Pippo Baudo

Pippo Baudo

Pippo Baudo

Biografia Cultura della professionalità televisiva

Giuseppe Raimondo Vittorio Baudo, noto presentatore tv siciliano, nasce a Militello in Val di Catania il 7 giugno 1936. Narra la leggenda che il giorno prima della seduta di laurea, Pippo Baudo si reca ad Erice per presentare il concorso di bellezza "Miss Sicilia" per poi ripartire all'alba, su un camioncino, sdraiato in mezzo a frutta e verdura, arrivando a Catania appena in tempo per conseguire la laurea in Giurisprudenza (1959).

Nel 1960 approda a Roma: presenta "Guida degli emigranti" e "Primo piano". Il successo arriva nel 1966 con "Settevoci", programma musicale in onda la domenica pomeriggio, che prevedeva inizialmente solo sei puntate sperimentali. La trasmissione diventa la sua pista di lancio.

Nel 1968 viene assegnata a Pippo Baudo la conduzione del Festival di Sanremo: suo è il difficile compito di riuscire a superare il dramma del suicidio di Luigi Tenco, avvenuto nella riviera ligure l'anno precedente in circostanze misteriose. La sua prova sarà esemplare.

Nel 1972 appare in teatro con Sandra Mondaini, in una riduzione di Maurizio Costanzo de "L'ora della fantasia" (opera del 1944 di Anna Bonacci, che Billy Wilder portò sul grande schermo nel 1964 con "Baciami, stupido!").

Sempre nel 1972 Pippo Baudo conduce la prima edizione di "Canzonissima": Loretta Goggi è la sua partner, Marcello Marchesi e Dino Verde sono gli autori. Poi seguono altri programmi storici: "La freccia d'oro" (1970), "Senza rete" (1974), "Spaccaquindici" (1975), "Un colpo di fortuna" (1975), "Secondo voi" (1977), "Luna Park" (1979).

Il successo personale di Pippo Baudo cresce in proporzione ai programmi che gli vengono affidati. Dal 1979 (sostituisce Corrado Mantoni) al 1985 presenta "Domenica in", il contenitore domenicale per eccellenza. Dal 1984 al 1986 conduce lo show del sabato sera "Fantastico". Dal 1984 al 1986 guida il programma Serata d'onore.

Pippo Baudo è noto anche per il suo particolare fiuto di scopritore di nuovi talenti. Nell'edizione di "Fantastico" del 1985 lancia la ballerina Lorella Cuccarini. Si deve a lui l'entrata nel mondo dello spettacolo anche di personaggi come Heather Parisi e Beppe Grillo.

Nel 1987, dopo un periodo estremamente positivo, Pippo Baudo lascia le reti Rai e passa alla Fininvest come direttore artistico. Ma la sua permanenza dura poco: un anno di riflessione e poi è di nuovo alla Rai.

Torna su RaiDue rete con "Serata d'onore", poi su RaiTre con "Uno su cento". Nel 1990 è di nuovo su RaiUno prima con "Gran Premio", poi con "Fantastico".

Lo aspetta un altro decennio di successi: nel 1991 "Varietà" e "Domenica in", nel 1992 "Partita doppia", nel 1993 "C'era due volte", nel 1994 "Numero Uno", "Tutti a casa" e "Luna Park", nel 1995 "Papaveri e papere" e l'anno successivo "Mille lire al mese".

Pippo Baudo diventa soprattutto il deus ex machina del Festival di Sanremo (di cui ha già presentato le edizioni 1968, 1984, 1985, 1987 e 1992-1996). Nel 1994 assume il ruolo di Direttore artistico del Festival della canzone italiana, stessa carica che ricopre per le reti Rai fino al maggio 1996.

Nel 1998 torna per la seconda volta a Mediaset dove realizza "La canzone del secolo", un programma sulla storia della musica italiana, oltre ad alcune serate speciali su moda e musica classica.

La sua immagine sembra in declino, ma con grande umiltà e con il senso di responsabilità e l'immensa professionalità che ha sempre dimostrato, ricomincia daccapo. Quando tutti sembrano essersi dimenticati di lui Pippo Baudo riparte da RaiTre, il canale più sperimentale della Rai, con un programma intitolato "Giorno dopo giorno", di Alvise Borghi, per la regia di Maurizio Fusco. E la critica - che a onor del vero non l'ha mai troppo aiutato - comincia a riscoprire il suo talento.

Nel 2000 conduce la trasmissione "Nel cuore del padre", in onore di Al Bano Carrisi. Segue poi il grande successo di "Novecento - Giorno dopo giorno", un programma dove fatti e vicende del Novecento vengono rivisitati in studio con testimoni e protagonisti d'eccezione.

Da gennaio 2001 è ideatore e conduttore dello spettacolo di RaiUno "Passo doppio". Conduce poi un programma su Padre Pio dal titolo "Una voce per Padre Pio".

Il conduttore si concede una breve parentesi politica. Alle elezioni del 2001, insieme alla moglie Katia Ricciarelli, appoggia "Democrazia europea", movimento post-Dc guidato da Sergio D'Antoni e Giulio Andreotti. I risultati saranno piuttosto deludenti: Baudo può tornare alle sua passioni: la tv e la canzone.

Pippo Baudo viene scelto per la conduzione e la direzione artistica del "Festival di Sanremo" del 2002. Torna alla guida di "Novecento", questa volta su RaiUno. Di nuovo su Raiuno, nel dicembre 2002, avvia una nuova avventura con la striscia de "Il Castello", che segna il ritorno alla tradizionale formula dei giochi televisivi, e che viene condotto in staffetta con Carlo Conti a Mara Venier.

Nel 2003, su Raitre, conduce il varietà "Cinquanta ? Storia della Tv di chi l'ha fatta e chi l'ha vista". Dopo il buon successo dell'anno precedente è ancora lui - per l'undicesima volta - il padrone di casa a Sanremo.

L'estate del 2004 vede Pippo Baudo protagonista di vicende per lui dolorose: dopo 18 anni di matrimonio si separa dalla moglie Katia Ricciarelli. Come se non bastasse, in seguito a gravi incomprensioni con Flavio Cattaneo, direttore generale Rai, la notizia del licenziamento di Pippo Baudo arriva come un fulmine a ciel sereno.

Torna su Rai Uno con Domenica In all'inizio del mese di ottobre 2005: la sua ultima partecipazione allo storico programma risaliva al 1991.

Con la conduzione del Festival di Sanremo 2007 (insieme a Michelle Hunziker e Piero Chiambretti) supera il primato delle 11 partecipazioni, che era di Mike Bongiorno. Arriva a 13 con l'edizione di Sanremo 2008.

Pippo Baudo ha due figli: Fabrizia, nata dal primo matrimonio, e Alessandro, un figlio che non poté riconoscere alla nascita, perché la madre era già sposata. Baudo ha dovuto attendere la morte del marito per fare il test del Dna. Grazie ad Alessandro, il presentatore siciliano è diventato prima nonno, poi anche bisnonno.

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