Jean-Jacques Rousseau
Biografia • Verità della natura
Filosofo e pedagogista svizzero, nato a Ginevra il 28 giugno 1712, Jean-Jacques Rousseau è uno dei massimi esponenti del pensiero europeo del XVIII secolo. Figlio di un orologiaio calvinista, rimane orfano di madre a pochi giorni dalla nascita. Lasciato un po' a sé stesso, non avrà un'educazione regolare: a dieci anni si trova privato anche dell'appoggio del padre che, ferreo calvinista e di carattere irruento e rissoso, è costretto a lasciare Ginevra per una lite a causa della quale stava per essere arrestato. Affidato al pastore Lambercier di Bossey, per due anni vive felice, non più esaltato dalle letture, fatte con il padre, dell'"Astrae" di H. d'Urfé o delle "Vite" di Plutarco, bensì educato ai principi religiosi e alle letture morali.
Chiamato a Ginevra da uno zio, studia e in segreto scrive sermoni e commedie, per passare intanto apprendista prima presso un cancelliere, poi presso un incisore. Lascia Ginevra per un banale incidente: uscito una sera di città, al ritorno ne trova le porte chiuse. Essendo recidivo, per non subire punizioni se ne va alla ventura in Savoia, dove cerca aiuto da un parroco che lo indirizza ad Annecy, da Madame de Warens, una giovane donna appena convertitasi al cattolicesimo. È lei a convincere il futuro filosofo a compiere la stessa conversione. Di lì a poco i due diventano amanti.
Il 12 aprile 1728 Rousseau entra al convento dello Spirito Santo di Torino, il 21 abiura e il 23 viene battezzato. Conversione piuttosto affrettata, che spiega come il filosofo successivamente riabbraccerà il calvinismo. Tornato ad Annecy, Rousseau studia musica e canto, poi per due anni (1730-31) passa di città in città. Irrequieto ma bisognoso d'affetto, torna da Madame de Warens. La donna, benché invaghita del suo intendente Claude Anet, s'innamora di Rousseau e pochi anni dopo (1736), morto Anet, Rousseau ne prende il posto, vivendo con la de Warens alle Charmettes presso Chambéry. Qui dedica gran parte del suo tempo allo studio, da cui lo distoglie solo il timore della malattia.
Rousseau è ipocondriaco, bisognoso di continui consulti medici. Alcune fobie sono senz'altro ingiustificate, ma soffre effettivamente di calcoli. Convinto di aver vita breve, giunge a vestirsi all'armena, per nascondere il catetere di cui deve servirsi, lamentando mali inesistenti e convinto di dover soccombere di un polipo al cuore. Nel 1742, l'anno stesso in cui conosce Diderot, Fontenelle, Marivaux e Rameau, vede respingere dall'Accademia delle Scienze di Parigi un nuovo sistema di scrittura musicale. Avvilito, protesta con una "Dissertation sur la musique moderne" e lascia Parigi per un breve soggiorno a Venezia, come segretario dell'ambasciatore francese Montaigu, scrivendo intanto "Les Muses galantes" che fa rappresentare a Parigi nel 1745.
Nello stesso anno instaura una profonda amicizia con Diderot e a Condillac si unisce a Thérèse Levasseur, una stiratrice piuttosto rozza e ignorante, che però gli rimarrà accanto tutta la vita, anche se non sempre in modo fedele. D'altonde lo stesso Rousseau tornava immancabilmente da lei dopo le inevitabili delusioni degli aristocratici amori cui amava abbandonarsi. Conosce Madame d'Épinay, che gli offre ospitalità in un'incantevole casetta (l'Ermitage) ai confini della foresta di Montmorency nel 1756; si invaghisce della cognata di questa, Madame d'Houdedot; la grande passione non ricambiata è causa della rottura con la d'Épinay (1757) cui segue quella con la stessa d'Houdedot nel 1761. Incapace di conservare le amicizie, sia maschili, sia femminili, Rousseau stringe rapporti con numerosi grandi uomini del suo tempo, ma riesce a compromettere i rapporti quasi con tutti.
Rompe anche con Denis Diderot, con il quale aveva aperto la prima polemica del 1757 sul Fils naturel, litiga con Voltaire, che aveva conosciuto nel 1745; riesce perfino a scontrarsi con d'Alembert, col quale aveva stretto amicizia nel 1749, l'anno in cui aveva iniziato a scrivere per l'Enciclopedia la voce "Musica".
Solo Thérèse gli rimane sempre vicina: si sposano il 13 agosto 1768, in una stanza d'albergo a Bourgoin, nel Delfinato, celebrando egli stesso il matrimonio e pronunciando un discorso così elevato e commovente da far piangere il sindaco e un cugino di questi, presenti alla cerimonia. Le sue "Confessioni", iniziate nel 1766 e pubblicate postume, sono un documento unico ("Voglio mostrare un uomo in tutta la verità della natura, e quest'uomo sarò io"), rivelano una psicologia straordinaria, un animo sensibile e un pensiero acutissimo.
Nel 1755 pubblica (prima edizione in Olanda), il "Discorso sull'origine e i fondamenti dell'ineguaglianza fra gli uomini". In questo come in altri testi, al sistema repressivo delle convenzioni sociali e alla rigidità del mondo dell'intelletto e della cultura, caratterizzato dall'oppressione politica e sociale, Rousseau oppone il mondo del sentimento e della natura e l'ideale di un felice e libero stato di natura, quale possibilità ed esigenza propria dell'uomo che comincia a essere soffocata da colui che per primo recinde un appezzamento di terreno e lo dichiara sua proprietà, ponendo così le premesse della società civile in cui regnano l'ineguaglianza e la forza; riprende questi temi nelle sue opere maggiori: ne "Il Contratto Sociale" e nell'"Emilio o dell'educazione", pubblicati l'uno nell'aprile, l'altro nel maggio del 1762.
Dopo la pubblicazione di quest'ultima opera, che viene condannata come empia, Rousseau è costretto a fuggire dalla Francia. Cacciato da vari luoghi, accetta nel 1765 l'ospitalità che David Hume gli offre in Inghilterra; nascono presto dissapori anche con lui, che accusa di cospirare coi suoi nemici.
Ritornato a Parigi conduce l'esistenza inquieta e tormentata descritta nei "Sogni di un viandante solitario". Jean-Jacques Rousseau viene infine accolto ad Ermenonville dal marchese di Girardin, dove muore il 2 luglio 1778.
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