Sandro Pertini

Sandro Pertini

Sandro Pertini

Biografia Una vita spesa per la patria

Con la più larga maggioranza mai registrata in una votazione (832 voti su 995), Sandro Pertini diviene presidente della Repubblica Italiana il 9 luglio 1978 e rimane capo dello stato fino al 23 giugno 1985.

Sandro Pertini è ricordato nella storia d'Italia non solo per l'alta carica ricoperta per un elevato numero di anni, ma anche per la sua salda fede nei principi di libertà, democrazia e rispetto delle persone che lo hanno portato in gioventù a essere strenuo oppositore del fascismo.

Tale opposizione fu fonte per lui di diversi anni di prigionia nonché di numerosi pestaggi, e dell'esilio in Francia nel 1928.

Sono degne di nota dunque in questo italiano DOC, la caparbietà e la volontà di perseverare nelle sue convinzioni, se necessario fino alla morte.

La gioventù e gli studi

Alessandro Pertini nasce a Stella (in provincia di Savona) il 25 settembre 1896. La famiglia è benestante, poiché il padre è proprietario terriero. Ha 4 fratelli: Luigi, Mario, Giuseppe e Eugenio; quest'ultimo scompare tragicamente il 25 aprile 1945: muore, fucilato nel carcere di Flossenbürg.

Dopo aver frequentato il collegio dei Salesiani a Varazze, Sandro Pertini frequenta il liceo "Chiabrera" di Savona. In questi anni diviene collaboratore di "Critica Sociale" di Filippo Turati; ciò contribuisce ad avvicinarlo all'ambiente e all'ideologia socialista.

Consegue una prima laurea in Giurisprudenza, all'università di Genova, e una seconda in Scienze politiche nel 1924 a Firenze (dove è ospite del fratello), anno in cui entra in contatto con gli ambienti legati a Gaetano Salvemini e dell'interventismo democratico e socialista.

Le prime esperienze politiche di Sandro Pertini

La militanza politica inizia nel 1918 con l'iscrizione al PSI. Tra i due titoli di studio acquisiti, Sandro Pertini vive la tragica esperienza del primo conflitto mondiale in seguito allo scoppio del quale, nel 1917, viene richiamato e inviato sul fronte dell'Isonzo e sulla Bainsizza; il suo ruolo militare è di sottotenente di complemento.

Pertini si distingue per un'azione particolarmente coraggiosa durante l'assalto al monte Jelenik e viene proposto per la medaglia d'argento al valore militare.

Nel 1922 entra al potere in Italia il fascismo con la marcia su Roma; il giovane avvocato Sandro Pertini diventa presto il bersaglio delle violenze squadriste.

Ma è l'assassinio di Giacomo Matteotti che lo fa scendere in campo in modo definitivo, caparbio e determinato. Seguono anni durissimi di condanne, pestaggi ed esilio.

La seconda metà degli anni '20: la vita da esule

Il 22 maggio 1925 Sandro Pertini è arrestato; il 3 giugno è condannato a 8 mesi di detenzione (oltre che al pagamento di un'ammenda) per diversi reati tra i quali quello di stampa clandestina. Egli ha, infatti, distribuito il foglio clandestino "Sotto il barbaro dominio fascista" nel quale rivendica la paternità di alcuni scritti antifascisti e individua la responsabilità della monarchia nel perdurare del regime fascista.

La violenza più pesante da parte delle forze antifasciste è quella del 1926 a seguito della quale Sandro Pertini finisce ricoverato all'ospedale, ferito in modo grave. Nel dicembre dello stesso anno, viene condannato al confino per 5 anni, a seguito della proclamazione delle leggi eccezionali anti-fasciste.

Da questo momento in poi Pertini entra in contatto con altri personaggi che diverranno protagonisti della storia d'Italia di quegli anni: Filippo Turati e Antonio Gramsci, Giuseppe Saragat, nonché Leo Valiani e Luigi Longo (con questi ultimi due organizzerà nell'aprile del 1945, l'insurrezione di Milano).

