Tayyip Erdogan
Biografia
Recep Tayyip Erdogan nasce il 26 febbraio del 1954 a Istanbul, nel quartiere di Kasimpasa, figlio di una famiglia di origini georgiane. Dopo aver passato l'infanzia a Rize, dove il padre è membro della Guardia Costiera Turca, ritorna con la famiglia a Istanbul all'età di tredici anni. Da adolescente, vende limonate e semi di sesamo per strada per racimolare qualche spicciolo.
Cresciuto in una famiglia musulmana, frequenta la scuola primaria Kasimpasa Piyale nel 1965, per poi diplomarsi presso la Scuola Superiore Religiosa Vocazionale (Imam Hatip) nel 1973. Studia, quindi, alla Scuola di Scienze Economiche e Commerciali di Aksaray, e nel tempo libero gioca a calcio a livello professionistico. Il 4 luglio del 1978 Erdogan sposa Emine Gulbaran, conosciuta in occasione di una conferenza, che gli darà quattro figli: Ahmet Burak, Esra, Necmeddin Bilal e Sumeyye. Intorno alla metà degli anni Settanta si avvicina alla carriera politica entrando a far parte dell'Unione Nazionale degli Studenti Turchi, un gruppo di azione anti-comunista.
Nel 1974, tra l'altro, scrive e interpreta il ruolo di protagonista nella commedia "Maskomya", che presenta il Giudasimo e il Comunismo come il male; due anni più tardi, invece, diventa il capo della sezione giovanile dell'Msp, il Partito di Salvezza Nazionale Islamista. Dopo gli avvenimenti del 1980, Erdogan segue la maggior parte dei seguaci di Necmettin Erbakan all'interno del Partito del Benessere. Diventato, nel 1984, presidente della sezione del partito nel distretto di Beyoglu, l'anno successivo ottiene la stessa carica a Istanbul. Nel 1991 viene eletto in Parlamento, mentre tre anni più tardi, nelle elezioni del 27 marzo del 1994, diventa sindaco di Istanbul, capitale economica e sociale della Turchia.
A dispetto dei timori di molti, che paventano l'imposizione di una legge islamica, Erdogan si rivela un leader pragmatico, impegnato a risolvere problemi concreti come il traffico, l'inquinamento e l'approvvigionamento di acqua: stabilisce la posa di centinaia di chilometri di nuove tubature, incoraggia il riciclaggio dei rifiuti e il passaggio al gas naturale. Migliora la viabilità della città con la costruzione di autostrade, viadotti e ponti, proibisce la vendita di alcol nelle strutture pubbliche, adotta misure anti-corruzione. Nel 1998, tuttavia, egli viene arrestato per aver pubblicamente declamato alcuni versi del poeta Ziya Gokalp (in cui tra l'altro si legge "Le moschee sono le nostre caserme"), venendo giudicato colpevole di incitamento all'odio.
Uscito dalla prigione, Erdogan fonda l'Adalet ve Kalkinma Partisi (Akp), il Partito per la Giustizia e lo Sviluppo, partito islamico che si caratterizza per un'impronta più moderata rispetto ai suoi predecessori. Il partito vince le elezioni legislative andate in scena il 3 novembre del 2002, conquistando il 34.3 % delle preferenze: nato da pochissimo, è subito il partito più forte del Paese, e grazie al sistema elettorale proporzionale con sbarramento al 10 % ottiene una maggioranza parlamentare schiacciante, visto che solo un altro schieramento, il Partito Popolare Repubblicano, supera lo sbarramento.
Recep Tayyip Erdogan, quindi, forte della vittoria elettorale, viene riabilitato (fino alla fine del 2002, infatti, era rimasto escluso dal corpo elettorale a causa del periodo passato in carcere); dapprima sostiene l'elezione di Abdullah Gul, suo compagno di partito, a primo ministro; in seguito, conquistato - in virtù di un'elezione suppletiva - un seggio nella provincia di Siirt, riottiene i suoi diritti elettorali sia passivi che attivi, tramite anche un emendamento costituzionale, e il 14 marzo del 2003 diventa primo ministro del 59esimo governo della Turchia.
Nel dicembre del 2008 suscita l'indignazione dell'opinione pubblica internazionale criticando la campagna sostenuta dagli intellettuali del suo Paese per il riconoscimento del genocidio degli Armeni (un milione e mezzo di morti durante la Prima Guerra Mondiale), sostenendo che i Turchi non commisero alcun crimine e sottolineando che per un Musulmano non è possibile commettere un genocidio.
Leader impegnato a favorire una cooperazione tra il proprio Paese e l'Unione Europea, Erdogan riceve il 26 ottobre del 2009 il titolo di Cavaliere di I Classe dell'Ordine del Pakistan.
Erdogan negli anni 2010
Nel 2011 torna all'ordine del giorno la questione armena, con il premier che ordina l'abbattimento del monumento che testimonia l'amicizia turco-armena a Kers, che rappresentava una metafora del riavvicinamento tra i due Paesi: Erdogan si giustifica dicendo che il monumento è troppo vicino alla tomba di un dotto islamico dell'XI secolo, e che la sua ombra rovina la visuale di quel posto.
A dispetto di questi punti oscuri, comunque, il premierato di Erdogan propone anche avvenimenti positivi: l'aumento demografico e il ringiovanimento del Paese subiscono un'accelerata sotto la sua leadership, e nel 2010 la popolazione turca sfiora i 78 milioni di abitanti.
