Erwin Rommel
Biografia • Volpe del deserto
Erwin Johannes Eugen Rommel, appartenente ad una borghese famiglia sveva, nasce il 15 novembre 1891 ad Heidenheim, presso Ulm, sul Danubio, nel Wurttenberg. Il padre, che portava lo stesso nome del figlio, era un maestro, figlio a sua volta di un maestro. Erwin cresce dunque in una famiglia dove indubbiamente si amano i bambini, anche considerando i quattro fratelli che i genitori metteranno poi al mondo.
La sua infanzia la trascorre fra la casa e lo studio, affrontato per la verità con scarso impegno.
Divenuto adolescente, si manifesta in lui la passione per le armi e frequenta la scuola militare di Danzica. Nel 1910, a diciannove anni, è arruolato nel 124° Reggimento di fanteria a Wiengarten col grado di aspirante colonnello; l'anno dopo conoscerà la ragazza che diventerà sua moglie: è Lucie Maria Mollin, figlia di un proprietario terriero della Prussia Occidentale.
La Grande Guerra, porta Rommel sul fronte francese ed a Varennes, col battesimo del fuoco riceve la sua prima ferita, ora non è più lo studente svogliato, il ragazzo timido: la guerra lo rivela quello che il suo biografo, Desmond Young, definirà "un perfetto animale da combattimento, freddo, instancabile, inflessibile, rapido nelle decisioni, incredibilmente valoroso". Nel 1915 ha la Croce di Ferro di prima classe, diventa tenente, viene poi trasferito sul fronte rumeno.
Durante una licenza, il 27 Novembre 1916 a Danzica sposa Lucie, mentre l'anno dopo è sul fronte italiano per un'importante azione. Viene promosso capitano e riceve la medaglia pour le Mérite.
Nel 1918, finita la guerra, Rommel è senza professione e senza soldi. Convinto che ormai non vi sia più posto per lui nell'esercito è ormai rassegnato all'abbandono della carriera militare ma, per una serie di fortunate coincidenze, viene notato dal Generale Von Epp, che lo inserisce nei 4.000 ufficiali atti a costituire il nuovo esercito tedesco. Sono anni tranquilli, pur con una Germania in difficoltà e stremata economicamente dalle devastazioni della Prima Guerra Mondiale. Nel 1928, dopo undici anni di matrimonio, nasce il suo unico figlio, Manfred.
In seguito, divenuto colonnello nel 1937, è al comando del battaglione addetto alla incolumità del Fuhrer Adolf Hitler. Viene poi promosso Generale e, allo scoppio nel 1939 della Seconda guerra mondiale, presta servizio, durante la campagna polacca, al quartier generale del Führer. Successivamente gli viene affidato il comando della settima divisione corazzata del XV corpo, che costituisce la colonna di punta dell'esercito tedesco nelle operazioni sul fronte occidentale.
La settima divisione combatte sulla Mosa, ad Arras, a Lilla, sulla Somme, ed è la prima a raggiungere la Manica. Il 6 febbraio 1941 Rommel è a casa in licenza da due giorni, quando un aiutante del quartier generale del Führer bussa alla porta e gli consegna un messaggio urgente: Hitler vuole vederlo subito. Ha deciso di mandare in soccorso di Graziani due divisioni della Wehrmacht. Rommel dovrà assumere il comando generale di questo corpo africano e recarsi immediatamente in Libia.
Sul finire del 1940 Hitler affida dunque a Rommel il comando dell' Afrikakorps, la nuova armata costituita per contrastare in Africa Settentrionale lo strapotere britannico ed aiutare appunto gli alleati italiani, allora in gravi difficoltà. L'Afrikakorps, sbarca in Libia nei primi mesi del 1941, il 1° Aprile, Rommel dà il via al primo attacco contro gli inglesi.
In breve, Rommel grazie a nuove strategie rivoluzionarie ed ai suoi ingegnosi piani, riesce a raccogliere numerose vittorie ed a ribaltare la situazione sul fronte africano a favore dell'Asse (per questo si meritò il soprannome di "volpe del deserto"). Il 28 Giugno 1942, dopo aver espugnato il campo trincerato di Marsa Matruh, viene nominato da Hitler Feldmaresciallo. Grande stratega, infligge agli inglesi gravi perdite. Di lui Churchill dice davanti alla Camera dei Comuni: «Abbiamo di fronte a noi un avversario molto audace e abile e, se posso dirlo al disopra delle stragi di guerra, un grande generale». A fronteggiarlo si succedono i migliori generati britannici: Wavell, Auchinleck, Cunningham, Ritchie e infine Montgomery, colui che riuscirà a piegarlo.
Anche il suo genio tattico, infatti, è alla fine sconfitto dalla superiorità di uomini e mezzi del generale Montgomery nella lunga e terribile battaglia di El Alamein (ottobre 1942), che sancì la definitiva perdita dell'Africa del Nord per le forze dell'Asse Roma-Berlino.
Hitler, benevolmente, non lo ritiene responsabile di queste sconfitte ma anzi gli offre altri incarichi. Viene così richiamato in Patria, dove gli viene affidato il comando delle Armate B in Normandia.
Agli inizi del 1944, però, resosi conto che la guerra era ormai perduta, Rommel inizia a porsi delle domande sul come evitare al suo paese ulteriori, inutili perdite, ma, fedele al Reich e al suo Fuhrer, continua a combattere fino a che non viene gravemente ferito in Francia nel luglio 1944, proprio pochi giorni prima dell'attentato a Hitler compiuto dal conte Claus von Stauffenberg. Terminato in un bagno di sangue il complotto contro Hitler (persero la vita sia il conte che i suoi complici), anche Rommel fu indagato dalla Gestapo e, ritenuto ingiustamente colpevole di avervi partecipato, venne indotto al suicidio. Gli fu data la possibilità di scegliere tra un processo pubblico per tradimento, con fucilazione certa, e il suicidio con onore. Scelse il suicidio mediante una pastiglia di cianuro.
La sua morte fu ufficialmente attribuita a cause naturali (data la grande popolarità di cui godeva nel paese) e gli furono tributati solenni funerali di stato a Ulma. Nemmeno un anno dopo, la guerra finisce con la dissoluzione del Reich e la vittoria degli Alleati, fermando così il progetto di Hitler di erigere un ipocrita monumento al "grande condottiero caduto in disgrazia".
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