Ilaria Salis

Biografia
Ilaria Salis nasce a Milano il 17 giugno 1984 in una famiglia che vivrà per alcuni anni all'estero per motivi professionali.
Dopo un triennio vissuto con la famiglia nel Regno Unito fra il 1992 e il 1995, cresce a Monza, dove trascorre gran parte della sua infanzia e adolescenza.
Suo padre, Roberto Salis, originario di Cagliari, la sostiene in ogni sua scelta, mentre sulla madre si hanno poche informazioni.
Gli studi e la formazione accademica
Diplomatasi al liceo classico B. Zucchi di Monza nel 2002 con il massimo dei voti, Ilaria dimostra fin dai primi anni di studio una particolare predisposizione per le materie umanistiche e storiche.
La sua formazione classica le fornisce solide basi culturali che la accompagnano nel prosieguo degli studi universitari.
Nel 2005 si laurea cum laude all'Università degli Studi di Milano in Scienze storiche, consolidando la sua passione per la ricerca storica e l'analisi dei fenomeni sociali.
Il percorso accademico non si ferma qui: anni dopo decide di approfondire ulteriormente la sua formazione.
Nel 2021 consegue la laurea magistrale in Filologia, dimostrando un interesse costante per l'approfondimento culturale e la ricerca accademica.
Questa seconda laurea testimonia la sua volontà di ampliare le competenze linguistiche e letterarie, elementi che si rivelano preziosi nella sua attività professionale di insegnante.
La carriera di insegnante
Ilaria Salis, 39 anni, insegnante di scuola elementare a Monza e attivista antifascista, costruisce la sua carriera professionale nel mondo dell'istruzione primaria.
La scelta di dedicarsi all'insegnamento nelle scuole elementari riflette la sua passione per l'educazione e la formazione delle giovani generazioni.
Da giovane, Ilaria ha lavorato come insegnante di scuola primaria e ha conseguito un master in filologia, perfezionando costantemente le sue competenze pedagogiche e didattiche.
Il suo impegno professionale si caratterizza per la dedizione verso i bambini e la convinzione che l'istruzione rappresenti un pilastro fondamentale per la crescita di una società più giusta e consapevole.
Colleghi e conoscenti la descrivono come una persona determinata e generosa, qualità che trasferisce nel suo lavoro quotidiano con gli alunni.
L'impegno politico e l'attivismo
Anarchica, antifascista, ha partecipato a molte battaglie politiche al fianco di centri sociali e organizzazioni militanti.
Il suo orientamento politico si manifesta attraverso un impegno attivo in diverse iniziative e movimenti che si oppongono ai fenomeni di intolleranza e discriminazione.
L'attivismo di Ilaria Salis si caratterizza per la partecipazione a manifestazioni e iniziative che promuovono i valori della democrazia e dell'antifascismo.
La sua militanza non si limita al territorio nazionale, ma si estende anche a livello internazionale, partecipando a iniziative di solidarietà e contrasto ai movimenti di estrema destra in Europa.
Questo impegno la porta spesso a viaggiare per prendere parte a contromanifestazioni e iniziative di protesta contro raduni e manifestazioni di gruppi neofascisti e neonazisti.
L'arresto a Budapest
L'11 febbraio 2023 Ilaria Salis viene arrestata mentre si trova a bordo di un taxi insieme con due altri cittadini tedeschi.
L'arresto avviene nel contesto di una trasferta a Budapest, dove la donna si reca per partecipare a iniziative di protesta contro manifestazioni di gruppi di estrema destra.
Viene accusata di aver partecipato all'aggressione nei confronti di due neonazisti durante la manifestazione "Il Giorno dell'Onore": si celebra ogni anno e raccoglie centinaia di neonazisti che ricordano il battaglione che nel 1945 si è opposto all'assedio di Budapest.
Le autorità ungheresi sostengono che durante gli scontri che si verificano in occasione di questa ricorrenza, Ilaria Salis abbia preso parte ad aggressioni ai danni di militanti di estrema destra.
Secondo la procura locale, i manifestanti antifascisti hanno finito per imbattersi in due neonazisti con i quali sono venuti alle mani. Salis è accusata di aver procurato lesioni a due uomini (che secondo Avvenire sono guarite in 5 e 8 giorni).
L'arresto segna l'inizio di una vicenda giudiziaria complessa che attira l'attenzione dei media internazionali e diventa oggetto di dibattito politico sia in Ungheria che in Italia.
