Ultimi commenti alle biografie

Giovedì 18 aprile 2024 13:19:09 Per: Renato Vallanzasca

Credo che la tua grande sofferenza sia l'unico motivo per cui tu debba godere di ogni singolo attimo, lo dico a te come a volerlo urlare a me. Parlano di criminale senza vedere la forza di volontà dell'essere umano. Siamo sicuramente diversi è ovvio eppure mi sono trovata a piangere per la tua sofferenza che è anche un po' la mia! Ti Amo di bene...

Da: Rubina

Mercoledì 17 aprile 2024 17:01:29 Per: Fabri Fibra

Bisogna scrivere,
Per essere invincibile
non dovrei vivere.

Eticamente bisognerebbe tornare alle origini.
Quali? Roba semplice
Rieducazione tutto a spappolato qua e là e la gente non sa né cosa sta facendo né dove sta andando.

In molti casi manca la piena consapevolezza dei propri comportamenti e delle loro conseguenze sugli altri e sull’ambiente. Spesso ci si concentra troppo sull’individualismo e dell’ottenimento di risultati immediati a discapito della considerazione del benessere collettivo e a lungo termine.

Si stava meglio quando si stava peggio.
Almeno il parcheggio lo trovavi.

Grazie che continui a dedicarti a noi sempre.
#krew

Xoxo

Da: Chiarellasnoop

Martedì 16 aprile 2024 20:48:37 Per: Bianca Berlinguer

Niente... parla Sallusti e la Berlinguer lo stoppa perché ciò che afferma non le garba!!! Mi chiedo che strategia sia questa di Berlusconi junior

Da: Marina

Martedì 16 aprile 2024 14:03:10 Per: Roberto Benigni

Caro Roberto ti scrivo perché vorrei sentire la tua voce in merito a questo scellerato, buio periodo di guerre dove veramente non si capisce più dove sia andata a finire l'umanità o dove stia andando! Riscontro una perdita totale dei valori, quei valori che hanno reso possibile la nostra sopravvivenza. L'amore questa parola ancora una volta tirata in ballo non per il suo universale potere ma per la paura che essa possa silenziosamente nell'indifferenza scomparire per lasciare posto all'abisso. Ti prego spendi una parola per noi ! E vero allacciandomi ad un tuo aneddoto ove citavi le mamme che confortavano i loro figli mentre andavano verso le CG sii il nostro padre confortaci! Con affetto Michele.

Da: Michele

Martedì 16 aprile 2024 12:42:46 Per: Amadeus

Finalmente! Un se ne poteva più!!!

Da: Alessandro

Martedì 16 aprile 2024 10:07:04 Per: Milena Gabanelli

Gent. ma Milena Gabanelli,
volevo complimentarmi per l'ultimo suo dataroom sui medici di medicina generale (MMG) e in particolare sulla assoluta necessità di una loro formazione adeguata e al passo con i tempi. Penso che questo possa essere fatto soltanto dalla Medicina Interna e non dalle specialistiche (Cardiologia/Ematologia etc) cui, per un riflesso culturale Pavloviano, si rivolgono le Direzioni Sanitarie delle Regioni. L'esempio fatto sull'ecografia (colica renale) è perfettamente calzante. Non occorre essere un espertissimo ecografista (che sa tutto di tutto) per vedere l'effetto di un calcolo renale sul rene (dilatazione a monte dell'uretere). Il problema è che oggi l'ecografia è offerta formativamente come un monolite (o tutto o niente) e in questo modo il MMG (come chiunque altro) si spaventa e rinuncia. FADOI (federazione degli Internisti ospedalieri, di cui sono stato direttore della formazione) organizza un corso di ecografia per internisti ospedalieri e MMG mirato al completamento dell'esame obiettivo con ecografi pocket (smartphone) che, a mio parere, dovrebbe essere (siamo nel 2024...) lo standard per qualsiasi dottore (= colui che visita e si prende in carico un paziente). Quindi non si diventa ecografisti tuttologi, ma si accede a un primo livello di competenze ecografiche che ti fa trovare dei reperti fondamentali per le decisioni cliniche da prendere, esattamente come ha mostrato Lei per la colica renale. Mi fermo qui, perché sarebbe lunga e, ovviamente, sarei ben felice ed onorato se volesse ulteriori chiarimenti. Termino solo con uno spunto per un possibile suggerimento: lo sapeva Lei che i fondi per la sanità che le Regioni ricevono sono per il 99% a quota capitaria e solo per l'1% per il raggiungimento dei LEA? Io no, come tantissimi altri colleghi e penso anche il grande pubblico...
Un cordiale saluto e ancora complimenti
Dr. Mauro Silingardi
Direttore Medicina Interna A - Ospedale Maggiore/AUSL Bologna

