Renato Carosone
Biografia
Renato Carosone, all'anagrafe Carusone, nasce a Napoli il 3 gennaio 1920. Icona italiana nel mondo, è stato un cantautore straordinario. A cento anni dalla nascita, la Rai sceglie di rendergli omaggio con un film, Carosello Carosone. Scopriamo di più sulla vita di questo genio della musica.
Biografia di Renato Carosone: esordi di una stella musicale
I genitori Antonio e Carolina comprendono ben presto la passione per la musica del giovanissimo Renato, che sin da piccolo si esercita con il pianoforte della madre. Ella scompare quando il bambino ha solo 7 anni. Il padre lo spinge a studiare musica e a soli 14 anni Renato scrive la sua prima composizione per pianoforte. L'anno successivo viene scritturato dal teatrino dell'Opera dei Pupi, dove guadagna cinque lire a serata. A soli 17 anni riesce a diplomarsi in pianoforte presso il Conservatorio San Pietro a Majella. Viene così ingaggiato da una compagnia d'arte che si imbarca verso l'Africa Orientale Italiana.
L'esperienza in Nord Africa
In Eritrea viene accolto dal titolare di un ristorante-teatro, frequentato in gran parte da camionisti del nord Italia: è un pubblico che si rivela difficile per lui, poiché non comprende il dialetto napoletano. Dopo solo una settimana, la compagnia si scioglie e molti fanno ritorno in Italia. Tuttavia, Renato Carosone decide di proseguire verso la capitale Asmara, dove riprende a suonare il pianoforte. Qui si innamora di una delle ballerine più in vista, Italia Levidi: i due si sposano nel gennaio del 1938. Renato ha solo 18 anni.
L'esperienza africana non è ancora conclusa: Carosone si trasferisce ad Addis Abeba, dove lavora alcuni mesi come direttore d'orchestra; viene prontamente richiamato a causa dello scoppio della Prima Guerra Mondiale.
Renato Carosone: l'affermazione e i grandi successi
Durante il conflitto continua a intrattenere i soldati stanziati nella Somalia italiana grazie alle proprie abilità musicali. Nel luglio del 1946 torna in patria dopo aver acquisito esperienze e aver conosciuto persone da tutto il mondo: si tratta di un aspetto fondamentale per la formazione musicale di Renato.
Nel 1949 Carosone forma un trio per una serie di date a Napoli, nel nuovo locale Shaker Club. Il gruppo inizia a suonare e man mano che trascorrono le serate il neonato Trio Carosone acquisisce uno stile sempre più definito. Grazie all'incontro con Nino Oliviero, autore di grande successo, arriva la svolta professionale: nel 1950 riescono a incidere un 78 giri che contiene Oh Susanna: questo lavoro permette loro di approdare ai club più importanti dell'epoca.
Gli anni '50
I primi successi iniziano ad arrivare nel momento in cui il gruppo si allarga. L'olandese Peter Van Wood, chitarrista, lascia la formazione ma Carosone e Gegè (Gennaro Di Giacomo, batterista) scelgono di coinvolgere altri musicisti sino a giungere alla composizione più celebre, quella del Sestetto Carosone. Con questo nuovo schieramento il 3 gennaio del 1954 Carosone si presenta al pubblico italiano in televisione, dopo solo 4 ore di trasmissioni.
Il gruppo partecipa al Festival di Sanremo dello stesso anno, classificandosi al terzo posto con la canzone "... e la barca tornò sola", interpretata - come da costume dell'epoca - da Gino Latilla e Franco Ricci. Il vero exploit commerciale arriva con Maruzzella, composta da Carosone sempre nel 1954.
Altre canzoni destinate a segnare la musica italiana ed internazionale sono Anema e core e Malafemmena, resa celebre dalla voce di Totò. In quegli anni il gruppo si occupa della trasposizione del brano Limelight, tratto dalla colonna sonora di Luci della ribalta, per la regia di Charlie Chaplin. All'inaugurazione di un locale destinato a diventare simbolo della musica leggera italiana, la Bussola di Focette, Carosone è presente per tutta la stagione con alcuni dei suoi pezzi più famosi.
Tra i suoi brani più celebri, oltre a quelli sin qui citati vi sono: Torero, Caravan petrol, 'O sarracino, Pigliate 'na pastiglia.
L'incontro con Nisa
Nel momento in cui Carosone incontra in maniera del tutto casuale il paroliere Nisa (Nicola Salerno), la carriera del musicista fa un ulteriore balzo in avanti. È con Nisa che scrive una delle canzoni più straordinarie della musica italiana: Tu vuò fa' l'americano. Il musicista napoletano la arrangia con un mix swing e jazz in solo un quarto d'ora.
Tanti altri successi proiettano Carosone direttamente nei teatri e nei club più famosi di tutto il mondo, fino ad arrivare persino alla Carnegie Hall di New York. Qui il gruppo si esibisce il 6 gennaio del 1958. I riconoscimenti si susseguono copiosi: Renato Carosone diventa una vera star internazionale.
Il ritiro dalle scene e gli ultimi anni di vita
L'artista napoletano sceglie di ritirarsi al culmine del successo: è il 7 settembre 1959. Torna attivamente sulla scena musicale solo 15 anni più tardi, nell'agosto del 1975, sempre alla Bussola di Focette, per poi partecipare ad alcuni impegni internazionali di grandissimo rilievo.
Con il passare degli anni le apparizioni iniziano a farsi più rare: nel 1989 gareggia al Festival di Sanremo con 'Na canzuncella doce doce (arriva al 14° posto); in occasione del Capodanno del 1998 tiene il suo ultimo concerto pubblico, in Piazza del Plebiscito a Napoli.
Renato Carosone si spegne all'età di 81 anni il 20 maggio 2001 nella sua casa di Roma, dove si è ritirato dalle scene. Le sue canzoni sono considerate immortali e influenzano ancora oggi la musica moderna. Nel 2021 la Rai omaggia la memoria di questo grande artista con con un film tv intitolato Carosello Carosone (così si intitolano 7 suoi album), per la regia di Lucio Pellegrini, interpretato da Eduardo Scarpetta.
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