Adolf Eichmann

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Biografia

Otto Adolf Eichmann nasce il 19 marzo del 1906 a Solingen, nella parte settentrionale della Germania, figlio di Maria e di Adolf Karl. Trasferitosi in Austria, a Linz, nel 1914 in seguito alla morte della madre, abbandona la scuola superiore prima di ottenere il diploma. Inizia un corso per imparare a fare il meccanico. Anche in questo caso, però, non porta a termine l'intento e sceglie di iniziare a lavorare nell'azienda di estrazione mineraria di cui il padre è proprietario.

Dal 1925 ha un impiego presso l'Oberoesterreichische Elektrobau AG in qualità di agente commerciale, mantenendolo per un paio di anni. Dopodiché lavora per una sussidiaria della Standard Oil, la Vacuum Oil Company AG, come agente distrettuale.

L'approccio alle SS

Tornato in Germania nell'estate del 1933, comincia a interessarsi alla politica - cosa che non aveva mai fatto fino a quel momento - prendendo parte a raduni e manifestazioni di diversi partiti sia in Germania che in Austria. Nel corso di un evento della NSDAP ha modo di incontrare un amico di famiglia, di nome Ernst Kaltenbrunner, grazie al quale entra nelle SS.

Complice la lettura de "Lo stato ebraico", libro di Theodor Herzl (colui che fondò il movimento sionista), si appassiona sempre di più alla conoscenza del nemico ebraico. Per fare carriera all'interno delle SS si propone come esperto di sionismo ed ebraismo: anche per questo motivo nel 1937 si trasferisce momentaneamente in Palestina, seppur sotto copertura, visitando vari kibbutz e Haifa. Adolf Eichmann viene, però, scoperto dai britannici, che ai tempi governavano il territorio, e rimandato in Germania.

Adolf Eichmann

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Contro gli ebrei austriaci

Può sfruttare l'occasione di farsi conoscere e notare dai capi delle SS, e più in generale dai vertici del partito nazista, nel 1938, nel momento in cui si palesa l'esigenza, dopo l'Anschluss, di espellere dal territorio annesso al Reich gli ebrei austriaci. Insediatosi nell'ex palazzo del barone ebreo Philip de Rotschild a Vienna, Adolf Eichmann costituisce un'agenzia del servizio di sicurezza nazista, l'Ufficio centrale per l'emigrazione ebraica, il cui obiettivo consiste nell'indurre ad andare via più ebrei austriaci possibili.

Eichmann riesce, quindi, a cacciare dall'Austria più di 50mila persone.

L'avanzamento di carriera

Promosso - anche per questa ragione - ufficiale delle SS, diventa esperto di spostamenti di massa in virtù di un evidente talento dal punto di vista dell'organizzazione logistica.

Il capo del servizio di sicurezza nazista Reinhard Heydrich apprezza il suo lavoro al punto da costituire a Berlino un ufficio per l'emigrazione ebraica che segua il modello viennese. Sceglie così Adolf Eichmann come proprio braccio destro.

Nel 1939 Eichmann viene inviato a Praga anche per favorire l'emigrazione dalla Cecoslovacchia degli ebrei: in questo caso, tuttavia, la situazione non è delle più semplici, anche perché in Europa sono sempre di meno i Paesi intenzionati ad accettare gli ebrei costretti a scappare. Ecco perché Eichmann in tale circostanza decide di ammassare le persone in ghetti in cui le malattie e la fame causano morte e disperazione.

La creazione dei campi di concentramento

La creazione di ghetti non è altro che il preludio della costituzione dei campi di concentramento. Nel gennaio del 1942 i vertici nazisti decidono, con la Conferenza di Wannsee, di avviare la cosiddetta soluzione finale. Un paio di mesi più tardi Adolf Eichmann diventa il responsabile e il coordinatore delle deportazioni, occupandosi di organizzare i convogli ferroviari destinati a trasferire ad Auschwitz gli ebrei deportati.

Eichmann diventa, in sostanza, uno degli esecutori materiali più importanti e più coinvolti nell'Olocausto. Dirige le deportazioni degli ebrei ungheresi in prima persona fino alla fine del 1944. Pur non entrando mai a far parte dell'élite nazista e non avendo peso dal punto di vista delle decisioni politiche, militari o strategiche, Eichmann è responsabile della morte di centinaia di migliaia di ebrei, come uno dei più terribili burocrati. A dir la verità è poco stimato dai suoi commilitoni e dai suoi superiori. La cattiva reputazione deriva dalla sua inclinazione alle donne e all'alcol e dal fatto che sua moglie è di origini non ariane.

Adolf Eichmann

La fuga in Argentina dopo la guerra

Una volta conclusa la Seconda Guerra Mondiale, tuttavia, è proprio la sua scarsa notorietà a permettergli di salvarsi e di far perdere le proprie tracce. Dopo essere rimasto nascosto per cinque anni nelle campagne tedesche, Eichmann si trasferisce in Argentina dove trova rifugio con molti altri nazisti (tra cui il dottor Mengele).

Grazie a documenti di identità falsi fornitigli da Alois Pompanin, vicario di Bressanone, quindi, si sposta in Sud America, intenzionato comunque a ritornare - prima o poi - in Germania. Qualche anno più tardi, però, deve affrontare un evento imprevisto: suo figlio si presenta a una ragazza tedesca con il suo vero cognome (e non come Klement, il cognome nuovo che Eichmann aveva iniziato a usare), e inizia a parlarle di mancato genocidio.

Adolf Eichmann

Adolf Eichmann al processo

L'arresto, il processo e la condanna a morte

La ragazza ne parla con la famiglia: il padre, guarda caso, è un ebreo ceco, di nome Lothar Hermann, scappato dall'Olocausto, che ricollega il cognome Eichmann a quello del nazista che tutto il mondo sta cercando. Così, viene informato Fritz Bauer, procuratore tedesco: si viene a sapere così che Adolf Eichmann è ancora vivo e si trova a Buenos Aires.

Poco dopo Adolf viene rapito dal Mossad, il servizio segreto israeliano, e trasferito in segreto in Israele, per essere sottoposto al processo relativo ai crimini che aveva compiuto nel corso della guerra. Il processo si svolge nel 1961, a una quindicina di anni di distanza dal processo di Norimberga. È il primo processo che coinvolge un criminale nazista ad essere allestito in Israele.

Inevitabile, arriva la condanna a morte, che viene eseguita il 31 maggio del 1962 nel carcere di Ramla (nonostante numerose richieste di grazia, che vengono respinte da Yitzhak Ben-Zvi, presidente israeliano). Adolf Eichmann muore, dopo aver rifiutato l'ultimo pasto, impiccato, all'età di 56 anni. Condannato per avere perseguito lo sterminio degli ebrei, la sua è la sola esecuzione capitale che coinvolge un civile mai portata a termine nello stato di Israele.

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