Da: Mauro Silingardi

Lunedì 15 aprile 2024 22:56:25 Per: Carlo Verdone

Non so se questo msg arriverà a Carlo, comunque proviamoci.
Ciao Carlo. Scusami ma mi riesce difficile, forse per la tua simpatia, il tuo modo di porti, di fare, darti del Lei.
Faccio parte dell'associazione "Salviamo le Riserve" di Ostia che si batte per la salvaguardia della Pineta di Castelfusano e del patrimonio verde di Ostia che come quello di Roma è sotto un insensato, assurdo, criminale attacco.
Da quando hai girato alcune scene di Borotalco (oramai 42 anni fa) la pineta di Castelfusano non è più la stessa. Non mi riferisco tanto all'incendio del 2000 che devastò numerosi ettari di bosco. Mi riferisco agli effetti del parassita "Toumeyella Parvicornis" che arrivato nel 2014/2016 in Campania dal Canada, ora sta risalendo la penisola distruggento i pini della specie "Pinus Pinea" l'albero simbolo di Roma e della campagna Romana.
Ma anche il patrimonio arboreo stradale di Ostia non è più lo stesso. Numerose strade che fino agli anni 90 erano viali arredati da pini, platani, pioppi, lecci e che in estate davano frescura, e riparo all'avifauna, ora sono deserti con mozziconi di tronchi alti 80, 100 cm.
Eppure gli alberi hanno una funzione FONDAMENTALE nel combattere gli inquinamenti (anche acustico oltre che dell'aria) e il calore estivo.
Nonostante ci siano leggi e regolamenti a cominciare dal livello europeo, passando per quelli nazionali (c'è la legge 113/92 ad ex, che obbliga tutti i comuni a piantumare tanti alberi quante sono state le nascite nell'anno precedente; ma qui a Roma il saldo è negativo, invece di aumentare sono diminuiti) e finire con quelli comunali c'è un totale disinteresse nelle amministrazioni verso questo "bene comune".
Comunque per tornare al motivo di questa missiva: come associazione stiamo mettendo in campo varie iniziative per sensibilizzare la gente e gli amministratori del territorio. Il 21 aprile dalle 1830 alle 2000 presso il ristorante Edonè (stabilimento Elmi) il poeta Michele Gentile presenta il suo libro "Ostia". Sei ufficialmente invitato. L'11 maggio stiamo programmando una partita di calcio tra la nazionale "poeti" e una squadra da definire. Per fine maggio stiamo programmando una mostra fotografica sul "verde" passato e presente da tenersi nel "chiostro" del palazzo del Governatorato di Ostia.
Siccome ho saputo che sei un amante della fotografia e hai tenuto una mostra a Torino (ma immagino visiterà altre città italiane), sarebbe un grande onore se tu volessi presenziare l'inaugurazione. Il tuo nome sarebbe un sicuro richiamo per la gente.
Speranzoso in un tuo positivo riscontro, ti lascio i miei più sinceri complimenti per le tante risate che ci hai fatto fare (mia figlia nata nell'89 si ricorda quasi tutte le battute di Borotalco), e ti auguro tanta salute e saluti
Mario

Da: Mario

Lunedì 15 aprile 2024 18:03:33 Per: Irama

Ciao Irama ❤️❤️ una mia amica fa 18 anni il 2 maggio e ti stima tantissimo, potresti farle un video dove le mandi gli auguri? Ovviamente sarei disposta a pagare ❤️