Istanbul e le proteste di Piazza Taksim
Nel mese di giugno del 2013 deve fare i conti con le proteste di parte della popolazione più giovane, che scende in piazza per manifestare contro il suo autoritarismo: le proteste prendono il via da un sit-in a Istanbul in difesa di un parco, e si allargano ogni giorno di più dopo la violenza reazione della polizia e il lancio di gas lacrimogeni.
Un clima di violenza si espande in tutto il Paese, e grazie ai social network (considerati dal premier "una minaccia per la società") la notizia e le immagini si diffondono rapidamente in tutto il mondo: quando Erdogan lascia la Turchia per visitare il Marocco, riceve una fredda accoglienza, a testimonianza di come la reazione delle forze di polizia turche non sia stata vista di buon occhio a livello internazionale.
Primo Presidente eletto dal popolo
Il 10 agosto 2014, Tayyip Erdogan vince le elezioni presidenziali: sono le prime in cui il Presidente viene eletto in modo diretto (in precedenza era eletto dal Parlamento). Un anno più tardi il suo partito vince le elezioni politiche, ma nel paese non pochi gli scontri che si verificano. A Erdogan si accusa di accentrare il potere in modo eccessivo e inopportuno, reprimendo tra l'altro la libertà di stampa. I suoi oppositori lo accusano di governare in modo simile a un dittatore e di voler orientare la Turchia verso l'Islam.
Il 14 aprile 2015 Erdogan nega il genocidio armeno del biennio 1915-1917 in cui persero la vita un milione e mezzo di persone. A tal proposito risponde a Papa Francesco, ammonendolo:
"Quando i politici e i religiosi si fanno carico del lavoro degli storici non dicono delle verità, ma delle stupidaggini".
Il giorno seguente gli eurodeputati approvano una risoluzione che riconosce il genocidio chiedendo alla Turchia di approfittare del centenario del 24 aprile 2015 come opportunità per riconoscere il genocidio. Il presidente Erdogan reagisce però in maniera decisa, affermando che
"Qualunque decisione presa dal Parlamento europeo mi entra da un orecchio e mi esce dall'altro."
Gli attacchi terroristici in Turchia
Nel 2016 Erdogan deve fare i conti, oltre che con l'altissimo numero di profughi provenienti dalla Siria, con numerosi attacchi terroristici che avvengono nel paese:
- 12 gennaio 2016: Kamikaze dell'Isis uccide 12 turisti nella zona turistica di Istanbul, vicino la Moschea Blu
- 17 febbraio 2016: Un'esplosione colpisce un mezzo militare ad Ankara: 28 morti e 60 feriti
- 13 marzo 2016 : Autobomba nel centro di Ankara, 34 morti e 125 feriti. Si segue la pista del Pkk
- 19 marzo 2016: Kamikaze Is nel cuore dello shopping di Istanbul, 5 morti e 36 feriti
- 27 aprile 2016: Donna kamikaze dell'Isis si fa esplodere vicino alla Grande Moschea di Bursa, 13 feriti
- 6 maggio 2016: Spari contro il direttore del quotidiano Cumhuriyet, Can Dundar
- 7 giugno 2016: Un'autobomba, ma nel centro di Istanbul: 11 morti e 36 feriti, attacco rivendicato dalla frangia separatista del Pkk
- 8 giugno 2016: Un'autobomba esplode davanti a un commissariato, a 23 chilometri dal confine con la Siria
Il colpo di stato del 2016
Tra il 15 e il 16 luglio 2016 avviene un colpo di stato in Turchia che vede l'esercito tentare di rovesciare il governo di Erdogan. Il golpe però fallisce (con centinaia di morti negli scontri tra polizia ed esercito), ed Erdogan ordina l'arresto di migliaia di persone, soprattutto militari.
Dopo sedici anni di governo alle spalle, nel 2018 convoca elezioni anticipate con l'obiettivo di assumere nuovi poteri. Il popolo turco alla fine del mese di giugno sceglie ancora una volta lui. L'affluenza è altissima: dei 59 milioni di cittadini chiamati alle urne ha votato quasi l'87%; Erdogan viene così rieletto conquistando più del 50% dei voti.
Gli anni successivi
Da sempre sostenitore di una trasformazione della Turchia da repubblica parlamentare a repubblica presidenziale, Erdogan stringe un'alleanza col Partito del Movimento Nazionalista (MHP), schierato in estrema destra, che appoggia il cambiamento. Ciò viene approvato tramite un controverso referendum costituzionale nel 2017. Il nuovo sistema entra in vigore formalmente dopo le elezioni generali in Turchia del 2018, dove la coalizione AKP–MHP ottiene la maggioranza.
La sua popolarità cala nel 2019 quando nelle elezioni il suo partito perde il controllo di Ankara e Istanbul per la prima volta in 15 anni.
Erdogan ordina così una rielezione a Istanbul: perde le elezioni di nuovo, con un distacco ancora maggiore. Le due sconfitte consecutive sono un duro colpo.
Alle elezioni presidenziali del 2023 Erdogan vince il ballottaggio contro Kemal Kilicdaroglu e viene confermato alla presidenza.
Frasi di Tayyip Erdogan
Foto e immagini di Tayyip Erdogan
Commenti
Nota bene
Biografieonline non ha contatti diretti con Tayyip Erdogan. Tuttavia pubblicando il messaggio come commento al testo biografico, c'è la possibilità che giunga a destinazione, magari riportato da qualche persona dello staff di Tayyip Erdogan.
Senza sua Madre lei non sarebbe nato.
"Ali Spezzate". Kahlil Gibran.
Lo legga per favore.
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