Oreste Del Buono
Biografia • Rivoluzioni editoriali
Odb: questa è la sua sigla e al tempo stesso una specie di marchio dell'uomo che ha fatto conoscere in Italia i fumetti dei Peanuts di Charles Schulz. Qualifica riduttiva, certamente, visto che Oreste Del Buono è stato uno dei più fini ed irregolari intellettuali dell'Italia del dopoguerra.
Tuttavia, insofferente delle definizioni, non tollerava essere definito un intellettuale, lui che lo era molto più di tanti. Gentile, infastidito dalle ingiustizie e dagli atti di arroganza, Del Buono collezionò una notevole quantità di "dimissioni" che lo portarono ad emigrare in moltissime redazioni.
Nato l'8 marzo 1923 all'isola dell'Elba, Oreste Del Buono fin da piccolo ha svolto attività culturale a tutto campo. Scrittore, giornalista, critico e consulente editoriale, esordì nel 1945 con il libro "Racconto d'inverno", romanzo in cui racconta la sua esperienza di deportato in un lager nazista.
Nei testi successivi affronta le ragioni di quella che definiva la sconfitta storica della sua generazione: ecco allora "Per pura ingratitudine" del 1961, "I peggiori anni della nostra vita" del 1971; "Tornerai" del 1976, "La talpa di città" del 1984, "La nostra classe dirigente" del 1986, "Amici, amici degli amici, maestri..." del 1994.
Saggista polemico e graffiante, Del Buono è stato anche un pregevole traduttore letterario. Nel suo carnet si contano oltre 190 opere tradotte di scrittori come Proust, Flaubert, Maupassant, Stevenson e Oscar Wilde; Odb inoltre è stato curatore di antologie del genere poliziesco, di cui era grande appassionato e profondo conoscitore.
Memorabile è la sua direzione dal 1971 al 1981 della rivista di fumetti "Linus" che, oltre a far scoprire come già ricordato il genio di Schulz e i suoi Peanuts, diventò una fucina dei grandi disegnatori nazionali e internazionali.
È ormai opinione comune che uno dei grandi meriti di Del Buono sia stato quello di aver "sdoganato" il fumetto, di avergli dato dignità formale e sostanziale, non solo selezionando i migliori e più maturi esponenti del genere ma anche facendogli concretamente muovere i primi passi fuori dal ghetto culturale in cui era relegato fin dagli anni '60.
In seguito ha collaborato con il "Corriere della sera" e "Panorama", oltre che con "La stampa" di Torino, in cui per anni ha tenuto una celeberrima rubrica di lettere con i lettori.
Tale onnivora predisposizione culturale si spiega anche con una particolarità dello stile di vita di Odb: afflitto da una invincibile insonnia, leggeva e scriveva fino all'alba. Lui stesso ebbe più volte modo di raccontare come non dormisse più di tre ore per notte.
Oreste Del Buono, che anche nei momenti difficili non ha mai perduto la sua proverbiale ironia, è scomparso il 30 settembre 2003 dopo una lunga malattia, all'età di 80 anni.
Per il giornalista e scrittore Nico Orengo, grande amico dell'autore scomparso, Oreste Del Buono è "uno degli intellettuali che ha sovvertito, innovato, cambiato il panorama della editoria italiana, dai giornali alle riviste, alle collane editoriali, alla stregua dei grandi editor come Calvino, Vittorini, Spagnol, Sereni e a editori quali Bompiani, Mondadori e Rizzoli".
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