Achille Occhetto
Biografia • Sinistre evoluzioni
Achille Occhetto nasce a Torino il giorno 3 marzo 1936. A lungo esponente del Pci (Partito Comunista Italiano), ne ha assunto la guida nel 1988. È stato principale autore della svolta della sinistra italiana che portò nel 1991 alla fondazione del Partito Democratico della Sinistra, di cui poi Occhetto sarebbe stato il primo segretario, fino al 1994.
Conseguita la maturità classica nel 1953 si impegna sin da giovanissimo in politica. È segretario della Federazione Giovanile Comunista Italiana dal 1963 al 1966; in seguito ottiene l'incarico di segretario regionale del PCI in Sicilia venendo eletto consigliere comunale di Palermo nel 1971. In questo periodo l'operato di Occhetto si distingue per la sua ferma lotta contro la mafia.
Nel 1986 è coordinatore nazionale del PCI; due anni dopo ne diviene segretario nazionale, succedendo ad Alessandro Natta. Durante il periodo in cui Occhetto è alla guida della sinistra italiana, il partito è testimone di fatti storici per i quali vi saranno sensibili conseguenze: il crollo del muro di Berlino e lo scioglimento dell'Unione Sovietica.
Considerata finita l'esperienza del comunismo in Italia come in Europa, Occhetto decide di sciogliere il PCI per fondare un nuovo movimento della sinistra progressista italiana: dopo aver a lungo meditato uno dei nomi probabili è "Comunità e Libertà" (un po' a imitazione del movimento "Comunione e Liberazione"), ma alla fine si chiamerà "Partito Democratico della Sinistra".
La svolta da PCI a PDS viene rifiutata da circa un terzo dei militanti comunisti che scindendosi danno vita al "Partito della Rifondazione Comunista"; Sergio Garavini è il primo segratario.
Alle elezioni politiche del 1994 Achille Occhetto è il leader della coalizione di sinistra, denominata "Alleanza dei Progressisti". Suo antagonista politico è Silvio Berlusconi, che guida l'allora nascente partito "Forza Italia" e il raggruppamento centrista che comprende l'ex Democrazia Cristiana (il "Patto per l'Italia") e il centrodestra ("Polo delle Libertà").
Il risultato elettorale è per Occhetto molto deludente: la vittoria del centrodestra lo spinge addirittura a lasciare la segreteria del partito.
Negli anni successivi, seppur senza ricoprire ruoli dirigenziali all'interno del PDS (nel 1998 il partitot cambierà nome in DS - Democratici di Sinistra), continua a occuparsi di politica.
Si allontana definitivamente dal partito nell'anno 2004, quando decide di aderire ad un progetto unitario con Antonio Di Pietro; i due danno vita alla lista "Di Pietro-Occhetto" che si presenta alle elezioni europee: la lista raccoglie il 2,1% dei consensi. Il risultato non è per nulla incoraggiante considerato che l'"Italia dei Valori", il movimento di Di Pietro, aveva precedentemente raggiunto risultati maggiori da solo.
Occhetto viene eletto deputato europeo lascia tuttavia l'incarico in favore di Giulietto Chiesa. Il progetto si sfalda: Di Pietro riprende in mano la sua "Italia dei Valori" e Occhetto costituisce un movimento denominato "Il Cantiere per il bene comune"; a questa iniziativa aderiscono Giulietto Chiesa, Antonello Falomi, Diego Novelli, Paolo Sylos Labini ed Elio Veltri.
L'idea è quella di un partito che non si presenti regolarmente alle elezioni, ma che fornisca indicazioni di voto per i partiti della sinistra dell'Unione (coalizione del centro-sinistra italiano).
Il dichiarato obiettivo è quello di condurre alla nascita di un nuovo soggetto politico di sinistra, europeo e socialista, che in qualche modo allude anche ad una "Rifondazione della Sinistra" comprendente gli attuali partiti che si riconoscono nell'area, come i DS, i Verdi, lo SDI e Rifondazione.
A maggio del 2006 Di Pietro viene nominato ministro del governo Prodi, abbandonando così l'incarico al Parlamento europeo: Occhetto gli subentra aderendo (da indipendente) al gruppo del Partito del Socialismo Europeo; entra poi nella "Commissione giuridica" e nella "Commissione per gli affari esteri".
Beniamino Donnici presenta ricorso sostenendo che l'elezione di Occhetto sia illegittima, in quanto egli stesso aveva già firmato un documento di rinuncia dalla carica. Tale ricorso in un primo momento è rigettato dal TAR del Lazio, ma viene poi accolto dal Consiglio di Stato, che dispone la decadenza della carica di Occhetto da parlamentare europeo.
Frasi di Achille Occhetto
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Nota bene
Biografieonline non ha contatti diretti con Achille Occhetto. Tuttavia pubblicando il messaggio come commento al testo biografico, c'è la possibilità che giunga a destinazione, magari riportato da qualche persona dello staff di Achille Occhetto.
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