Alexei Navalny
Biografia
Alexei Anatolievich Navalny nasce il 4 giugno 1976 a Butyn, una piccola località a ovest della capitale russa, Mosca. Principale oppositore politico del governo russo di Vladimir Putin, Navalny è stato una figura di spicco a livello internazionale. Grazie al suo attivismo, infatti, molti hanno guardato con speranza al fondatore di Russia for the Future. Dopo un sospetto avvelenamento da parte dei funzionari russi, nel 2021 Navalny ha fatto ritorno in patria e, per aver violato la libertà condizionata, è stato condannato a due anni e mezzo di carcere. Scopriamo di più sulle tappe fondamentali della vita di Alexei Navalny.
Alexei Navalny: i primi anni come attivista
Trascorre gran parte della sua infanzia e adolescenza a Obninsk, una cittadina a circa 100 chilometri da Mosca. Nei periodi estivi frequenta la famiglia paterna in Ucraina. Determinato e ambizioso, il giovane consegue la laurea in giurisprudenza presso l'Università dell'Amicizia dei Popoli di Mosca nel 1998.
Qualche anno più tardi, nel 2010, quando già gode di fama internazionale, viene invitato a frequentare l'università di Yale in qualità di World Fellow.
"Yale World Fellows" è un programma di borse di studio internazionale presso l'Università di Yale per i leader mondiali in crescita.
Da sempre attivo sulla scena politica, a partire dal 2011, Alexei Navalny inizia a esprimere in maniera sempre più forte le proprie posizioni di dissenso nei confronti della leadership di Vladimir Putin. In particolar modo per quel che riguarda la politica estera e per i tanti casi di corruzione.
Navalny contro Putin
Parallelamente a uno stile di governo che si fa sempre più accentrato e rende di fatto la Russia una democratura, termine che deriva dall'unione di democrazia e dittatura, Navalny punta a far sentire la propria voce attraverso la fondazione del partito Russia for the Future (Partito Democratico del Progresso - Russia del Futuro).
La lotta tra Putin e Navalny si tinge di varie accuse di condotta immorale da entrambe le parti; si ritiene che il primo, che può esercitare una certa influenza sulla magistratura, abbia fatto pressioni per le due condanne per appropriazione indebita a carico di Navalny.
Alexei Navalny e i riconoscimenti internazionali
Per il suo contributo nel cercare di dare linfa a una nuova forma di trasparenza governativa, Navalny si guadagna vari riconoscimenti internazionali, tra cui quello del 2012 a cura della prestigiosa rivista Time; viene infatti inserito nelle 100 persone più influenti al mondo.
Nel 2015 viene scelto, assieme al fratello Oleg Navalny, per il Premio Coscienza e Memoria Europea; due anni più tardi tocca nuovamente alla rivista Time inserire Navalny in un'altra prestigiosa lista: quella dei 25 più potenti leader su internet.
Alexei viene nominato due volte politico dell'anno dalla rivista russa Vedomosti. Nel 2021 è candidato anche al Premio Nobel per la pace, grazie all'iniziativa di diversi membri del Parlamento norvegese.
Navalny si dichiara fortemente progressista e, nel corso degli anni compresi tra il 2015 e il 2020, emergono chiaramente le posizioni del politico a favore della legalizzazione di matrimoni omosessuali e di supporto alle proteste per il movimento Black Lives Matter, contro il razzismo sistemico, diffuso in particolar modo nei paesi anglosassoni.
L'avvelenamento e la prigionia
Due fatti che lo coinvolgono colpiscono l'opinione pubblica russa e internazionale: quello relativo al suo avvelenamento e quello relativo al suo arresto. Ecco cosa è successo.
Nell'agosto 2020 Alexei Navalny ha un malore mentre si trova in volo: viene portato d'urgenza all'ospedale di Omsk. Un ente benefico con sede in Germania persuade i funzionari russi a consentire il trasporto aereo di Navalny verso Berlino, città dove il paziente può essere curato al meglio. Il mese successivo, il governo tedesco rende noto che i test medici effettuati hanno rilevato tracce inconfutabili dell'agente chimico Novichok nel corpo di Navalny. In risposta, il Cremlino nega qualsiasi accusa; le potenze occidentali impongono sanzioni per la violazione dei diritti umani. Il sospetto che dietro l'avvelenamento vi sia lo zampino dei servizi segreti governativi è forte.
A gennaio 2021, Navalny fa ritorno in Russia in aereo: cosciente del fatto che verrà arrestato appena toccato il suolo russo, viene immediatamente fermato. Navalny è trattenuto con l'accusa di violazione della libertà condizionata durante la sua malattia. In seguito al suo arresto e alla pubblicazione del documentario riguardante la corruzione di Putin, si sono generate moltissime proteste in gran parte della nazione, in particolar modo a Mosca.
La precedente sentenza a suo carico viene commutata in una condanna definitiva: per Alexei si prevede una permanenza di due anni e mezzo in una prigione di Vladimir Oblast. Dopo solo pochi mesi, le condizioni di salute del leader dell'opposizione russa iniziano a peggiorare e gli occhi del mondo sono puntati sull'ospedalizzazione di Navalny.
All'inizio del mese di agosto 2023 Navalny viene condannato per altri 19 anni in una colonia penale di massima sicurezza per estremismo.
Alexei Navalny: vita privata e curiosità
Prima degli eventi che hanno condotto alla sua condanna, all'avvelenamento e alla permanenza in Germania, Alexei Navalny viveva a Mosca assieme alla moglie Yulia, sposata nel 2000. La coppia ha avuto due figli: Daria Navalny e Zachar Navalny. La primogenita ha studiato nella prestigiosa università statunitense Stanford.
Appartenente alla religione cristiano-ortodossa, Navalny si dichiarava credente ma aperto allo studio di altri testi sacri, come il Corano.
Alla fine del 2023 viene trasferito nella colonia penale IK-3 (nota come "Lupo polare"), a Charp, in Siberia, oltre il circolo polare artico, in condizioni di completo isolamento e nella quasi totale impossibilità di comunicare con il resto del mondo.
Alexei Navalny muore il 16 febbraio 2024 all'età di 47 anni.
Frasi di Alexei Navalny
Foto e immagini di Alexei Navalny
Commenti
Come mai questa esaltazione tutta occidentale di Navalny, quando, leggendo la sua biografia reale abbiamo verificato che ebbe un passato neonazista e xenofobo? Militava con l'ultra destra russa, aveva parole irripetibili per gli immigrati e affermava che l'Ucraina non doveva neanche esistere, Mi spiace ma la verità sfugge anche dalle maglie più serrate della propaganda occidentale. Fatevene una ragione e vedete se le vostre biografie possano essere più aderenti alla realtà affinchè siano credibili. È una vergogna assecondare il pensiero unico del regime occidentale, sacrificando la verità.
Non era un eroe