Da: Elena

Lunedì 15 aprile 2024 13:06:37 Per: Lapo Elkann

Buongiorno dott. Elkann, avrei da proporle un affare, vendo una villa di prestigio in provincia di Vercelli di mq 450 con ampi spazi esterni ad €400000 trattabili.
Con la speranza di aver fatto cosa gradita
Distintamente la saluto
Paolo

Da: Paolo

Lunedì 15 aprile 2024 06:35:40 Per: Dacia Maraini

Panchine rosse

di

Ercoli Elisa

E' da tanto che non metto più penna su un foglio, sento il bisogno di comunicare, ma, soprattutto di comunicarmi qualcosa che preme in me. Mi sono comprata un quaderno con la copertina nera come si usava quando si scriveva con carta e penna; mi concentro meglio, anche se per esigenze sto riportandolo su un notepad. Nella mia mente e non solo e' un turbinio di emozioni, di espressioni, un tumulto di idee, ma soprattutto un tumulto di percezioni, che solo scrivendo riuscirò' a districare. La mia intenzione sarebbe che queste pagine potessero essere non solo tra me e queste righe, ma che altri possono leggerle come se fossero scaturite da dentro di loro, anche se mi rendo conto che il lettore potrà trovare similitudini e non uguaglianze, ed e' proprio questo il bello; ritrovarsi senza essere banali nel uguaglianza, mantenendo un proprio sentire rispetto al - tuo altro. Sono seduta con Margout, una canina che mi ha adottato. Sono in un parco, Margout è indaffarata ad annusare leggendo il giornale del posto, io invece sono seduta su una panchina di colore rosso; ; non è una panchina come le altre, essa ti obbliga a stare seduto/a e a meditare sul significato che ognuno di noi sente scaturire da quella posizione seduta. La panchina di colore rosso, esprime dolore, perché ci obbliga a stare in silenzio, a stare con e in noi stessi e contemporaneamente con il mondo. Molti li passano accanto distratti con i loro pensieri, altri si muovono velocemente sparendo lontano, ma tutti indistintamente sentono un senso di paura del silenzio, di ciò che potrebbe accadere se tutto intorno a loro, a noi a me, di colpo si silenziasse, dove esterno e interno si congiungessero in un perfetto equilibrio. Mi sono chiesta cosa farei io in questo equilibrio silenzioso! ?, forse impazzirei, anche se lo ricerco; non sono preparata al eterno silenzio. Margout è indaffarata nel esplorare il mondo circostante, ho voglia di alzarmi, ma, qualcosa mi trattiene, come se mi dicesse, ascolta, ascoltami, ascoltale. Chi devo ascoltare! ? ; la mente inquieta di noi umani, o il silenzio che percuote l animo. Alzarmi diventa un urgenza, ma poi però faccio un passo laterale e mi risiedo nuovamente, ma questa volta sono al centro della panchina, osservo da questa nuova prospettiva, Margout e tutti quegli abitanti che popolano quel luogo; scopro che da quel punto qualcosa è cambiato in me. Margout vedendomi muovere è arrivata da me chiedendomi le coccole, col il muso sulle mie ginocchia e gli occhioni che amano incondizionatamente Amore, non resisto al suo invito di coccole. Alle coccole la panchina del dolore si trasforma a panchina di amore e il colore rosso del sangue versato, si trasforma nel rosso d amore. E' bastato un cambio di posizione, di visione per modificare l intera percezione dei mie sensi. Nel posto al centro di essa, possiamo sentire e soprattutto osservare una retta, è quasi impossibile girarsi a destra o sinistra se no volontariamente; i posti di queste panchine inevitabilmente ti indirizzano a vedere diritto a te, e per girarti devi per forza fare uno sforzo, una torsione del busto, imposta dal bracciolo che separa le sedute. Non ho mai visto nessuno seduto su le panchine rosse, forse qualcuno si è messo ed io non ero lì; nemmeno io ancora mi sono seduta, forse alla fine di questo percorso mi siederò. Oggi l ' Albereta è popolata da tante anime, tante menti, tanti esseri che affollano non solo il giardino, perché è in corso una partita di calcio e le voci si rincorrono, schiamazzi e silenzi, dove un goal si festeggia con grida esultanti e un errore con fischi e parole