Andrei Chikatilo
Biografia • I comunisti mangiavano i bambini?
Le foto che si conoscono di lui non sono per niente rassicuranti. Evidentemente così voleva risultare alle sue povere vittime, adescate nelle maniere più affabili e gentili. Anche perché molte di esse altro non erano che poveri bambini indifesi. Purtroppo per loro, non potevano immaginare che il "bravo" signore che si trovavano di fronte sarebbe passato tristemente alla storia come uno di più mostruosi serial-killer conosciuti.
Nato in Ucraina il 16 ottobre 1936, figlio di contadini, Andrei Chikatilo cresce in un piccolo villaggio. Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, il padre viene catturato dai tedeschi: farà ritorno a casa solo molti anni più tardi. Della sua infanzia si sa comunque pochissimo e le domande che la medicina si fa su di lui ruotano come un disco impazzito alla ricerca di come una personalità così disturbata possa essersi originata.
L'unico appiglio è rappresentato dalla diceria secondo la quale Chikatilo sarebbe rimasto eccessivamente turbato dal racconto della morte di suo fratello Stepan, prima ucciso e poi mangiato dalla folla affamata, durante un episodio di grande carestia avvenuto nel 1930 in Ucraina. Nessun documento è riuscito però a provare l'esistenza del fantomatico fratello. Questa presunta tragedia, per lui reale, lo marcò profondamente e lo indusse probabilmente a credere di dovere espiare qualche colpa. Accanto a questo incubo famigliare, Andrei pativa una disfunzione sessuale che lo rese impotente.
Altri invece interpretano la sua vicenda come il prodotto malato della glasnost sovietica e del conseguente dissolvimento di ideali creduti da una vita (Chikatilo non disdegnava l'impegno politico, essendo membro attivo del partito comunista), come per esempio si evince dal recente film basato su di lui, il terrificante "Evilenko".
Ripercorrendo le tappe della sua vita troviamo sicuramente una serie di fallimenti che possono aver minato il fragile equilibrio psichico, ma che alla luce della razionalità non paiono così gravi.
Nel 1954 Andrei Chikatilo fa domanda per iscriversi alla facoltà di Legge dell'Università di Mosca ma non viene ammesso. Poi, trasferitosi in una piccola città a Nord di Rostov, trova lavoro come operatore telefonico ma la sua integrazione con i compaesani è faticosa e incerta. Eppure la sua immagine è irreprensibile, così come il suo ligio adattamento alla prassi del partito.
Nel 1963 sposa Fayina, amica della sorella Tatyana, da cui avrà due figli (nel 1965 Lyudmilla e nel 1969 Yuri). Nel 1971, dopo molti sacrifici, Chikatilo ottiene finalmente la laurea in Letteratura russa presso la Libera Università di Arte di Rostov e può cominciare così una più appagante carriera di insegnante.
Purtroppo i suoi rapporti con gli studenti si rivelano subito critici. È schernito dai sui stessi alunni, poco amato come capita a tanti insegnanti, ma niente farebbe supporre che dietro quella persona tutto sommato integrata, ci sia un omicida.
Eppure questo borghese anonimo e insignificante, nascosto fra le grigie pieghe della società in cui viveva, è stato un maniaco che ha ucciso più di cinquantadue persone, per lo più bambini, dopo averle seviziate e mutilate. In alcuni casi infieriva sulle sue vittime anche dopo la morte, con episodi di cannibalismo.
Fu condannato a morte e giustiziato a Mosca il 16 febbraio 1994.
Due istituti mentali chiesero il suo cadavere a titolo di studio, offrendo ingenti somme di denaro. Voci non confermate dicono che ora le sue spoglie riposino in qualche istituto per essere valutate dalla scienza.
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