Patrick Zaki
Biografia
Dopo il suo arresto nel febbraio 2020, Patrick Zaki è detenuto in un carcere egiziano. Per lo studente, attivista e ricercatore egiziano è stata richiesta la cittadinanza italiana, un aspetto che indubbiamente favorirebbe un'ulteriore mobilitazione a sua difesa. Scopriamo di più su Patrick Zaki, approfondendo i momenti salienti della sua vita.
Patrick Zaki: adolescenza e attivismo
Patrick George Zaki, questo il nome completo del futuro attivista, nasce il 16 giugno 1991. Il luogo di nascita è la cittadina di Mansoura, nella zona nord orientale dell'Egitto.
Della sua infanzia si conoscono pochi dettagli: è nel momento in cui scoppia la rivoluzione egiziana che il giovane ventenne, di per sé molto determinato e ambizioso, inizia a dare sfogo concreto alla propria passione per l'impegno sociale, interessandosi sempre più al tema della difesa dei diritti umani.
Dopo aver assistito a massacri e violenze in prima persona nella propria terra natale, sceglie di perseguire una carriera nel settore dell'attivismo.
Nel momento in cui la rivoluzione finalmente termina, non si placano però le forti tensioni nella società. Il clima politico in Egitto risulta molto complesso. Le persone sono impaurite e preferiscono mantenere un basso profilo. Non è certo il caso del giovane Patrick Zaki, che nel frattempo decide di interrompere gli studi e iniziare a lavorare nel 2017 per conto dell'Egyptian Initiatives for Personal Rights.
Presso questa organizzazione, che è una delle più importanti in Egitto per la difesa dei diritti umani e civili, il giovane rimane all'incirca due anni.
Il Master presso l'Università di Bologna
Nel 2019 Patrick decide di ricominciare a studiare. Si trasferisce a Bologna, grazie alla partecipazione al programma universitario Erasmus Mundus. Nel capoluogo emiliano, che ospita anche la più antica università al mondo, si iscrive al Master in studi di genere e sulle donne. In ambito accademico si fa apprezzare dai propri docenti. Tuttavia, il suo sogno di fare la differenza nel mondo dell'attivismo e riuscire a dare un contributo per il cambiamento in meglio del suo paese, viene interrotto il 7 febbraio 2020.
L'arresto di Patrick Zaki
È in questa data che il giovane ricercatore viene arrestato. Sbarcato all'Aeroporto Internazionale del Cairo, dove era appena arrivato per tornare a trovare la famiglia, viene fermato dalle forze dell'ordine, che l'attendevano.
L'organizzazione statale deputata alla sicurezza nazionale preleva il giovane e lo porta in una località segreta, dove viene detenuto con l'accusa di diffondere notizie false sui social network, allo scopo di minare l'ordine sociale e la quiete pubblica.
Secondo quanto sostenuto dai suoi accusatori, che lo trattano alla pari di un terrorista, Patrick Zaki si sarebbe reso colpevole di istigazione alla violenza tramite parole e incitamento alla protesta, nel tentativo di rovesciare lo Stato.
Il caso Zaki e la mobilitazione internazionale
Nonostante la volontà del Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, ex giornalista e appartenente al Partito Democratico, di andare a fondo della faccenda e cercare di aiutare il giovane ricercatore da Strasburgo, le relazioni diplomatiche tra l'Egitto, l'Italia e in seconda istanza l'Unione Europea, sono estremamente complesse.
A complicare lo scenario c'è anche la vicenda della morte di Giulio Regeni, che presenta non pochi punti in comune con quella di Zaki.
Nel mese di ottobre del 2020, ventisei membri del Parlamento Europeo inviano una lettera all'Ambasciatore italiano in Egitto, Giampaolo Cantini, chiedendo che si attivi in maniera più forte per cercare di accelerare il rilascio di Patrick.
La sua detenzione nel frattempo viene continuamente prolungata, ogni quarantacinque giorni.
Nel dicembre del 2020 il Parlamento Europeo approva una risoluzione che certifica le continue minacce ai diritti umani in Egitto, citando il caso di Patrick Zaki come uno di quelli più gravi.
La detenzione dello studente egiziano, il cui stato mentale inizia gradualmente a essere sempre più provato, attira l'attenzione anche di star di Hollywood. Scarlett Johansson nel dicembre del 2020 interviene per chiedere la liberazione di Patrick Zaki e di altri tre attivisti, che si battono per il rispetto dei diritti umani.
La liberazione nel 2021 e gli anni seguenti
Il 14 aprile 2021 il Senato italiano vota a maggioranza per chiedere al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, la concessione della cittadinanza italiana a Zaki, che nel frattempo diventa oggetto anche di propaganda negativa diffusa dallo Stato egiziano.
Alla fine dell'anno, il 7 dicembre, arriva la bella notizia: Zaki viene rilasciato. Il ragazzo tuttavia non è stato assolto e dovrà apparire davanti alla corte.
Nel mese di luglio 2023 Patrick Zaki consegue la laurea a Bologna con 110 e lode: ancora sotto processo nel suo paese e costretto a non espatriare , discute la tesi in collegamento dall’Egitto.
Pochi giorni dopo, il 18 luglio, arriva la sentenza egiziana che condanna Zaki a tre anni di carcere. Il giorno seguente una nuova buona notizia: Il presidente egiziano Al Sisi concede la grazia a Patrick.
Altre curiosità
Non si conoscono molti dettagli riguardo la privata di Patrick Zaki, che tuttavia si è speso moltissimo nel corso della propria carriera accademica e professionale per la protezione dei diritti delle comunità LGBT, una di quelle più a rischio nel nuovo regime egiziano.
Le poche notizie di aggiornamento sulla sua salute durante la detenzione in carcere, arrivano dalla sorella Marise Zaki. Nel maggio 2021, dopo averlo visitato in carcere ha dichiarato:
"È smagrito e nervoso dopo quindici mesi in cella. Aiutiamolo."
Foto e immagini di Patrick Zaki
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Nota bene
Biografieonline non ha contatti diretti con Patrick Zaki. Tuttavia pubblicando il messaggio come commento al testo biografico, c'è la possibilità che giunga a destinazione, magari riportato da qualche persona dello staff di Patrick Zaki.
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