Gerald Ford
Biografia • Guidando su sentieri tortuosi
Gerald Rudolph Ford nasce il 14 luglio 1913 con il nome di Leslie Lynch King Jr. a Omaha, cittadina dello Stato americano del Nebraska. I genitori sono Dorothy Ayer Garner e Leslie Lynch King. Presto la madre e il padre divorziano e il piccolo prende il nome del patrigno Gerald Rudolph Ford Sr, poiché la madre si risposa. Gerald vive nello Stato del Michigan e frequenta l'Università del Michigan. In questi anni tra l'altro il giovane gioca nella squadra di football americano dell'Università. È un buon atleta, ma decide di non avere un futuro sportivo, perché si vuole dedicare agli studi. Nel 1935 ottiene l'incarico di assistente allenatore presso l'Università di Yale. In quell'anno, Gerald prende la decisione di studiare giurisprudenza.
Nel 1938, dopo avere lasciato l'Università del Michigan, inizia i suoi studi presso l'Università di Yale in cui è stato ammesso come studente di giurisprudenza a tempo parziale. Nel 1939 ottiene il consenso dell'Università per poter studiare a tempo pieno. Nel 1941 Ford si laurea. Prima dello scoppio della seconda guerra mondiale, apre uno studio legale insieme al collega universitario Buchen. Dopo solo un anno però lo studio chiude a causa del coinvolgimento degli Stati Uniti nella seconda guerra mondiale. In occasione del conflitto si arruola nell'esercito americano, assumendo il grado di tenente.
Sul finire del 1945 Ford viene congedato e torna negli Stati Uniti, iniziando a militare in politica. Nel 1947 il padre adottivo eredita il 27% delle quote del gruppo industriale di suo zio Henry Ford, per cui Gerald Rudolph Ford Jr. diventa il nuovo direttore legale di una delle più grandi imprese americane. Il 17 marzo 1948 però uno scandalo colpisce il gruppo e Ford deve lasciare la carica assegnatagli. Il gruppo industriale è accusato di corruzione, per cui finisce in bancarotta.
Nel 1948 si dedica alla sua carriera politica candidandosi alle elezioni primarie del partito repubblicano, che poi però perde. L'8 novembre 1948 viene eletto in seno alla Camera dei Rappresentanti e presto diventa uno dei leader di spicco del partito repubblicano.
Resta alla Camera dei Rappresentanti dal 1949 al 1973. Nel 1949 conosce Richard Nixon all'interno del gruppo Chowder Marching Club. I due si scambiano le loro idee politiche; l'influenza di Nixon su Ford sarà forte, condizionando così la sua carriera politica. Nel 1960 valuta l'idea di sostenere la candidatura di Richard Nixon alle elezioni presidenziali. L'anno seguente il politico repubblicano è designato Presidente della Camera dei Rappresentanti. In quell'anno viene anche nominato Uomo del Congresso dall'American Political Science Association. Nel 1965 Ford viene eletto leader della minoranza repubblicana.
Egli non ha mai sostenuto la campagna militare americana in Vietnam e si è opposto a molte decisioni politiche del Presidente statunitense Lyndon Johnson. Nel 1972 lo scandalo Watergate colpisce il Presidente Richard Nixon, che però riceve il sostegno morale di Ford. In seguito alle dimissioni del vicepresidente Spiro Agnew, Nixon nomina vicepresidente Ford. Dopo lo scandalo, Nixon rassegna le dimissioni e l'8 agosto 1974 Gerald Ford Jr. assume l'incarico di (trentottesimo) Presidente degli Stati Uniti d'America.
Nel corso del suo mandato presidenziale Ford aumenta le tasse, diminuisce la spesa, deregolamenta le industrie e cerca di tenere sotto controllo i prezzi energetici per cercare di far riprendere la produzione, abbattere l'inflazione e stroncare la disoccupazione.
In politica estera invece il Presidente americano deve affrontare le conseguenze che si ripercuotono nel suo Paese a causa della crisi internazionale che ha comportato l'aumento dei prezzi petroliferi e l'acutizzarsi della crisi mediorientale. Riesce a sopravvivere in occasione di due attentati alla sua vita: nel settembre 1975 un uomo appartenente alla setta di Charles Manson tenta di ucciderlo in California, così come Sara Jane Moor a San Francisco.
Il Presidente perdona Richard Nixon per ciò che ha commesso, perdendo così le elezioni presidenziali del 1976 che decretano la vittoria del candidato repubblicano Jimmy Carter.
Con la fine del suo mandato presidenziale Ford continua a operare per il suo Paese sia nel settore pubblico sia nel settore privato e nel 1979 scrive la sua autobiografia. Il politico repubblicano continua a presentarsi nelle reti televisive americane, partecipando a interviste politiche molto interessanti in cui analizza la geopolitica mondiale.
In occasione della Convenzione repubblicana tenutasi prima delle elezioni in cui si candida per il partito repubblicano Ronald Reagan, vorrebbe proporre la sua candidatura come vicepresidente, ma Reagan sceglie per questa carica George H. W. Bush Sr.
Nel 2000 Ford partecipa alla Convenzione repubblicana. Il 14 gennaio 2006 il vecchio Presidente è ricoverato nell'ospedale Eisenhower Medical Center nel sud della California a causa di una polmonite. Non si riprende fisicamente del tutto e nell'ottobre 2006 viene nuovamente ricoverato.
Rudolph Gerald Ford muore all'età di novantatre anni il 26 dicembre 2006. Il 30 dicembre 2006 viene svolto il suo funerale di Stato. Dopo la sua morte numerosi dei suoi avversari politici lo definiscono come un leader politico che ha fatto tanto per gli Stati Uniti, servendo sempre la patria che ha amministrato politicamente in tempi difficili.
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