Eliška Junková
Biografia
Eliška Junková fu la prima donna a vincere una gara nella Formula Grand Prix.
Il vero nome di nascita della pilota automobilistica è Alžběta Pospíšilová; è nota anche con il nome di Elisabeth Junek.
Eliška Junková nasce a Olomouc (in Cecoslovacchia - oggi Repubblica ceca) il 16 novembre del 1900.
L'infanzia e il primo lavoro
Fu la sesta di otto figli: il padre era un fabbro. Nacque in Moravia, sotto il dominio dell'impero austro-ungarico. Il suo soprannome in tenera età era smíšek per il suo sorriso sempre presente sul viso.
Dopo la fine della prima guerra mondiale, quando la sua nativa Moravia entrò a far parte della nuova repubblica di Cecoslovacchia.
All'età di sedici anni trovò lavoro nella banca locale (Prague Credit Bank), nella filiale di Olomouc. Tra le sue competenze c'era quella di parlare più lingue, affinata dal suo desiderio di viaggiare il mondo. Qui incontrò il giovane banchiere Vincenc "Čeněk" Junek, di diversi anni più anziano di lei, che divenne il suo compagno.
Il suo lavoro la portò prima a Brno, poi a Praga, poi all'estero in Francia e Gibilterra. La burocrazia le impedì di viaggiare fino al Nord Africa, Londra o Ceylon, come era stata la sua intenzione originale. Tornò poi a Parigi per ricongiungersi al suo compagno: egli a quel tempo era diventato abbastanza ricco da assecondare le sue passioni automobilistiche.
In seguito Eliška disse:
"Se sarà l'amore della mia vita, è meglio che impari ad amare questi dannati motori".
La passione per le auto
Eliška infatti si innamorò presto del fascino delle auto sportive dell'epoca, in particolare le italiane Bugatti.
La coppia tornò a Praga nel 1922, dove la futura pilota prese lezioni di guida clandestina per ottenere la patente.
Nel frattempo, Čeněk aveva iniziato a correre sul serio: vinse la cronoscalata Zbraslav-Jíloviště nel 1922, l'anno in cui finalmente si sposarono.
Dopo il suo matrimonio con Vincenc, cambiò il suo nome di battesimo in Eliška ed il suo cognome in Junková (il femminile di Junek in ceco).
Nell'allora Cecoslovacchia Eliška fu tra le prime donne a ottenere una patente di guida.
La carriera di pilota
Nello stesso anno in cui si sposarono, il 1922, acquistarono una Mercedes e poi una Bugatti Type 30 che aveva già corso nel Gran Premio di Francia.
Inizialmente Eliška lavorò come meccanico nella scuderia del marito; poi purtroppo un infortunio occorso alla mano durante la guerra, influì sulla sua capacità di cambiare marcia. Ciò diede l'opportunità a Eliška di prendere il volante al posto del suo compagno.
La prima gara professionistica di Eliška Junková risale al 1923, con Čeněk al suo fianco. L'anno successivo corse da sola, vincendo la sua classe all'evento di cronoscalata Lochotín-Třemošná: l'evento la rese una celebrità nazionale.
Si classificò prima a Zbraslav-Jíloviště nel 1925: per festeggiare comprarono una seconda Bugatti. In questo periodo instaurò inoltre una stretta amicizia con Ettore Bugatti.
L'anno seguente cominciò a competere nelle gare automobilistiche di tutta Europa. La sua fama le fece guadagnare il soprannome di Regina del Volante; la stampa cominciò a chiamarla con il suo nome inglese, Elizabeth.
La sua carriera di pilota raggiunse l'apice nel 1928: in questo anno partecipò alla celebre Targa Florio su strada, in Sicilia. All'epoca era considerata la gara più difficile del mondo. Eliška Junková portò al traguardo la sua auto, una Bugatti T35B compiendo una vera impresa, di cui parleremo ancora tra poche righe.
Gli avversari
Durante la sua carriera di pilota corse e batté oltre 20 dei più famosi e forti piloti dell'epoca, inclusi Luigi Fagioli, René Dreyfus, Ernesto Maserati e Tazio Nuvolari.
Nel suo libro biografico "My Two Lives", René Dreyfus racconta di Eliška Junková e della sua impresa del 1928:
"La sua tenacia e determinazione erano notevoli. Per questo evento si è recata in Sicilia con una governante e un'auto come quella con cui avrebbe gareggiato, un mese intero prima della gara. Ha iniziato lentamente, un giro un giorno, due giri il successivo e così via - deve aver fatto trenta o quaranta giri in quella macchina. Conosceva il percorso meglio di chiunque altro. Ha davvero battuto la sua Bugatti; era un'auto molto usata il giorno della gara, ma naturalmente aveva pensato in anticipo e il team Bugatti arrivò con la nuova macchina che aveva ordinato, una T35B dipinta di nero e giallo e disposta per essere consegnata al campo. Era pronta con il suo piano. Nei primi giri di gara ha iniziato a spaventare gli altri piloti - essere battuti da una donna allora era impensabile - ed è rimasta in testa fino all'ultimo giro. Ciò che non aveva considerato in tutti i suoi accurati calcoli pre-gara e ciò che non poteva prevedere, era che problemi meccanici avrebbero potuto interferire con il suo piano. Quando lo fecero, fu costretta a ritirarsi. Tuttavia, è arrivata quinta - uno spettacolo fantastico. Nessuno dei presenti a quella Targa Florio, ha mai dimenticato quella formidabile Signora."
Lo stesso Vincenzo Florio si congratulò calorosamente con lei all'arrivo e, scusandosi con il vincitore - il francese Albert Divo, la definì la vincitrice morale della giornata.
La tragica morte del marito
Due mesi dopo la Targa Florio, tornò al Nürburgring, in Germania, per correre il Gran Premio di Germania: nella gara condivise la guida con il marito.
Al quinto giro cambiò guida e prese il volante Vincenc; egli si affrettò per recuperare il tempo perso in un cambio gomme. Ad una curva l'auto colpì una roccia e si ribaltò. Il marito venne sbalzato fuori dall'auto: morì poco dopo per un grave trauma cranico. Eliška Junková rimase devastata.
Smise di correre e vendette i suoi veicoli, tornando alla sua prima passione: i viaggi. Ettore Bugatti stesso le regalò una nuova auto da turismo per il suo viaggio a Ceylon; contemporaneamente la assunse per cercare nuove opportunità di affari in Asia.
Una nuova vita
Eliška ritrovò l'amore e poco dopo la seconda guerra mondiale sposò lo scrittore ceco Ladislav Khás. Dal 1948 al 1964, le autorità comuniste, disapprovando lo stile di vita alto e borghese che aveva sin lì vissuto, si rifiutarono di permetterle di viaggiare all'estero.
Nel 1969 tornò alla guida di un'auto in una manifestazione internazionale, partecipato al 40 ° anniversario del Bugatti Owners 'Club in Gran Bretagna.
Nel 1973 pubblicò la sua autobiografia Má Vzpomínka je Bugatti ("La mia memoria è Bugatti").
Nel 1989, all'età di 89 anni, partecipò a una riunione Bugatti negli Stati Uniti come ospite d'onore.
Eliška Junková morì a Praga il 5 gennaio 1994, all'età di 93 anni.
Nel 2020 Google l'ha celebrata con un doodle speciale.
Foto e immagini di Eliška Junková
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