Datosi alla macchia e alla clandestinità, si dedica ad organizzare la fuga di Filippo Turati, leader del socialismo riformista. Accompagna quest'ultimo in Corsica, mentre gli altri protagonisti dell'impresa - Ferruccio Parri e Carlo Rosselli - vengono intercettati sulla strada del ritorno in Italia, catturati e processati a Savona il 14 settembre 1927, infine condannati a 10 mesi di reclusione. Anche Turati e Pertini sono condannati, però in contumacia.

Tra le azioni importanti di Sandro Pertini in esilio ricordiamo nel 1928 la costituzione di una trasmittente radio a Eze (vicino a Nizza), con la quale riesce a svolgere la sua azione di propaganda contro il fascismo.

Insofferente della vita dell'esule egli organizza ben presto il rientro in Italia che gli riesce con un passaporto falso: viene però catturato il 14 aprile 1929, dopo solo 20 giorni di libertà in patria. Condannato a 10 anni e 9 mesi di reclusione il 30 novembre dello stesso anno, inizia il duro carcere dove si ammala.

Gli anni '30 e '40

Nel 1930 viene trasferito nella casa di malati cronici di Turi dove incontra un altro leader dell'antifascismo: Antonio Gramsci. Due anni dopo viene trasferito nel sanatorio giudiziario di Pianosa e le sue gravi condizioni di salute inducono la madre a chiedere la grazia per lui. Sandro Pertini respinge la domanda e risponde in toni durissimi alla madre con la quale si verifica una frattura.

Pertini riacquista la libertà solo nell'agosto del 1943 (dopo 14 anni), dopo aver vissuto nei confini di Ponza (1935), delle Tremiti (1939) prima, e a Ventotene poi.

Gli anni del secondo conflitto mondiale vedono Sandro Pertini sempre attivo sulla scena politica, data la sua partecipazione alla costituzione del partito socialista, nel quale opera fino all'ottobre del 1943 (Sandro diventerà responsabile dell'organizzazione militare), momento in cui viene arrestato dai nazi-fascisti insieme a Giuseppe Saragat.

Qui Pertini rischia la vita poiché viene condannato a morte; viene liberato grazie a un'azione dei partigiani il 24 gennaio 1944; è tra i partigiani che incontra la sua futura moglie Carla Voltolina, che allora operava come staffetta partigiana.

Gli anni successivi sono dedicati all'organizzazione del partito in particolare nel Nord Italia e dal ritorno a Roma nel luglio 1944, dopo la liberazione della capitale da parte degli alleati.

Non è necessario essere socialisti per amare e stimare Pertini. Qualunque cosa egli dica o faccia, odora di pulizia, di lealtà e di sincerità. (Indro Montanelli, su Sandro Pertini, 1963)

Sandro Pertini leader politico

Esponente di spicco del partito socialista, ne diviene segretario nel 1945; viene eletto alla Costituente e poi deputato. È inoltre direttore dell'"Avanti!" negli anni 1945-1946.

Nel 1968 viene eletto presidente della Camera dei Deputati.

Diviene Presidente della Repubblica nel 1978.

Uomo autorevole e intransigente, nessun capo di Stato o uomo politico italiano ha conosciuto all'estero una popolarità paragonabile a quella da lui acquistata, grazie ad atteggiamenti di apertura ed eccezionale schiettezza nei suoi incontri diplomatici. Sandro Pertini riesce inoltre, nei lunghi anni in cui è presidente della Repubblica, a riaccendere negli italiani la fiducia nelle istituzioni e a mettere in atto un' aperta denuncia della criminalità organizzata e del terrorismo (definirà l'attività della Mafia come "la nefasta attività contro l'umanità").

Una delle sue immagini più note e ricordate dal popolo e dalla storia italiana è quella di quando, sorridente ed esultante, dalla tribuna gioisce per la vittoria della nazionale di calcio azzurra ai mondiali di Spagna del 1982.

Sandro Pertini si spegne il 24 febbraio del 1990 all'età di 94 anni.

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