Ray Bradbury
Biografia • Storie d'altri mondi
Ray Douglas Bradbury nasce il 22 agosto del 1920 a Waukegan, nell'Illinois, figlio di Esther, un'immigrata svedese, e Leonard, operaio: il suo secondo nome, Douglas, gli viene assegnato in onore dell'attore Douglas Fairbanks.
Dopo avere trascorso un'infanzia serena, nel 1926 Ray si sposta con il resto della famiglia a Tucson, in Arizona; a undici anni comincia a scrivere i suoi primi racconti. Nel 1934 i Bradbury si spostano a Los Angeles, con Leonard in cerca di lavoro: le condizioni economiche della famiglia sono tutt'altro che ottimali.
Alla fine, comunque, il padre di Ray riesce a trovare un impiego, e così i Bradbury decidono di rimanere definitivamente nella città degli angeli, stabilendosi nelle vicinanze dell'Uptown Theater, sulla Western Avenue: si tratta della struttura di riferimento della Fox e della MGM, e Ray ne approfitta ogni settimana per spiare film e trailer.
I primi scritti
Nel frattempo, Ray Bradbury coltiva la sua passione per la lettura: a dodici anni si dedica alla scrittura delle sue prime storie horror, nel tentativo di imitare uno dei suoi autori preferiti, Edgar Allan Poe; si appassiona, inoltre, alle opere di Edgar Rice Burroughs e di Jules Verne. I suoi sforzi vengono premiati: nel 1946, infatti, Bradbury riesce a pubblicare "La scampagnata d'un milione di anni".
Nel 1947 sposa Marguerite McClure, una ragazza di due anni più giovane di lui (che gli darà quattro figlie: Susan, Ramona, Bettina e Alexandra), mentre nel 1950 decide di raccogliere le sue "Cronache marziane" (titolo originale: "The Martian Chronicles") in un unico volume, che gli permette di arrivare al successo a soli trent'anni.
Nella storia della letteratura mondiale
Poco dopo, scrive l'antologia "Il gioco dei pianeti" e "Destinazione... Terra!" ("It Came from Outer Space"), ma soprattutto "Gli anni del rogo", romanzo breve che viene pubblicato sulla rivista "Galaxy Science Fiction" e che nel 1953 viene espanso diventando "Fahrenheit 451": un elogio alla lettura e alla letteratura ambientato in una società immaginaria e distopica.
Si tratta del libro che consacrerà Bradbury a fama perpetua, la storia di ribelli che si nascondono in una foresta per leggere e sottrarsi alla furia delle autorità impegnate a bruciare tutti i libri esistenti: un racconto che non nasconde una certa influenza del clima dell'epoca contraddistinto dal maccartismo americano, tra persecuzioni e perseguitati.
Gli anni '50
Gli anni Cinquanta si rivelano particolarmente prolifici per Ray Bradbury: al 1953 risale "Le auree mele del sole" ("The Golden Apples of the Sun"), mentre di due anni più tardi è "Paese d'ottobre" ("The October Country").
Il 24 maggio del 1956, a testimonianza della popolarità raggiunta, l'autore americano appare in una puntata (la trentacinquesima della sesta stagione) del famoso quiz "You Bet Your Life", condotto da Groucho Marx.
Nello stesso anno, si occupa di redigere la sceneggiatura di "Moby Dick", film diretto da John Huston e tratto dal romanzo omonimo di Herman Melville. Tra il 1957 e il 1959, invece, vedono la luce "L'estate incantata" ("Dandelion Wine") e l'antologia "La fine del principio" ("A Medicine for Melancholy").
Gli anni '60 e '70
Nel 1962 Bradbury scrive "Il popolo dell'autunno" ("Something Wicked This Way Comes"), prima di dedicarsi alle antologie "Le macchine della felicità" ("The Machineries of Joy") e "Il corpo elettrico" ("I Sing the Body Electric!"). Nel 1972 vengono dati alle stampe "Il meraviglioso vestito color panna e altre commedie" ("The Wonderful Ice Cream Suit and Other Plays") e "L'albero di Halloween" ("The Halloween Tree"). Dopo avere realizzato "Molto dopo mezzanotte" ("Long After Midnight"), nel 1979 Bradbury porta a termine l'adattamento teatrale di "Fahrenheit 451".
Gli anni '80
Nonostante il passare degli anni, la penna dello scrittore americano si conferma sempre produttiva: tra il 1983 e il 1985 vengono pubblicati "Dinosauri" ("Dinosaur Tales"), "34 Racconti" e "Morte a Venice" ("Death is a Lonely Business"). Nella seconda metà degli anni Ottanta, Bradbury dà alle stampe "Omicidi di annata", "Lo Zen nell'arte della scrittura" ("Zen in the Art of Writing") e "Viaggiatore nel tempo" ("The Toynbee Convector"), prima di scrivere "La follia è una bara di cristallo" ("A Graveyard for Lunatics").
In seguito, si dedica a "Verdi ombre, balena bianca" ("Green Shadow, White Whale") e a "I fiori di Marte" ("Quicker than the Eye").
Gli ultimi anni di vita
Nel 1999, l'autore statunitense è vittima di un infarto, dal quale si salva ma che lo costringe, da quel momento, a spostarsi su una sedia a rotelle. Nonostante questo, Ray Bradbury continua a scrivere: pubblica "Ahmed e le macchine dell'oblio" ("Ahmed and the Oblivion Machines"), "Ritornati dalla polvere" ("From the Dust Returned"), "Tangerine" ("One More for the Road") e "Constance contro tutti" ("Let's All Kill Constance").
Dopo avere scritto "Addio all'estate" ("Farewell Summer") e essere stato insignito dal sovrano del Regno di Redonda del titolo di Duca di Diente de Leòn, nel 2007 Ray Bradbury riceve in Francia l'onorificenza di Commendatore dell'Ordre des Arts et des Lettres.
Nel 2009 appare per l'ultima volta a un incontro di science fiction: da quel momento, decide di ritirarsi dalla vita pubblica, complice il passare inesorabile degli anni. Pur avendo sempre impedito la pubblicazione digitale delle sue opere, nel 2011 acconsente alla pubblicazione di "Fahrenheit 451" in formato elettronico.
Ray Bradbury muore a Los Angeles, nella villa in cui si era ritirato, il 5 giugno del 2012, all'età di novantuno anni, dopo avere completato la sua ultima opera: "Ora e per sempre" ("Now and Forever").
Curiosità
Un mese dopo la morte dello scrittore, il 6 agosto 2012 atterrò su Marte il rover Curiosity: pochi giorni più tardi, il 22 agosto, gli scienziati della NASA coinvolti nel progetto Mars Science Laboratory decisero di intitolare Bradbury Landing l'area marziana dell'atterraggio.
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