George A. Custer

George A. Custer

George A. Custer

Biografia L'ambizione e l'avventatezza

George Armstrong Custer nasce il 5 dicembre 1839 a New Rumley, piccolo paese dell'Ohio, da Emanuele Custer, fabbro del villaggio, e da Maria Ward Kirkpatrick.

All'età di dieci anni George viene mandato a Monroe nel Michigan, presso la sorella Lydia. La donna avrà una forte influenza sulla formazione del giovane. Alla scuola "Young Men Academy" di Alfred Stebbins, il giovane Custer dimostra subito le caratteristiche che lo avrebbero contraddistinto per tutta la vita. Generoso coi compagni, sempre primo negli sport e sempre pronto a tuffarsi nei romanzi di argomento militare.

Il legame con la sorella Lydia è ottimo ed è particolarmente affezionato ad uno dei suoi figli, Harry Armstrong Reed, il cui destino sarebbe rimasto per sempre legato a quello del futuro generale: moriranno entrambe nel famigerato scontro di Little Big Horn.

Durante il soggiorno a Monroe Custer ha modo di conoscere Elisabeth Clift Bacon, figlia del giudice Daniel Stanton Bacon, che sarebbe diventata sua moglie.

A diciassette anni entra all'accademia di West Point dove fin da subito manifesta tutta la propria esuberanza. Eccellente cavallerizzo, compagno socievole e aperto con gli altri cadetti è tuttavia anche un cattivo esempio per la sua propensione al disordine, la mancanza di puntualità e l'insofferenza ai comandi. Si distingue per gli aspetti negativi del suo carattere che gli procurano l'allontanamento dall'accademia. Per non aver sedato una rissa tra cadetti in qualità di ufficiale della guardia, rischia seriamente la corte marziale e l'inevitabile conseguente espulsione.

La carriera militare di Custer inizia in modo significativo dopo lo scoppio nel 1861 della guerra di secessione americana, che vede molti cadetti del Sud ritirarsi dall'accademia per arruolarsi nelle file confederate. L'Unione ha un disperato bisogno di ufficiali. Le qualità poco accademiche ma molto concrete sul piano pratico di Custer non tardano ad emergere nell'emergenza della guerra.

In luglio Custer riceve l'ordine di raggiungere Washington per aggregarsi al 2° reggimento cavalleria. Nel 1862 Custer viene trasferito al 5° cavalleria dell'Armata del Potomac: dimostra tutta la sua audacia in un'azione di ricognizione sul fiume Chickahominy nella quale, sotto gli occhi del generale John G. Barnard, riesce a dimostrare la guadabilità del fiume e la localizzazione delle avanguardie nemiche. Questo gli procura l'ammirazione del generale Mc Clellan, che gli propone di diventare suo aiutante di campo col grado onorario di Capitano.

Nel giugno 1863 le armate di Lee sono in procinto di invadere la Pennsylvania e in questa situazione il generale George G. Meade, comandante dell'armata del Potomac, chiede al comandante in capo dell'esercito Henry W. Halleck la disponibilità di tre nuovi generali di brigata per riorganizzare le forze di cavalleria. Il generale Pleasonton propose per la nomina il capitano Custer, impressionato dal suo comportamento nella carica presso Aldie contro la cavalleria del generale confederato JEB Stuart. Custer viene informato del fatto il 29 giugno, due giorni prima della battaglia di Gettysburg: a ventitre anni diventa il più giovane generale della storia degli Stati Uniti.

La battaglia di Gettysburg, ricordata come la più sanguinosa di tutta la guerra e punto di non ritorno per il Sud, mette ancora una volta uno di fronte all'altro, Custer e JEB Stuart. Di nuovo, come ad Aldie, i leggendari cavalleggeri confederati vengono intercettati e fermati dalla cavalleria di Custer che impedisce il ricongiungimento con le truppe di Lee, apportando in tal modo un notevole contributo per l'esercito dell'Unione. Il giorno successivo, il 4 luglio, Lee attraversa il Potomac e rientra in Virginia.

Nel 1864 Lincoln nomina Ulysses S. Grant comandante in capo delle forze dell'Unione. Le armate di Lee e di Grant si fronteggiano sul fiume Rapidan e nella foresta di Wilderness (Virginia). È un massacro da entrambi le parti: si contano 15.000 tra morti e feriti nelle file unioniste e 8.000 tra quelle confederate. Custer alla testa della brigata del Michigan guida la carica sul nemico costringendo i confederati a ripassare il fiume Chickahominy.

A Yellow Tavern (Virginia), l'11 maggio 1864, il Sud perde JEB Stuart, uomo di grandissimo valore che tentava di arginare una carica del generale Custer.

La guerra di secessione si avvia rapidamente verso la conclusione: già capitolata Atlanta, capitale della Georgia, Savannah cade di li a poco, il 21 dicembre. Il 3 aprile 1865 la caduta di Richmond sancisce la fine della guerra di secessione, costata circa 600.000 morti.

