Kim Il-sung
Biografia
Kim Il-sung nasce il 15 aprile del 1912 in un villaggio di Mangyongdae nella Corea occupata dall'impero giapponese. Impero a cui la sua famiglia si oppone fino e oltre la fuga, nel 1920, in Cina. Sin da giovanissimo, in Cina, si unisce alla guerriglia contro il Giappone e nel 1941 diventa comandante del Partito Comunista Cinese. Cacciato anche dalla Cina, fugge in Unione Sovietica dove presto è capitano dell'Armata rossa. Rientra in Corea nel 1945 con le forze di occupazione sovietiche.
Nel 1948 nasce la Repubblica Popolare Democratica di Corea e Kim Il-sung diventa primo ministro, sotto l'egida dei Sovietici. L'anno dopo è anche presidente del Partito dei Lavoratori Coreano dove confluiscono i comunisti del Sud e del Nord del Paese.
Intanto, la sua prima moglie, Kim Chong-suk, dà alla luce il primogenito, poi suo successore, Kim Jong-il. Dalla stessa moglie, che muore di parto nel 1949, ha altri due figli: un maschio, morto prematuramente annegato, e una femmina.
Gli anni '50
Con lo scoppio della Guerra di Corea, nel 1950, Kim Il-sung trova un nuovo nemico: le Nazioni Unite, con in testa gli Stati Uniti d'America. In circa tre anni, gli schieramenti avanzano e ritraggono prendendo e lasciando le città di Seul e Pyongyang. Nel 1953 si stipula la "linea di armistizio" e Kim ristabilisce il suo governo a Nord di questa.
All'uscita dalla guerra di Corea, eliminati tutti i rivali politici e preso il potere assoluto, il governo di Kim Il-sung è tutto orientato alla ricostruzione del Paese. Con un piano economico nazionale quinquennale agisce su due fronti. Da una parte nazionalizza le industrie, per lo più industrie pesanti e impegnate nella produzione delle armi. Dall'altra collettivizza l'agricoltura, ovvero fissa un sistema agrario nel quale i contadini non ricevono un salario ma una quota dei beni prodotti.
Per tutti gli anni Cinquanta e Sessanta la politica estera guarda ora alla Cina ora all'Unione Sovietica.
Intanto, nel 1962, dopo 13 anni dalla dipartita della prima coniuge, sposa la sua seconda moglie, Kim Song-ae, che gli dà quattro figli.
Nel 1972 proclama una nuova costituzione e diviene presidente della Corea del Nord.
Kim Il-sung negli anni '80
Agli inizi degli anni Ottanta, quando continua la rivalità con la Corea del Sud, Kim Il-sung scopre una calcinosi al collo, fra spina dorsale e cervello, inoperabile. Ma non è solo la salute ad andare in discesa. L'ideologia juche alla base della sua dittatura, le riforme e le difficoltà economiche, il crollo del muro di Berlino prima e lo sgretolarsi dell'Unione sovietica poi, il continuo aumento della spesa militare, infatti, rendono la Corea del Nord isolata e instabile. La nazione cade in una profonda crisi economica che, sempre nella visione del governatore divino e infallibile, mai verrà ammessa.
Kim Il-sung muore per un attacco cardiaco l'8 luglio del 1994 a Pyongyang. All'indomani della sua morte, Kim Jong-il e Kim Pyong-il, primogenito dal secondo matrimonio, si contendono il potere. Quest'ultimo però viene bandito e inviato come ambasciatore in Ungheria. Kim Jong-il diviene il nuovo dittatore. La successione dinastica continuerà nel 2011 con il figlio Kim Jong-un.
L'ideologia juche e il Culto della personalità
I fondamenti della politica del regime di Kim Il-sung sono l'ideologia "juche" e il culto della personalità.
ll termine juche significa letteralmente "corrente principale" ma, traslato in cultura politica, assume la definizione di "autoarchia".
Kim Il-sung ne fa un cardine della sua politica mirata all'autosufficienza del Paese. Le masse , cioè, sono destinate ad essere protagoniste attive dello sviluppo della nazione. Il popolo, inoltre, si divide in tre classi: contadini, lavoratori e intellettuali. A questi ultimi, come avveniva nel regime stalinista, il compito di educare e alfabetizzare il Paese.
Le idee del Juché sono una filosofia fondata sull'uomo. Questa filosofia mette l'uomo al centro del pensiero ed indica ad ognuno i mezzi per modellare il proprio destino. Le idee del Juché di cui disponiamo e la stessa concezione del mondo che hanno le masse attraverso questa filosofia sono la fonte della nostra invincibile forza. È grazie al Juché che noi abbiamo vinto l'imperialismo giapponese, poi quello americano, ed edificato sulle rovine della guerra 1950-53 il magnifico paese d'oggi. Le idee del Juché si sono diffuse in tutta la popolazione, per questo crediamo di poter riunificare la penisola coreana.
All'ordine chiuso e compartito della società, poi, fa eco la grande centralità del governatore che assume tutte le caratteristiche di un comandante massimo e guida del Paese. Come avviene con Stalin nell'Unione Sovietica e con Mao Zedong in Cina, infatti, la Corea riconosce un solo "grande leader" da idolatrare con tutti i suoi mezzi, dall'architettura alla letteratura. In particolare, con Kim Il-sung nasce il calendario juche che corre parallelamente a quello gregoriano ma che fissa il suo zero nel 1912, anno di nascita di Kim Il-sung.
Ancora, il giorno di nascita del leader è festa pubblica in Corea del Nord e il luogo che conserva le sue spoglie, il Palazzo del sole di Kumsusan, è il più grande mausoleo dedicato ad un leader comunista. Anche in vita, il "presidente eterno" è raccontato come grande e infallibile al punto che, negli ultimi anni, viene con tutti i mezzi nascosta quella escrescenza sul collo causata dalla calcinosi che lo colpisce.
Politicamente, questo sistema, tipico delle dittatura e dei regimi totalitari, genera isolamento, politico economico e culturale, reprime le opposizioni fino a definire un'identità assoluta fra capo e Stato, cresce e fiorisce a scapito delle libertà fondamentali e della democrazia della popolazione.
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