pesanti. I bambini giocano ignari del significato delle panchine, correndo intorno ad esse; Margout li guarda incuriosita. Ogni istante in quel luogo si popola e si spopola come il flusso e riflusso della risacca. Forse qualche bambino avrà chiesto il perché quelle panchine sono diverse dalle altre, qualche genitore avrà provato a spiegarlo; se fossi stata genitore, come avrei raccontato, spiegato perché sono diverse, non solo di fattura e colore e perché sono messe, ubicate in un preciso posto del parco; non dentro il parco custodito dove ci sono attività al divertimento. State pensando come ho fatto a scrivere queste prime pagine, senza sedermi; semplicemente proiettandomi seduta e ascoltando le sensazioni percepite ! ? ; non c'è differenza tra l atto fisico e l atto di proiezione nel momento in cui tutto in noi risuona al unisono, tutto diventa un atto completo, emozionale fisico animico spirito mentale. Come potrei rispondere ad un bambino curioso di sapere la differenza e conoscere la storia di quelle panchine ! ; facendo sedere su le panchine, sia quella di colore rosso e no, chiedendogli cosa percepisce e in base al suo sentire, intavolare un discorso. I bambini non hanno bisogno di spiegazioni, ma di ascoltare, sentire percepire con i loro propri sensi le differenze e le somiglianze. State tranquilli che se ha un bambino lo poniamo al centro di ciò che vogliamo far comprendere, allora fa esperienza ed è l'esperienza che foggia e rimane nel ricordo, non di parole ma di fatti. Eravamo rimasti che "virtualmente" ero seduta al centro, della panchina rossa, spostiamoci nuovamente e sediamoci nell'ultimo posto che è rimasto ancora da vivere e percepire, e il mio sguardo si rivolge verso una strada sterrata che è piena di vita, chi l'ha percorre in bicicletta, chi ha piedi, chi spinge una carrozzina, chi invece è in carrozzina con a fianco il suo Fedele amico. Basta aver cambiato seduta e tutto cambia e diventa altro, quasi si riconnette alla vita, quella potente emotiva emozionante. Ogni seduta della panchina rossa offre una visione un orizzonte o una vastità ma soprattutto offre intenti. Le panchine rosse non sono solo un preciso monito, costituiscono lo sgomento umano per le attività che noi uomini e non parlo solo di genere, è capace di fare ad altri simili; in questo caso ad esseri di genere femminile. Dovremmo interrogarci, se quelle panchine rosse, non siano solo per " ricordare" e soprattutto" meditare" sul sangue e dolore che non è solo rivolto al genere femminile, ma alle famiglie coinvolte e soprattutto ai figli se ci sono. Sia le famiglie che i figli, porteranno dentro di sé una lacerazione profonda; le famiglie si interrogheranno su i segnali non colti o di inerzia verso tali segnali; ciò porterà entrambi i casi ad uno sradicamento dalla propria anima ed è un lutto profondo per entrambe le famiglie. Questo lutto è molto simile, ma avrà caratteristiche e dinamiche diverse. ; finché entrambe le famiglie non elaboreranno tale lutto, anche se la giustizia fa il suo corso, condannando l esecutore, non allevierà il dolore che produce la morte atroce. Per " onorare" le vittime (omicida e vittima), bisogna elaborare tale lutto; questo non vuol dire non condannare il carnefice, anzi, con la elaborazione del lutto, l omicida viene sradicato da sentimenti emotivi pericolosi, specialmente per la famiglia della vittima; così facendo decade il presupposto razionale della mente, incominciando ad elaborare il lutto: guarendo le impurità che la mente produce, specialmente in questi eventi drammatici. Anche i figli di cui la madre è uccisa dal padre o compagno devono elaborare il lutto, aiutati da figure competenti; ; soprattutto quando entrambi muoiono, uno ucciso e l altro suicida, in questo caso le figure preposte hanno un doppio compito molto complicato. Dovrebbero i figli se le condizioni sono adeguate, continuare a vedere e stare con entrambi i nonni di genitori: Tali figure anche esse devono elaborare il lutto la perdita dei