Un ultimo appuntamento attendeva Custer: la resa di Lee ad Appomattox Court House (Virginia) il 9 aprile 1865. Custer è presente assieme a Sheridan, Sherman ed altri generali all'incontro con il quale Lee consegna le armate confederate nelle mani di Grant. Lo scrittoio della casa sul quale Grant firma i termini della resa, verrà acquistato dal generale Sheridan che ne ferà dono alla signora Custer.

Nel maggio 1865 il Nord festeggia la vittoria con una trionfale parata a Washington in Pennsylvania Avenue. In tribuna d'onore, al fianco del generale Grant, c'è il nuovo presidente Andrew Johnson, eletto dopo la morte di Abraham Lincoln, ucciso il 14 aprile. Lo stesso giorno Custer riceve l'ordine di partire per il Sud, inquadrato nella grande operazione di recupero delle terre ribelli.

Nella primavera del 1866 viene richiamato a Washington per riferire sulle condizioni del Texas e della Louisiana. Sempre in primavera venne congedato da generale dei volontari: si ritrova nella condizione di capitano con uno stipendio che passa automaticamente dagli ottomila ai duemila dollari l'anno.

Pochi mesi dopo riceve la nomina di tenente colonnello e in ottobre raggiunge presso Fort Riley (Kansas) il reggimento del 7° cavalleria completamente ristrutturato.

Il generale Winfield S. Hancock, comandante del dipartimento del Missouri, è dell'idea di organizzare una spedizione punitiva per far comprendere agli indiani la potenza militare dell'esercito degli Stati Uniti. Custer ha l'ordine di uscire da Fort Hays per una perlustrazione dell'area dello Smoky Hill. La sua spedizione lunga circa mille miglia si rivela piena di insidie: si contano centinaia di diserzioni che Custer seda con l'immediata uccisione. In una delle sue tappe a Fort Harker l'aspetta un'amara sorpresa: riceve un telegramma da parte di Grant che lo invitava a presentarsi immediatamente al comando.

A Fort Leavenworth nell'agosto 1867 viene riunita la corte marziale, i cui punti d'accusa erano: l'abbandono del posto di comando senza autorizzazione. l'utilizzo di mezzi di trasporto dell'esercito per uso personale, aver ordinato l'uccisione dei disertori senza il beneficio di un processo.

La Corte emette un verdetto di colpevolezza per il quale Custer viene sospeso dal grado e dal comando per il periodo di un anno.

Nel frattempo i Sioux e i Cheyenne, inseguiti dal 7° cavalleggeri, mettono a ferro e fuoco l'intera zona dello Smoky Hill compresa tra i fiumi Platte e Arkansas. Le fattorie, le stazioni di posta e le carovane dei coloni sono il sistematico bersaglio degli indiani che attaccano, uccidono e bruciano.

Il trattato di Medicine Lodge, crea un "Territorio "Indiano entro il quale nessun bianco avrebbe potuto mettere piede, ma la soluzione che vorrebbe risolvere un problema ne crea altri. Le bande Cheyenne più recalcitranti rifiutano l'ingresso nel territorio appena costituito: gli scontri con l'esercito continuano per tutto il 1868. Tutto l'ovest è in fiamme a iniziare dal Wyoming sino al Territorio Indiano: il territorio è troppo vasto e i soldati non sono in grado di controllarlo.

Il 24 settembre 1868 Custer viene richiamato in servizio. Sotto una tormenta di neve, grazie all'utilizzo di guide Osage, Custer trova presto tracce di indiani in direzione direzione sud-est verso il fiume Washita. La notte del 27 novembre il villaggio indiano Cheyenne di Pentola Nera, ancora immerso nel sonno, viene attaccato dagli squadroni del 7° cavalleggeri al suono del "Garry Owen", l'antica marcia irlandese, molto cara a Custer. Il capo Cheyenne Pentola nera, che si considerava un amico degli americani, tenta di fermare il massacro imminente sbandierando lo stendardo donatogli dal governo degli Stati Uniti.

Fu un vero massacro. Pentola Nera e sua moglie morirono assieme a un centinaio di altri Cheyenne, compresi donne e bambini. Nel campo tutto fu bruciato tutto e la quasi totalità dei cavalli fu abbattuta per impedire che altri indiani se ne servissero. Tra i cavalleggeri si contarono una ventina di morti. Con la strage del Washita Custer porta un contributo notevole alla campagna invernale del generale Sheridan: entro la primavera del 1869 le cinque tribù meridionali avrebbero fatto rientro nella riserva. L'operato di Custer viene criticato, ma non dal suo superiore Sheridan.

Nel 1871 Custer viene inviato col 7° nel profondo sud a causa dei continui disordini provocati dal Ku Klux Klan, movimento politico che si batteva contro la concessione del voto alla gente di colore. Nel 1872, durante la visita negli Stati Uniti del figlio dello zar, il granduca Alessio di Russia, Custer, assieme ad altri generali è incaricato di organizzare una caccia al bisonte per intrattenere l'ospite europeo. Del gruppo fanno parte anche Buffalo Bill e un centinaio di guerrieri Sioux che eseguono davanti al granduca le loro danze, ed esibendosi a cavallo in spericolati caroselli.

