Steven Soderbergh
Biografia • Esplosioni d'autore
Il regista statunitense Steven Soderbergh nasce ad Atlanta il 14 gennaio del 1963. La sua infanzia è caratterizzata da numerosi spostamenti: dalla Georgia la sua famiglia trasloca prima in Texas, quindi in Pennsylvania, poi in Virginia (a Charlottesville) e infine in Louisiana, a Baton Rouge, dove il padre è preside del College of Education dell'Università. Il giovane Steven dimostra da subito una spiccata passione per il mondo del cinema, realizzando numerosi cortometraggi utilizzando materiali di fortuna, attrezzature prese in affitto o in prestito da allievi dell'università. Una volta conseguito il diploma, Soderbergh si sposta a Los Angeles, dove lavora per breve tempo come montatore, prima di tornare a casa e riprendere la sua attività di sceneggiatore e regista di cortometraggi.
L'occasione fortunata si presenta quando il complesso degli Yes lo chiama a riprendere dal vivo un loro concerto per farne un film di promozione al disco "9012". La pellicola, un documentario chiamato "9012 Live", ottiene un successo eccezionale, al punto da guadagnarsi una nomination ai Grammy Awards. L'esordio al lungometraggio di Steven Soderbergh arriva (dopo i corti "Winston" e "Access all areas") con "Sesso, bugie e videotape", pellicola a basso costo, indipendente, che nel giro di poco tempo diventa un vero e proprio cult: dopo aver incantato la critica al Sundance Festival, riceve una nomination per la migliore sceneggiatura ai premi Oscar e conquista addirittura la Palma d'Oro a Cannes. A nemmeno trent'anni, quindi, Soderbergh entra già nella storia del cinema.
La sua carriera prosegue con "Delitti e segreti" e "Piccolo, grande Aaron", dedicato alla Grande Depressione vista con gli occhi di un bambino. Nel 1995 è la volta di "Torbide ossessioni", ambientato in Texas: un noir piuttosto apprezzato che rappresenta il remake di "Criss cross", film del 1949 di Robert Siodmak. Nel 1997, invece, il regista dà alla luce un progetto completamente sperimentale: in "Schizopolis - Follia metropolitana", infatti, recita di fianco a Betsy Brantley, sua ex moglie, in scene che non rappresentano altro che una parodia del loro rapporto fallito.
Decisamente più commerciale, invece, è il film che segue, "Out of sight", un thriller a tinte comiche con Jennifer Lopez e George Clooney, che riceve due candidature agli Oscar per il miglior montaggio e il miglior adattamento cinematografico. Ma il rapporto tra Soderbergh e gli Oscar non è certo destinato ad esaurirsi: dopo il trascurabile "L'inglese" (con Peter Fonda e Terence Stamp), nel 2000 Soderbergh dirige "Erin Brockovich", legal movie con Julia Roberts ispirato a una storia vera, e "Traffic", un noir visionario ma assolutamente affascinante. È la seconda volta nella storia del cinema che un regista ottiene nello stesso anno due nomination per la regia migliore: in passato c'era riuscito solo Michael Curtiz. "Erin Brockovich", per altro, si aggiudica il premio per la migliore attrice, mentre "Traffic" vince ben quattro statuette.
Altro eccezionale successo commerciale è "Ocean's eleven", pellicola di rapina in cui svetta, in un cast all star, un brillantissimo George Clooney. Dopo il remake del "Solaris" di Andrej Tarkovskij, ancora una volta insieme con George Clooney, il regista americano torna a lavorare con la Roberts in "Full frontal", per alcuni versi una sorta di sequel di "Sesso, bugie e videotape": girato in meno di venti giorni, il film però non produce il successo sperato.
Dopodiché Soderbergh si dedica a pellicole decisamente più commerciali: "Ocean's twelve" e "Ocean's thirteen", seguiti della saga che vede protagonista Danny Ocean, ma anche "Intrigo a Berlino", con Cate Blanchett e il feticcio Clooney. Non manca, però, lo spazio per sperimentazioni anche estreme, come il documentario "And everything is going fine", dedicato allo scrittore e attore Spalding Gray, "The girlfriend experience", con l'attrice porno Sasha Grey, e "Bubble", uscito contemporaneamente al cinema, su Internet e in home video.
Nel curriculum di Soderbergh, per altro, non si notano solo le prove registiche, visto che non di rado sceneggia i suoi film (e in "Traffic", "Solaris", "Bubble", "The girlfriend experience" e molte altre pellicole è addirittura il direttore della fotografia, anche se indicato come Peter Andrews - visto che secondo le leggi statunitensi un regista non può essere accreditato anche come direttore della fotografia) e partecipa al montaggio, come in "Sesso, bugie e videotape", "Solaris" e "Intrigo a Berlino". In "Che - L'argentino" e "Che - Guerriglia", dirige un fantastico Benicio Del Toro in un duplice ritratto di Ernesto Che Guevara, mentre in "Haywire", action movie con Michael Douglas, Antonio Banderas e Ewan McGregor, si assiste a un ritorno evidente verso il mainstream e il facile successo al botteghino. Da non perdere anche "The informant!", thriller a carattere spionistico con Matt Damon e ispirato a una storia vera, e l'altro thriller "Contagion", con lo stesso Damon, Jude Law e Kate Winslet.
Creativo, costantemente ispirato, vulcanico, Steven Soderbergh ha contribuito all'esplosione di numerose case di produzioni indipendenti negli anni 2010, incidendo in maniera significativa sull'evoluzione della settima arte in America e nel resto del mondo.
Una curiosità: nei suoi film è spesso lui stesso ad essere anche direttore della fotografia e montatore; per questi ruoli appare però rispettivamente con il nome del padre - Peter Andrews - e con il nome della madre - Mary Ann Bernard.
Altri suoi film degli anni 2010 sono: "Knockout - Resa dei conti" (Haywire, 2011), "Magic Mike" (2012), "Effetti collaterali" (Side Effects, 2013), "La truffa dei Logan" (Logan Lucky, 2017), "Unsane" (2018), "High Flying Bird" (2019), "Panama Papers" (The Laundromat, 2019).
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Biografieonline non ha contatti diretti con Steven Soderbergh. Tuttavia pubblicando il messaggio come commento al testo biografico, c'è la possibilità che giunga a destinazione, magari riportato da qualche persona dello staff di Steven Soderbergh.
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