Tom Wolfe
Biografia
Saggista, giornalista, scrittore e critico d'arte, il nome completo di Tom Wolfe è Thomas Kennerly Wolfe Junior; nasce il 2 marzo del 1931 a Richmond, in Virginia, figlio di Louis e di Thomas, un agronomo. Cresciuto in Gloucester Avenue, nel quartiere di Sherwood Park, Tom è uno studente diligente, oltre che redattore del giornalino scolastico e piccolo campione di baseball alla St. Christopher's School, una scuola episcopale di soli ragazzi della sua città.
Dopo essersi diplomato nel 1949, rifiuta la Princeton University, alla quale pure era stato ammesso, per frequentare la Washington and Lee University: qui è, tra l'altro, membro della confraternita Phi Kappa Sigma.
Gli studi, il baseball e la scrittura
In questi anni si dedica alla scrittura, e partecipa alla fondazione di una rivista letteraria intitolata "Shenandoah"; a influenzarlo in modo particolare è uno dei suoi professori, Marshall Fishwick. Nel 1951, Wolfe si laurea cum laude con una tesi intitolata "A zoo full of zebras: anti-intellectualism in America", nella quale esprime il proprio amore per la parola contro il criticismo culturale dell'epoca.
Non avendo abbandonato il baseball nonostante i successi scolastici, inizia a giocare in maniera semi-professionistica, e nel 1952 ha l'opportunità di svolgere un provino con i New York Giants: tuttavia, viene scartato dopo tre giorni. Anche per questo decide di mettere da parte le sue velleità sportive e di inseguire l'esempio del professore Fishwick, entrando a far parte del programma di ricerca di American Studies all'Università di Yale.
La carriera di giornalista
Benché gli venga in seguito proposto di insegnare in accademia, Tom sceglie di intraprendere la carriera di giornalista. Nel 1956, mentre è ancora impegnato a preparare la sua tesi, diventa un corrispondente per lo "Springfield Union" di Springfield, nel Massachusetts.
La sua tesi PhD è intitolata "The league of American writers: communist organizational activity among American writers, 1929-1942", e viene conclusa nel 1957: due anni più tardi, viene assunto dal "Washington Post".
Vincitore di un premio dal Newspaper Guild grazie a un suo reportage realizzato a Cuba nel 1961, Tom Wolfe si cimenta in parallelo con la scrittura fictional, dedicandosi a racconti umoristici.
Nel 1962 lascia Washington per trasferirsi a New Work, dove lavora per il "New York Herald Tribune". In occasione dello sciopero dei giornali della Grande Mela di quell'anno, propone alla rivista "Esquire" un articolo sulla cultura automobilistica del Sud della California. Il pezzo viene pubblicato solo nel 1964, con il titolo "There Goes (Varoom! Varoom!) That Kandy-Kolored Tangerine-Flake Streamline Baby". Discusso da molti e contestato da altri, esso rappresenta il punto di partenza per la pubblicazione del primo libro di Wolfe, intitolato "The Kandy-Kolored Tangerine-Flake Streamline Baby", una raccolta di scritti tratti dall'"Herald Tribune" e dall'"Esquire".
Tom Wolfe e il "New Journalism"
Divenuto esponente del cosiddetto New Journalism, che propone una varietà di tecniche letterarie differenti mescolate tra loro con l'idea del reportage tradizionale, Wolfe si fa notare per la costruzione particolare dei suoi articoli, che spesso prevedono punti di vista molteplici e ricostruzioni eseguite scena dopo scena.
Da quel momento, le sue raccolte di saggi si susseguono con una notevole frequenza: al 1968, per esempio, risalgono "The Pump House Gang" e "The Electric Kool-Aid Acid Test" ("L'Acid Test al Rinfresko Elettriko"), mentre di due anni più tardi è "Radical Chic & Mau-Mauing the Flak Catchers" ("Lo chic radicale e Mau-mauizzando i Parapalle"). "The Electric Kool-Aid Acid Test", per altro, è uno degli esempi più evidenti del New Journalism dell'autore della Virginia: l'opera è un resoconto delle avventure dei Merry Pranksters, un celebre gruppo di controcultura dell'epoca, ed è notevolmente sperimentale per l'impiego di libere associazioni e onomatopee, ma anche di una punteggiatura eccentrica, con ripetuti punti esclamativi e molteplici corsivi: il tutto serve a rendere l'idea e la personalità di Ken Kesey e dei suoi seguaci. Nel 1975 Wolfe scrive "The New Journalism" (Il "nuovo" giornalismo), in cui raccoglie pezzi di Joan Didion, Gay Talese, Hunter S. Thompson, Truman Capote e Norman Mailer.
Altre opere
Altre pubblicazioni successive di Tom Wolfe sono: "The Painted Word" ("Come ottenere il successo in arte", 1975), "Mauve Gloves & Madmen, Clutter & Vine" (1976, "Gente bene e tutti gli altri"). Dopo "The Right Stuff" ("La stoffa giusta", del 1979), è la volta di "In Our Time", "From Bauhaus to Our House" ("Maledetti Architetti") e "The Purple Decades", usciti tra il 1980 e il 1982.
Nel 1987 Tom pubblica il romanzo "The Bonfire of the Vanities" ("Il falò delle vanità"), cui fa seguito l'anno successivo "A Man in Full" ("Un uomo vero"); nel 1989 esce, invece, il saggio "Stalking the Billion-Footed Beast" ("A caccia della bestia da un miliardo di piedi"). Dopo avere scritto nel 2000 "Hooking Up" ("La bestia umana"), nel 2004 Tom Wolfe pubblica il romanzo "I Am Charlotte Simmons" ("Io sono Charlotte Simmons"), e nel 2012 dà alle stampe "Le ragioni del sangue".
Tom Wolfe Muore a New York, a Manhattan, il 14 Maggio 2018 a causa di conseguenze dovute a una polmonite all'età di 87 anni.
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