Wanda Osiris
Biografia
Il vero nome di Wanda Osiris è Anna Maria Menzio, nata il 3 giugno del 1905 a Roma, figlia di un palafreniere del Re. Sin da bambina, la piccola Anna mostra un talento notevole nella musica e nel canto; dopo aver studiato violino, lascia la famiglia per assecondare la passione per il teatro e si trasferisce a Milano, dove nel 1923 esordisce al cinema Eden.
Durante il periodo fascista, il nome d'arte che nel frattempo ha acquisito, Wanda Osiris, viene italianizzato in Vanda Osiri secondo le direttive di Achille Starace. Scritturata da Macario nel 1937 per portare in scena "Piroscafo giallo", una delle prime commedie musicali del nostro Paese, appare in una gabbia d'oro l'anno successivo in "Aria di festa".
In "Tutte donne", del 1940, esce da un astuccio di profumo; quattro anni dopo a Roma, viene affiancata da Carlo Dapporto in "Che succede a Copacabana". Lo ritroverà anche ne "L'isola delle sirene", "La donna e il diavolo" e - a Milano dopo la Liberazione - nel Gran Varietà. Nel 1946, per la compagnia teatrale di Garinei e Giovannini appare in "Si stava meglio domani" e soprattutto in "Domani è sempre domenica": è, questa, la prima rivista italiana, in cui Wanda si mostra uscendo da una conchiglia come una Venere. Tra le sue canzoni più celebri di quel periodo si ricordano "Donna di cuori", "L'ultimo fiore", "Il mio saluto", "Prima luna" e "Ti porterò fortuna": le sue interpretazioni sono decisamente personali, complice il birignao a vocali estese.
Dopo aver conosciuto Gianni Agus, con il quale intraprende una relazione d'amore, diviene la regina assoluta dei salotti. Personaggio sorprendente, tra piume, capelli ossigenati, paillettes, tacchi, lusso e trucco rigorosamente ocra, Wanda odia gli uccelli e non sopporta il colore viola. A dispetto della sua eccentricità, è però una donna molto generosa, sia nella vita che sul palco. Fervente cattolica, diventa - senza volerlo - la prima icona gay in un'epoca in cui l'omosessualità va tenuta nascosta. Nei suoi spettacoli (in cui lavorano, tra gli altri, giovani alle prime armi come Alberto Lionello, Nino Manfredi ed Elio Pandolfi), la costante ricerca dello sfarzo e del bello si combina con un sapore hollywoodiano.
La Osiris non disdegna apparizioni cinematografiche (i lungometraggi più celebri sono "I pompieri di Viggiù", di Mario Mattoli, e "Carosello del varietà", di Aldo Bonaldi) e lavora, tra l'altro, con Alberto Sordi, Dorian Gray e il Quartetto Cetra in "Gran Baraonda", prima di tornare con Macario, nel 1954, in "Made in Italy".
L'accoppiata con Luchino Visconti per "Festival", del 1955, non si rivela fortunata: nello stesso anno, la Wandissima inciampa nel vestito di crinoline durante "La granduchessa e i camerieri", rivista in cui compare anche Gino Bramieri. Sempre con Bramieri, e con Raimondo Vianello, è interprete di "Okay fortuna".
Gli anni Sessanta sono quelli dell'oblio: dopo aver vestito i panni di una suocera in "Buonanotte Bettina", del 1963, al fianco di Alida Chelli e Walter Chiari, vede il proprio prestigio svanire a fronte della concorrenza della televisione, che fa sì che il varietà e la rivista finiscano progressivamente nel dimenticatoio.
Negli anni Settanta, dopo un'apparizione cinematografica in "Polvere di stelle", con Alberto Sordi e Monica Vitti, in cui interpreta sé stessa, recita in prosa, tra l'altro in "Nerone è morto?", per la regia di Aldo Trionfo, e prende parte alla serie tv di Eros Macchi "Il superspia".
Wanda muore all'età di 89 anni l'11 novembre nel 1994 a Milano, dove viveva con la figlia Cicci.
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