Le accuse e il processo
La donna viene accusata dalla Procura ungherese di lesioni aggravate ai danni di due neonazista. La difesa contesta la stessa natura del reato e l'aggravante di aver agito "nell'ambito di un'associazione a delinquere tedesca", la 'Hammerband'.
Le autorità giudiziarie ungheresi formulano accuse specifiche che prevedono pene severe in caso di condanna.
Sono 11 gli anni di carcere chiesti per Ilaria Salis dalla Procura ungherese, una richiesta che desta preoccupazione tra i sostenitori della donna e le organizzazioni per i diritti umani.
Il processo si caratterizza per elementi controversi che attirano critiche da parte di osservatori internazionali e attivisti.
La notizia viene portata all'attenzione pubblica nel dicembre 2023, quando viene condotta con costrizioni alle caviglie e ai polsi presso il tribunale.
Le immagini della donna in catene durante le udienze suscitano indignazione e polemiche, con molti che denunciano un trattamento inumano e degradante.
Quindici mesi di carcere duro in Ungheria, le udienze in catene ai polsi e alle caviglie, l'incertezza sugli sviluppi di una situazione dai toni spesso surreali caratterizzano questa fase della vicenda giudiziaria.
La detenzione e le condizioni carcerarie
La permanenza di Ilaria Salis nelle carceri ungheresi si protrae per mesi, sollevando preoccupazioni per le condizioni di detenzione e il rispetto dei diritti fondamentali.
A giugno 2023 viene respinta per Ilaria Salis la prima di tre diverse istanze presentate dai difensori dell'insegnante italiana con l'obiettivo di ottenere gli arresti domiciliari in patria.
I legali della donna presentano ripetutamente richieste per migliorare le condizioni di detenzione o ottenere misure alternative al carcere, incontrando però il rifiuto delle autorità ungheresi.
Il caso assume risonanza internazionale proprio per le modalità della detenzione e per le immagini che mostrano la donna condotta in tribunale con pesanti restrizioni fisiche.
La vicenda di Ilaria Salis si sta trasformando sempre più da battaglia per ottenere che la trentanovenne milanese detenuta in Ungheria riceva un trattamento umanitario, consono a quanto previsto dall'articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, a bagarre dialettica e strumento utilizzato dalle opposizioni per sollevare polemiche.
La questione trascende gli aspetti puramente giudiziari per diventare un caso diplomatico e politico che coinvolge i rapporti tra Italia e Ungheria.
La candidatura alle elezioni europee
La svolta nella vicenda giudiziaria di Ilaria Salis arriva con la sua candidatura alle elezioni europee del 2024.
Alleanza Verdi e Sinistra decide di includerla nelle proprie liste elettorali, trasformando il caso da questione giudiziaria a battaglia politica per i diritti e la democrazia in Europa.
La candidatura rappresenta una strategia per ottenere l'immunità parlamentare e garantire alla donna una via d'uscita dalla detenzione ungherese.
La campagna elettorale si concentra sulla denuncia delle condizioni di detenzione e sulla critica al sistema giudiziario ungherese, presentando Ilaria Salis come simbolo della lotta contro l'autoritarismo in Europa.
Il risultato elettorale premia questa strategia: Ilaria Salis ottiene un seggio al Parlamento Europeo, conquistando l'immunità parlamentare che le consente di uscire dal carcere ungherese.
L'elezione rappresenta non solo una vittoria personale per la donna, ma anche un messaggio politico forte contro le derive autoritarie e per la difesa dello stato di diritto in Europa.
L'immunità parlamentare e la scarcerazione
Con l'elezione al Parlamento Europeo, Ilaria Salis ottiene automaticamente l'immunità parlamentare, che le garantisce protezione dalle azioni giudiziarie in corso.
Questo status le consente di lasciare il carcere ungherese e di tornare in Italia, segnando la fine della lunga detenzione che aveva suscitato polemiche internazionali.
Il giorno dopo la richiesta di revoca dell'immunità parlamentare da parte dei giudici ungheresi, l'eurodeputata di Avs ha convocato una conferenza stampa per raccontare la sua versione dei fatti e denunciare quello che definisce un accanimento delle autorità ungheresi.
Le autorità giudiziarie ungheresi non si arrendono e chiedono la revoca dell'immunità parlamentare per poter proseguire il processo, ma Ilaria Salis può ora difendersi da una posizione di maggiore forza e visibilità.
