Michelangelo Antonioni
Biografia • Coscienza sociale, resa immortale
Coetaneo di tanti registi neorealisti (Luchino Visconti per citarne uno su tutti) Michelangelo Antonioni nasce a Ferrara il 29 settembre 1912.
Arriva al cinema dopo lunghe e significative esperienze negli anni '50 e più di altri quindi si trova ad essere testimone del passaggio da un'epoca ad un'altra.
Alla sua scuola si sono riferiti importanti registi quali Akira Kurosawa, Martin Scorsese, Francis Ford Coppola e Wim Wenders.
I primi film
Antonioni, spesso definito come regista borghese e autore della crisi, dopo aver collaborato alla sceneggiatura di "Un pilota ritorna" (1942) di Rossellini e lavorato come aiuto-regista per Marcel Carné, dirige "Gente del Po" (1943-1947) il suo primo documentario.
Il suo lungometraggio di esordio è "Cronaca di un amore" del 1950, acuta analisi d'una crisi di coppia.
Seguono, tra gli altri, "La signora senza camelie" (1952) e "Le amiche" (1955), angosciata lettura del bel racconto "Tra donne sole" di Cesare Pavese.
In questi suoi primi lavori si delineano nettamente le caratteristiche fondamentali dell'opera del regista: la difficoltà a stabilire rapporti interpersonali veri, l'inafferrabilità del reale, lo spaesamento dell'individuo alle prese con una società fredda e poco umana.
La ricerca di Michelangelo Antonioni affronta tematiche individuali che necessitano di un linguaggio cinematografico capace di esprimere i tempi e gli spazi della psicologia umana.
Oltre il neorealismo
La rottura con il neorealismo si evidenzia ne "Il grido" (1957), che sposta dall'ambiente borghese a quello proletario le tematiche del malessere esistenziale, eleggendo a protagonista un operaio che spegne nel suicidio la pena della conclusione di una lunga relazione sentimentale.
La strada intrapresa da Antonioni è quella di focalizzare i personaggi, di far parlare i loro comportamenti piuttosto che i fatti.
Dall'analisi di questi comportamenti il regista giunge alla critica della società, e attraverso i conflitti dei personaggi descrive l'asettico ambiente borghese in cui si muovono.
Antonioni si concentra sui mutamenti della realtà sociale, cerca di comprenderne la complessità, le tensioni e gli sviluppi.
Da qui in poi il percorso di Michelangelo Antonioni procede spedito sulla via d'un deciso rinnovamento, sia linguistico che nei contenuti: "L'avventura" (1960), "La notte" (1961), "L'eclisse" (1962), "Deserto rosso" (1964), pongono personaggi femminili al centro di storie segnate dalla perdita e dallo sgomento.
Talvolta i dialoghi sprofondano nel ridicolo, celebre il "mi fanno male i capelli", pronunciato da Monica Vitti nell'ultimo titolo citato. Monica è stata tra l'altro sua compagna nella vita.
Uno sguardo pessimistico
In questa fase della sua carriera, la ricerca di Antonioni diventa più pessimistica.
Il comportamento dei personaggi diventa un freddo agire, sempre meno espressione di comportamenti umani "da comprendere".
Nel 1967 si trasferisce in Inghilterra per girare "Blow-Up", poi è la volta di "Zabriskie Point" (1969), in cui sottolinea il carattere di una civiltà dominata da consumismo e repressione, destinata all'autodistruzione.
Il film fu avversato da molti, ma questo non distolse Antonioni dal continuare il suo percorso, in cui cercava di inserire i suoi personaggi nella realtà contemporanea, osservata il più possibile in contesti differenti.
Con queste intenzioni fu concepito "Chung Kuo, Cina" (1972), un viaggio - lungo più di 4 ore - attraverso la Cina di Mao Tse Tung; e anche "Professione reporter" (1974, con Jack Nicholson), attenta riflessione sui rapporti tra Occidente e Terzo Mondo, nella cui conclusione si ritrovano i segni dell'antica maestria del regista.
Vita privata
Nel 1942 sposa la ferrarese Letizia Balboni, figlia di un antiquario e futura giornalista. Il matrimonio si concluse nel 1954 e in seguito fu annullato dalla Sacra Rota.
Durante la lavorazione di "Il grido" conosce Monica Vitti e inizia con lei un intenso legame sia sentimentale che artistico. La relazione termina in concomitanza della sua trasferta a Londra per la preparazione di "Blow-Up".
Nel 1986, dopo una frequentazione già in corso da circa quattordici anni, Antonioni sposa in seconde nozze Enrica Fico, documentarista di quaranta anni più giovane. Il loro legame durerà fino alla morte del regista.
Gli ultimi anni
Le ultime fatiche di Antonioni sono state "Al di là delle nuvole" del 1994 (con Kim Rossi Stuart, Ines Sastre e Sophie Marceau), diretto insieme a Wim Wenders, e "Eros" (2004), diviso in tre capitoli diretti da Antonioni, Wong Kar-Wai e Steven Soderbergh.
Michelangelo Antonioni si è spento all'età di 95 anni nella sua casa di Ferrara il 30 luglio 2007 - nello stesso giorno in cui si spegneva anche un altro grande regista, Ingmar Bergman.
Rivisto oggi il cinema di Antonioni può ancora apparire moderno e innovativo, prendendo anche sole poche immagini, ma per altri aspetti potrebbe apparire datato, poiché privo di eredi che abbiano saputo sviluppare la sua lezione.
Hanno voluto dedicare un libro ai cento uomini più importanti del mondo. C'è anche lui. Negli Stati Uniti lo chiamano "Michelangelo". Basta così.
(Enzo Biagi)
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