a dover descrivere il proprio famoso tocco, racconta sempre la storia di un tal berlinese. Questo signore, volendosi togliere la vita durante la guerra, compra una corda che, data la situazione, si rivela inadatta al suicidio. L'uomo comprende che quello è un segno del destino, un invito a continuare a vivere, entra così in un bar, beve un caffè di cattiva qualità, si ammala e muore. Questa storia secondo Ernst Lubitsch è emblematica del potere dell'ironia anche nelle situazioni più drammatiche; ed è questo potere che egli tenta di infondere ai propri film, riuscendoci perfettamente.
Il periodo americano lo vede sempre più immerso nel lavoro, con cura maniacale dei dettagli e della sceneggiatura. Realizza ancora "La vedova allegra" (1934), "L'ottava moglie di Barbablù" (1938), e "Vogliamo vivere" (1943), pungente satira contro il regime nazista di Hitler con protagonista Carole Lombard, che recita per l'ultima volta: l'attrice infatti muore di lì a poco in un incidente.
Ernst Lubitsch intanto comincia a soffrire di cuore e viene colpito da ben cinque attacchi. Nonostante la salute malferma lavora a quello che sarà il suo ultimo film: "La signora con l'ermellino", poi completato dal connazionale Otto Preminger. Poco prima di morire gli viene assegnato l'Oscar alla carriera. Ernst Lubitsch si spegne per un attacco di cuore, il sesto, il 30 novembre del 1947 a soli 56 anni.
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