Raul Gardini
Biografia
Raul Gardini è stato un imprenditore italiano. È stato presidente del gruppo Ferruzzi dal 1980 al 1990.
Gli inizi
Gardini nasce a Ravenna, in Emilia-Romagna, il 7 giugno 1933 da una famiglia di imprenditori agrari. I Gardini possedevano diverse centinaia di ettari lungo il litorale romagnolo e in Veneto. Il padre Ivan era impegnato nella bonifica delle zone paludose del ravennate e in provincia di Ferrara.
Raul studia presso l'Istituto agrario di Cesena dove consegue il diploma di perito agrario; successivamente si iscrive alla facoltà di agraria di Bologna, senza però terminare gli studi. Riceverà nel 1987 la laurea honoris causa in agraria dalla stessa Università.
Dal punto di vista professionale cresce nell'azienda di Serafino Ferruzzi: diventa suo genero nel 1957 quando sposa la figlia Idina, di due anni più giovane; la coppia avrà tre figli: Eleonora, Ivan Francesco, Maria Speranza.
Il 10 dicembre 1979 Serafino Ferruzzi muore in un incidente aereo: i suoi quattro eredi, tra cui Idina, affidano a Raul Gardini le deleghe operative per il gruppo. In pochi anni Gardini trasforma la Ferruzzi in un gruppo prevalentemente industriale, grazie anche a una politica di acquisizioni in Italia, Europa e Stati Uniti.
La scalata alla Montedison
Nel 1987 Gardini diventa il maggior azionista della Montedison, il più grande gruppo chimico privato italiano, e grazie alla cultura che trova dentro l’azienda milanese annuncia il suo progetto più ambizioso: mettere insieme agricoltura e chimica, puntando a una chimica verde non inquinante, lanciando nuovi materiali di origine vegetale e proponendo di utilizzare l’agricoltura per produrre energia pulita.
Dal punto di vista mediatico Gardini abbandona la politica di riservatezza di Serafino Ferruzzi e diventa un personaggio noto e molto esposto.
La nascita e il fallimento di Enimont
Nel 1988 nasce Enimont, joint venture tra la Montedison e l'Eni. Le due realtà possiedono il 40% ciascuno, mentre il restante 20% è nelle mani del mercato azionario. Ancora una volta, Gardini pensa in grande e punta a diventare uno dei big della chimica mondiale. Ma il progetto naufraga per l’impossibilità di far coesistere le due anime dell’azienda, quella privata e quella pubblica, fino all’epilogo nel 1990.
Gardini, che pensava di privatizzare la chimica italiana viene costretto alla resa e la Ferruzzi cede allo Stato il proprio 40% di Enimont.
Questa vicenda segna profondamente anche i rapporti interni alla famiglia Ferruzzi, fino alla rottura definitiva nel 1991, quando Gardini sarà di fatto esautorato dal comando della Ferruzzi e la moglie Idina liquidata dai fratelli (Arturo, Franca e Alessandra, quest’ultima diventata nel frattempo moglie di Carlo Sama) che rilevano il suo 23% della holding Serafino Ferruzzi srl per 505 miliardi di lire.
La passione sportiva
Raul Gardini è stato un grande appassionato di sport. Comincia a fare esperienza nel mondo della vela a soli dodici anni. Si fa costruire il suo primo cabinato: Naso Blu con il quale vince diverse regate internazionali. Successivamente segue l’evoluzione delle tecnologie e dei materiali impiegati del mondo della vela.
Nel 1971, con Orca 43, vince diversi titoli: il Campionato del Mediterraneo, la Middle Sea Race e la Settimana delle Bocche a Porto Cervo. Poi nel 1976 il cantiere Carlini di Rimini costruisce il suo primo maxi yacht Il Moro di Venezia. Vince nuove competizioni, poi nel settembre 1988 prende la decisione di partecipare alla Coppa America, la manifestazioni velistica più importante al mondo.
Il Moro di Venezia, la barca voluta da Gardini e finanziata dalla Montedison, è protagonista nell'edizione del 1992. L'equipaggio del Moro viene affidato a Paul Cayard. Il Moro diviene la prima barca italiana nella storia a vincere la Louis Vuitton Cup.
Le sponsorizzazioni sportive di Gardini arrivano poi anche nella Formula 1, con la Ferrari, e nella Pallavolo, a Ravenna. A Gardini si deve la costruzione del Palazzo Mauro De André (Pala De André), palazzo dello sport ravennate intitolato al dirigente del gruppo Ferruzzi (e fratello del cantautore Fabrizio De André).
Nel 1991 esce “A modo mio”, libro intervista pubblicato da Mondadori in cui Gardini racconta al giornalista Cesare Peruzzi le vicende principali della sua vita, fino alla separazione di famiglia.
La ripartenza, tangentopoli, la morte
Gardini, con la liquidità incassata dalla moglie, crea un nuovo gruppo sotto la holding Gardini srl, e attraverso una serie di acquisizioni in Italia e Francia entra nei settori dell’acqua minerale (Levissima) del cacao (Cacao Barry) e della carne. Progetta anche la scalata all’azienda pubblica Sme, che però non realizza per l’opposizione del Governo.
Intanto è partita Mani pulite, l’inchiesta della magistratura milanese che si propone di estirpare la corruzione dalla vita pubblica italiana. Sotto la lente degli inquirenti finisce anche lo scioglimento della joint venture Enimont. Gardini, che anziché vendere avrebbe voluto acquistare l’intero controllo di Enimont e visse la conclusione di quell’affare come una sconfitta.
Muore suicida il 23 luglio 1993, a Milano, a soli 60 anni.
Gardini viene trovato morto nella sua casa, il settecentesco palazzo Belgioioso: dalle conversazioni con i suoi legali delle ultime ore, era apparso molto scosso dalla notizia del suicidio nel carcere di San Vittore di Gabriele Cagliari (rivale nella vicenda Enimont), ma anche dalla consapevolezza che gli inquirenti di Mani pulite puntassero su di lui.
Il gesto commesso da Gardini avvenne con un colpo di pistola alla testa; ma inizialmente non vennero escluse le tesi e le ipotesi di un possibile omicidio.
A 30 anni dalla morte, nel 2023, viene realizzato un docufilm dal regista Francesco Miccichè, con Fabrizio Bentivoglio nei panni del protagonista.
Nello stesso anno esce una nuova edizione con documenti e materiale inedito del libro intervista “A modo mio” per la casa editrice Baldini&Castoldi.
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