Nell'aprile del 1873 il 7° cavalleria viene di nuovo rispedito al nord, a Fort Lincoln nel Nord Dakota. Appena sul posto, Custer, su pressione del generale Sheridan, organizza una spedizione di ricognizione nella zona delle Black Hill con la scusa di proteggere gli indiani da eventuali intrusioni da parte dei bianchi. La spedizione, per colmo di sventura dei Sioux, porta alla scoperta dell'oro.

A questo punto è chiaro che quello che doveva essere un territorio inviolabile sarebbe diventato un territorio di esclusiva pertinenza dei bianchi. Il governo organizza una nuova spedizione nella quale i geologi avrebbero dovuto verificare la consistenza dei giacimenti. Per placare la collera degli indiani il governo arriva a mercanteggiare le loro terre. La posizione dei Sioux a tale riguardo è prevedibile; solo Nuvola Rossa, stanco di combattere i bianchi, sembra accettare l'offerta. In risposta la maggior parte delle tribù abbandona nel 1875 le riserve di Pine Ridge e di Standing Rock per portarsi nella zona del fiume Powder. Nei primi mesi del 1876 il governo degli Stati Uniti considera ostili gli indiani fuori delle riserve e a tale riguardo sollecita un intervento da parte dell'esercito.

Sheridan non aspettava nient'altro di meglio. Convocati a Chicago i generali George Crook e Alfred H. Terry, con essi concorda un piano che prevede l'impiego di tre grosse colonne di soldati, una al comando di Crook proveniente dal Wyoming, un'altra al comando del colonnello Gibbon proveniente dal Montana e la terza al comando di Terry proveniente dal Nord Dakota. Le tre colonne avrebbero dovuto incontrarsi nella zona del Powder dove maggiormente si concentravano le forze dei Sioux e dei Cheyenne. Terry avrebbe dovuto, costeggiando il fiume Yellowstone, andare incontro alle truppe di Gibbon e poi con esse ricongiungersi con quelle di Crook nel punto in cui il fiume Big Horn si congiunge allo Yellowstone. Il piano ben congegnato aveva comunque un grosso limite: i tre generali marciando ognuno per proprio conto, date le asperità del terreno e le difficoltà delle comunicazioni, rischiavano di ignorare quello che poteva accadere alle altre colonne.

Il 25 giugno 1876 nelle vicinanze del fiume Little Big Horn nel Montana, ha luogo una delle battaglie piu' famose ed eroiche della storia degli Stati Uniti d'America. Il 7° cavalleria comandato dal generale Custer attacca un grande villaggio indiano composto per la maggior parte da Lakota e Cheyenne. Custer ed i suoi soldati sono stretti in una morsa e annientati. Nessun superstite che prese parte alla battaglia riuscirà a raccontare quello che avvenne effettivamente. Da questo prenderà forma una leggenda che ancora oggi coinvolge moltissimi studiosi.

Quando il 25 giugno Custer guido' i suoi uomini sul Little Big Horn e rimasero tutti uccisi il paese rimase scioccato. L'immagine comune era quella del miglior reparto della cavalleria americana che veniva umiliato e annientato dai primitivi indiani. Custer era il generale piu' famoso d'America ed il suo mito commosse tutta la nazione. La stampa ne fece un martire.

Ma come morirono Custer ed i suoi uomini rimarrà per moltissimo tempo un mistero, o più propriamente una vera leggenda. Se Custer sia stato un pazzo o un eroe è ancora oggi materia di discussione. Il presidente Grant, che non lo aveva in simpatia, affermò pubblicamente che il massacro di Custer era stato un inutile sacrificio di uomini, di cui riteneva responsabile lo stesso Custer.

Un secolo dopo, nel 1983 un grande incendio nel Montana centrale colpì la zona dove avvenne la battaglia. Con chilometri di prateria e di bosco bruciati venne alla luce il sito della battaglia. Con l'aiuto della scienza, antropologi e archeologi hanno studiato e analizzato per oltre vent'anni i reperti relativi all vicenda.

Gli archeologi come veri detective sono riusciti a smontare uno dei piu' grandi miti del west americano, con il loro lavoro e le loro scoperte sono riusciti a modificare l'immagine del reggimento di Custer: gran parte di loro erano inesperti soldati. I reperti hanno permesso di studiare a fondo anche i guerrieri indiani, ben lontani da essere avversari primitivi e privi di qualsiasi tattica militare. Erano invece bene armati e profondi conoscitori del terreno di guerra.

Sul Little Big Horn gli indiani combatterono per uccidere chi stava minacciando la loro esistenza, le loro famiglie, le loro donne e i loro bambini. La battaglia non fu una strenua resistenza, bensì una breve e devastante sconfitta.

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Commenti

Sabato 5 giugno 2010 08:05:48

Custer era senza dubbio un megalomane ed un arrivista, pronto a massacrare anche donne e bambini pur di accontentare il suo superiore Sheridan, il vero mandante di quelle indegne stragi.
Probabilmente oggi Custer verrebbe condannato da una corte internazionale per il suo operato scellerato

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