Giovanni Vailati
Biografia • Apprendere e insegnare
Giovanni Vailati nasce a Crema il giorno 24 aprile 1863 dal nobiluomo Vincenzo Vailati e da Teresa Albergoni. Compie gli studi liceali a Lodi, presso il Collegio San Francesco, diretto dai padri Barnabiti, dove entra nel 1874 come convittore. Passati brillantemente gli esami del liceo, si iscrive all'Università di Torino dove ottiene la laurea in Ingegneria nel 1884; consegue poi una laurea in Matematica nel 1888.
Torna a Crema nel 1888 dove partecipa alla vita politica della città entrando a far parte delle istituzioni comunali; Vailati si dedica poi allo studio delle lingue moderne, coltivando nel frattempo diversi interessi culturali, in modo particolare per la musica, campo in cui approfondisce la conoscenza preferenza di Bach e Wagner.
Nel 1892 torna all'università di Torino in qualità di assistente del professore Giuseppe Peano, nel suo corso universitario di Calcolo infinitesimale.
Tre anni più tardi è assistente di Geometria proiettiva, poi dal 1896 al 1898 è assistente di Vito Volterra, nel corso di Meccanica Razionale. Vailati terrà per tre anni un corso di Storia della meccanica, a imitazione dei celebri corsi tenuti a Vienna da Ernst Mach, con cui svilupperà negli anni successivi un'interessante rapporto epistolare.
Negli scritti di questo periodo Vailati sottolinea i limiti epistemologici del positivismo classico e l'importanza del linguaggio nell'evoluzione storica del pensiero filosofico e scientifico.
Collabora alle ricerche di logica-matematica condotte dal gruppo di Peano con diverse pubblicazioni nella "Rivista di Matematica" e partecipando alla realizzazione del famoso "Formulario mathematico", di cui curerà alcune parti tecniche e in particolare le schede storiche.
Torino risulta essere un ambiente culturale brillante, e Vailati ha modo di sollecitare ed estendere i suoi interessi culturali frequentando personaggi come Cesare Lombroso e Gaetano Mosca. Frequenta con particolare assiduità il Laboratorio di Economia politica fondato da Cagnetti, dove incontra Luigi Einaudi, con cui stringe una profonda e duratura amicizia.
Nel 1899 decide di abbandonare l'insegnamento universitario per insegnare nelle scuole superiori. Ottiene una cattedra in Sicilia, al Liceo di Siracusa: qui frequenta il filosofo tedesco Franz Brentano, già maestro di Husserl e Freud, alle cui teorie psico-gnoseologiche dedicherà l'anno successivo una comunicazione letta al Congresso internazionale di psicologia di Parigi.
Nell'ottobre del 1901 ottiene una cattedra a Como e torna nella sua Lombardia. L'estate seguente trascorre un soggiorno in Austria, presso la famiglia di Brentano: rimarrà ai posteri un intenso e ricco carteggio a testimonianza del solido legame instaurato fra Vailati e Brentano. L'anno successivo trascorre il mese di agosto a Cambridge: qui conosce Victoria Lady Welby, sua corrispondente, con la quale condividerà la passione per gli studi di analisi del linguaggio.
In seguito ad un voto dell'Accademia dei Lincei, che riteneva Vailati lo studioso più adatto a curare l'edizione nazionale degli scritti di Torricelli, viene trasferito nel 1904 dal Ministro della Pubblica Istruzione all'Istituto Tecnico Galileo Galilei di Firenze. Nella città toscana Vailati inizia, con un articolo dedicato alla definizione di matematica data da Bertrand Russell, a collaborare alla rivista "Leonardo". Con i due giovani animatori della rivista, Giovanni Papini e Giuseppe Prezzolini, il filosofo cremasco condivide le critiche sull'arretratezza e provincialismo della cultura italiana; tuttavia la sua concezione scientifica del pragmatismo, che cerca di divulgare anche tramite articoli e recensioni pubblicati nel "Leonardo", rimane sempre molto lontana dall'antintellettualismo e dall'attivismo del "pragmatismo magico" dei suoi giovani compagni.
Nel novembre del 1905 Vailati viene chiamato dal Ministro della Pubblica Istruzione, su suggerimento di Gaetano Salvemini, a far parte della Commissione Reale che doveva occuparsi della riforma della scuola media. L'impegno di Vailati nella Commissione è intenso: si reca in diversi stati europei per studiare direttamente i loro sistemi scolastici, coordina i lavori per la preparazione dei programmi di matematica e interviene su tutte le questioni di carattere generale e sui programmi di diverse discipline con proposte innovative e puntuali.
Le proposte pedagogiche di Vailati sono straordinariamente attuali e profonde. La passione per l'insegnamento lo porta a chiedere di poter tornare all'Istituto Galileo Galilei di Firenze nell'autunno del 1908, pur impegnandosi a presenziare alle riunioni della Commissione. Ma nel mese di dicembre si ammala. Nella speranza di ristabilirsi torna a Roma, dove però la malattia si fa sempre più grave.
Giovanni Vailati muore il 14 maggio 1909, a soli quarantasei anni.
Dopo la morte alcuni amici aprono una sottoscrizione per pubblicare in un unico volume i circa duecento scritti, che comprendono articoli, comunicazioni, brevi saggi e recensioni, dispersi in una miriade di riviste italiane, francesi, inglesi ed americane. Il volume degli "Scritti di Giovanni Vailati" uscirà nel 1911 grazie all'adesione di oltre duecentocinquanta sottoscrittori.
Frasi di Giovanni Vailati
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