L'acquisizione dello status di europarlamentare le offre una piattaforma per denunciare le condizioni del sistema carcerario ungherese e per portare avanti le sue battaglie politiche a livello europeo.
La sua presenza nel Parlamento Europeo rappresenta un'opportunità per dare voce alle istanze dell'antifascismo e per contrastare le politiche autoritarie che caratterizzano alcuni paesi dell'Unione.
Il dibattito politico in Italia
L'attenzione mediatica si è riversata su una diatriba nata tra Matteo Salvini e Roberto Salis, il padre dell'insegnante, evidenziando come il caso sia diventato oggetto di scontro politico in Italia.
La vicenda divide l'opinione pubblica italiana tra chi vede in Ilaria Salis una vittima dell'autoritarismo ungherese e chi invece critica il suo attivismo e le modalità della sua liberazione.
Le opposizioni utilizzano il caso per criticare il governo italiano, accusato di non aver fatto abbastanza per tutelare una cittadina italiana detenuta all'estero.
La maggioranza di governo, dal canto suo, sostiene di aver seguito i canali diplomatici appropriati, pur esprimendo perplessità sulle modalità dell'elezione di Salis al Parlamento Europeo.
Il dibattito si estende ai temi dell'antifascismo, della violenza politica e del diritto di protesta, riflettendo divisioni profonde nella società italiana su questi argomenti.
La figura di Ilaria Salis diventa così simbolica di scontri politici più ampi che vanno oltre la sua vicenda personale, toccando questioni fondamentali sulla democrazia e i diritti civili.
Il libro "Vipera"
Nel 2025 Ilaria Salis pubblica per Feltrinelli il suo primo libro dal titolo "Vipera", nella collana Scintille.
Scrivere queste pagine è come avere a che fare con una belva selvaggia. La sento sempre dentro di me, questa strana creatura. Quando si agita, diventa un vero e proprio mostro: subdolo, feroce. Si nasconde nelle profondità più oscure di ciò che sono, assume forme cangianti e poi mi attacca, senza preavviso. È pronta a tendermi agguati, a colpirmi, anche se non sempre in modo diretto né comprensibile.
"Vipera" è la prima parola che ha imparato in ungherese durante la sua detenzione, come racconta la stessa autrice.
Quando sentiva ripetere "vipera" sapeva che le guardie stavano parlando di lei, e per questo motivo decide di utilizzare questo termine come titolo del suo libro autobiografico.
Nel libro Ilaria Salis ripercorre la sua drammatica vicenda personale, iniziata con l'arresto a Budapest l'11 febbraio 2023.
Il senso simbolico del titolo è legato al fatto che la vipera è un serpente che incute timore ma è anche un simbolo di metamorfosi, cambia pelle e rinasce in qualche modo grazie alle esperienze vissute.
Nel libro si intrecciano memoria personale, riflessione politica e denuncia sociale, offrendo una testimonianza diretta delle condizioni del sistema carcerario ungherese e una riflessione più ampia sui temi della giustizia e dei diritti umani in Europa.
L'opera rappresenta non solo un resoconto autobiografico della sua esperienza, ma anche un manifesto di resistenza contro l'autoritarismo e un appello alla difesa delle libertà democratiche.
Curiosità e vita privata
La personalità di Ilaria Salis emerge attraverso le testimonianze di chi la conosce personalmente e professionalmente.
Un amico di lunga data, maestro della primaria, la descrive come una persona determinata e generosa, caratteristiche che si riflettono sia nel suo lavoro di insegnante che nel suo impegno politico.
La sua passione per l'istruzione e la formazione delle giovani generazioni rappresenta un filo conduttore che unisce la sua vita professionale e il suo attivismo politico.
La formazione classica e gli studi storici hanno contribuito a plasmare la sua visione del mondo e l'impegno per la giustizia sociale.
Il rapporto con il padre rappresenta un punto di forza emotivo importante, con Roberto Salis che diventa una figura pubblica nella battaglia per la liberazione della figlia.
La riservatezza che circonda altri aspetti della sua vita privata, come le informazioni sulla madre e eventuali relazioni sentimentali, riflette la volontà di mantenere una separazione tra la dimensione pubblica e quella personale.
Nonostante la notorietà acquisita attraverso la vicenda giudiziaria, Ilaria Salis mantiene un profilo discreto per quanto riguarda gli aspetti più intimi della sua esistenza, concentrandosi sulla sua missione politica e professionale.
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