figli, cercando di essere super parte senza recriminare e senza odio verso la famiglia del omicida, ma saper convogliare le energie ed emozioni verso un fine superiore per il bene del nipote o nipoti. Alcuni di voi non saranno in accordo con ciò che ho esposto, ed è plausibile, non ho soluzioni da proporre, cerco di dare uno spunto di riflessione a chi mi sta ascoltando o leggendo, per iniziare in ognuno di noi una riconciliazione con noi stessi; anche se non sono vittime o carnefici materialmente, nella collettività sociale, la prepotenza può essere scambiata per normalità e il saper riconoscere che non è parte di una quotidiana cooperazione tra i membri familiari, aiuterà a cambiare comportamenti dannosi e distruttivi nella mente sociale, che non solo solo da attribuire al genere maschile, ma anche al genere femminile; visto che non è ancora in grado di coglie immediatamente il dramma che potrebbe portare verso la morte. Ci si dovrebbe interrogare il ruolo delle tre religioni monoteiste principali, ricordiamoci che esse provengono da una sola origine. Anno nei secoli accecato le donne fino ai giorni odierni, tali religioni hanno soggiogato, manipolato la mente maschile da non rendersi conto di essere una marionetta nelle mani di chi non vuole realmente la libertà del' umanità; intesa non come genere, ma come "Anima Vivente"; non solo le religioni hanno determinato questo squilibrio del sentire e del insieme umano, anche le varie ideologie politiche hanno contribuito e contribuiscono ancora a questo dramma sociale. Dobbiamo spezzare una lancia a favore di tutta quel umanità che si ribella a questo atavico disonore verso l essere umano, cercando con i mezzi a disposizione, di educare al rispetto e " uguaglianza", i due generi umani; molte volte però si ritrova a scontrarsi proprio con le istituzioni che diversamente da chi si occupa di aiutare non solo le donne, ma anche gli uomini, ad uscire da questa spirale; le istituzioni sono più lente nel muoversi, la burocrazia e le varie decisioni non coordinate, precludono l aiuto immediato. Come in tutti gli aspetti della vita, la prevenzione, il saper cogliere il disagio, al primo segno di abuso, può salvare non solo una vita, ma le vite di entrambi i soggetti in questione ed eventuali figli. Poi non ci dobbiamo dimenticare che molte bambine, sono scambio di merce, non solo vendute come spose bambine, ma per traffici di sesso e in questo caso anche i bambini, sono oggetto di sevizie e in questo olocausto infantile si inserisce anche la vendita di organi. Le panchine rosse, sono per tutte le vittime, non solo uccise, ma, sopravvissute da orrori. Purtroppo i fruitori di questi abusi provengono da ambienti non solo degradati, ma dove una certa " cultura" si fa scudo, incluso rappresentanti delle chiese. Chi si può permettere tale merce minorile spende molti soldi, ed hanno una copertura quasi totale sui loro traffici. Le panchine rosse sono per tutti quei bambini che scompaiono e muoiono in silenzio; dove la società perbenista si gira dal altra parte; le panchine rosse sono per tutte quelle bambine che gli viene negato l infanzia, vedendole a uomini adulti come spose; le panchine rosse sono per tutte quelle donne che hanno subito violenza, stupro ed altro, dai propri compagni o oppressori come in una guerra, e devono ricucire e superare un lutto, che lascerà una cicatrice nella loro anima. Le panchine rosse sono per tutte quelle donne uccise dai loro compagni, rimanendo sospese nella vita; tali panchine sono monito per tutte quelle morti di bambini uccisi dalle proprie madri e da quei figli che uccidono i propri genitori. Le panchine rosse sono per tutti quei ragazzi e ragazze che non riescono a essere se stessi, liberi di esprimere ciò che sono. Le panchine rosse sono ciò che la società ha paura. La società ha paura di sé stessa, del suo sociale. Le panchine rosse sono un opportunità per compiere in ognuno di noi una guarigione di preconcetti e di ataviche credenze.

Da: Elisa Ercoli