Georges Clémenceau
Biografia • Previsioni decise
Georges Benjamin Clemenceau nasce a Mouilleron en Pareds, nella conservatrice Vandea (dipartimento francese parte della regione della Loira) il 28 settembre 1841. La famiglia è repubblicana, solidamente anticlericale, il padre aveva inoltre preso parte ai moti del 1848.
Ancora studente pubblica due giornali di orientamento radicale e incorre nella repressione del governo ultraconservatore di Napoleone III, passando qualche settimana in carcere.
Si laurea in medicina nel 1865, poi parte per gli Stati Uniti dove resterà per quattro anni. Durante il suo soggiorno viene positivamente impressionato dall'organizzazione delle istituzioni statunitensi tanto che la sua visione repubblicana della politica viene rinnovata e rafforzata. Si innamora di Mary Plummer, allieva che frequenta la scuola dove insegna: i due si sposano il 20 giugno 1869. Il matrimonio non sarà dei più felici: i due si separano e per lunghi anni Clemenceau vivrà solo, dedicandosi totalmente alla politica, sua vera grande passione.
Torna in Francia e nel 1870 diventa sindaco di Montmartre: inizia qui il suo percorso politico. Subito entra nell'Assemblea Nazionale e si oppone con forza alle condizioni di pace imposte dalla Germania al termine della guerra franco-prussiana. Come diversi suoi colleghi politici francesi, anche Clémenceau per tutta la carriera avrebbe nutrito un forte odio per i tedeschi in seguito all'umiliazione militare del 1871.
La sua ferma posizione gli fa guadagnare il soprannome di "Tigre", garantendogli inoltre la leadership del partito radicale, legato all'estrema sinistra.
La sua fama è quella di un apprezzato giornalista e uno spietato critico politico, quando fonda nel 1880 il giornale "La Justice", dalle cui pagine si difenderà dall'accusa di corruzione nel cosiddetto "affare di Panama" (1893); dalle stesse pagine conduce inoltre una campagna contro l'antisemitismo e in favore di Alfred Dreyfus (1898).
Nel 1906 è Ministro degli interni e ordina la repressione violenta di uno sciopero di minatori nel Pas de Calais e di un'agitazione di vignaioli nel Linguadoca-Rossiglione, allontanando così le posizioni del partito socialista di Jean Jaurès. Poco dopo diventa primo ministro: opera una decisa svolta politica verso il nazionalismo e il centralismo statale, in costante opposizione a socialisti e sindacati. Grazie al suo operato riesce ad avvicinare le relazioni tra Francia e Gran Bretagna, ma anche ad aumentare gli attriti con la Germania, frequente bersaglio dei sui attacchi. Il suo mandato alla carica di primo ministro dura poco, fino al 1909, quando viene sostituito da Aristide Briand.
Allo scoppio della prima guerra mondiale Clemenceau si oppone decisamente al comando militare di Joseph Joffre, sostenendo invece Ferdinand Foch. Fervente militarista, si opporrà a qualsiasi ipotesi di mediazione diplomatica, arrivando ad accusare di pacifismo l'allora ministro degli interni Louis Malvy.
Nel 1917 diventa di nuovo primo ministro e Ministro della guerra: nemmeno un anno dopo Louis Malvy viene arrestato per tradimento e Ferdinand Foch messo a capo dell'esercito interalleato.
Con la sconfitta della Germania nel 1918 il risentimento di Clemenceau verso la Germania non si ferma. Alla Conferenza di Parigi del 1919 chiede che la Germania venga messa in ginocchio sia politicamente che economicamente, attraverso l'imposizione di forti compensazioni di guerra e l'occupazione militare del Reno. Per queste sue posizioni si troverà in forte contrasto con la delegazione americana e il presidente Woodrow Wilson.
Nel 1920 Clemenceau si candida per la Presidenza della Repubblica: sconfitto, si ritira dalla vita politica.
Georges Clémenceau muore a Parigi il 24 novembre 1929 all'età di 88 anni.
Due suoi libri di memorie sono "La Grandezza e la Miseria della Vittoria", nel quale prevede un altro prossimo scontro con la Germania, e "Nella sera del mio pensiero" (1929).
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