Emir Kusturica
Biografia • Visioni balcaniche nel mondo
Emir Kusturica nasce il 24 novembre 1954 a Sarajevo, capitale bosniaca multietnica e cosmopolita, matrice geografico-culturale che si configura come imprescindibile referente della prima produzione filmica del regista. Proviene da una famiglia (atea) di origini musulmane. Saranno questi tratti fondamentali nell'ambito della sua formazione culturale, chiaramente evocati in "Ti ricordi di Dolly Bell?" e in tutti quei primi film legati all'estetica realistico-sociale, di connotazione storica e radicati all'originale substrato slavo, quale realtà in transizione da un'economia rurale verso una più marcatamente urbana.
Il percorso del futuro regista inizia in maniera quasi accidentale. Si cimenta in due lavori amatoriali in super8, dalle riconosciute qualità impressionistiche e naïf, che oggi ritiene importanti solo per il semplice fatto di averli potuti realizzare, scontrandosi con le imprevedibili ma formative difficoltà produttive: "Dio Istine" ("Parte della verità") nel 1971 e il più soddisfacente "Jesen" ("Autunno") nel 1972, ora entrambi perduti.
Trascorsa l'adolescenza nel quartiere, nel 1973 intraprende gli studi cinematografici approfittando di una vecchia zia residente a Praga, si iscrive alla FAMU, prestigiosa Accademia del Cinema che ha prodotto i migliori talenti del cinema est-europeo.
A Praga, testimoni oculari della primavera cecoslovacca si erano già trovati i registi jugoslavi laureatasi alla FAMU, come Rajko Grlic, Lordan Zafranovic e Srdan Karanovic, attivi fra la fine degli anni '70 e il decennio successivo e noti con il nome di "gruppo ceco", che ritornati in patria, a quella "cinematografia strutturata che stava esalando l'ultimo respiro" danno il proprio personalissimo apporto.
Qui, in un clima artistico e politico di poco successivo ai fervori rivoluzionari sessantotteschi, Kusturica si trova a frequentare intellettuali di movimenti dissidenti ma soprattutto ha modo di guardare un'enorme mole di film, apprezzare le vicine cinematografie di Cecoslovacchia ed Ungheria, più
mature dal punto di vista produttivo rispetto a quella jugoslava. Le cinematografie che predilige sono però quelle russe, italiane e francesi. A frequentare la FAMU contemporaneamente a Kusturica, c'è tutta la schiera dei futuri registi che daranno origine al cosiddetto "giovane cinema
jugoslavo". Tra questi vi è anche il serbo Goran Paskaljevic, il quale sostiene come Emir di aver affrontato proprio alla FAMU gli esami più importanti della propria vita.
Il gruppo della FAMU è comunque compatto e solidale, cerca di distinguersi rispetto alle "vague" precedenti e di affermarsi con singole opere nel complesso molto diverse tra loro, ma che si affacciano simultaneamente sulla scena cinematografica. In questo ambiente altamente politicizzato, sotto la guida di Otakar Vavra, Kusturica sceglie i suoi primi collaboratori che lo accompagneranno in quasi tutta la sua produzione: il compositore Zoran Simjanovic e il direttore della fotografia Vilko Filac (in tutti i film, eccetto "Gatto nero, gatto bianco" e "Super 8 stories by Emir Kusturica").
Nel 1978 con "Guernica", il suo primo cortometraggio in 35mm, nonché saggio di diploma alla FAMU, vince il primo premio al Festival di Karlovy Vary in Cecoslovacchia.
Ritornato successivamente a Sarajevo, inizia a lavorare per la televisione realizzando due "drama-film", dei telefilm in pellicola di respiro già propriamente filmico. Il primo di questi ha anche un'uscita cinematografica in patria, si tratta di "Arrivano le spose", un'opera originale che crea scandalo e viene bandita dalla tv a causa del suo particolareggiato ritratto di tabù sessuali. Un destino migliore tocca invece al secondo tvmovie "Caffè Titanic" che riscuote consensi di critica ai festival specializzati.
Finalmente Kusturica ha l'opportunità nel 1981 di esordire professionalmente con un lungometraggio cinematografico, prodotto dalle medesime televisioni: "Ti ricordi di Dolly Bell?". Il film riscuote inaspettatamente un enorme consenso di critica e pubblico ma soprattutto dà visibilità internazionale al talento del giovane autore.
Nel 1985 si aggiudica invece la prestigiosa Palma d'Oro al Festival di Cannes e tutta una schiera di premi internazionali con "Papà è in viaggio d'affari", lungometraggio sceneggiato da Abdulah Sidran, promettente scrittore bosniaco. Si tratta di un film esplicitamente metastorico.
Nel frattempo, dal 1985 al 1988, Emir Kusturica insegna all'Accademia d'arte drammatica di Sarajevo. Nel 1987 collabora alla sceneggiatura de "La strategia della gazza", commedia in costume diretta da Zlato Lavani? ed inizia a suonare il basso nei "No Smoking", con i quali incide l'album di gran successo "Pozdrav iz zemlje Safari".
Sfruttando l'amicizia con Milos Forman, che lo chiama a tenere corsi di regia in qualità di adjunct professor, presso il Dipartimento di Cinema della Columbia University e grazie all'apporto di capitali americani, gira nel 1989 in ex-Jugoslavia "Il tempo dei gitani" scegliendo come attori protagonisti veri rom. Frequenta così per diverse settimane a Skopje un quartiere di cinquantamila zingari, cercando di documentarsi ed "integrarsi" il più possibile alla vita quotidiana della comunità. Realizzerà il film fra tutta una serie di comprensibili difficoltà tecnico-logistiche, improvvisando oltre i due terzi delle riprese, con attori completamente analfabeti, che recitano in romané e che spesso si allontanano dal set.
L'ingente massa di girato sarà successivamente rimontata per la televisione jugoslava senza il suo apporto in cinque episodi la cui paternità è stata sempre sconfessata dal regista. Da questo momento inaugura la fruttuosa collaborazione con lo sceneggiatore Mihic, noto esponente del "cinema nero" ma soprattutto con il compositore Goran Bregovic.
Sempre nel 1989 esce l'lp "Piccola storia di un grande amore" dei "No Smoking" che contemporaneamente prendono parte al secondo ciclo del serial tv di satira politica "Top Lista Neorealista" ("L'hit dei surrealisti"), dove profeticamente si preannunciano gli eventi sanguinosi dei Balcani a venire.
Kusturica, ormai impostosi come regista di fama internazionale, si trasferisce nel 1989 a New York ad insegnare sceneggiatura alla Film School della Columbia University. Qui ha modo di leggere lo script di un giovane allievo, David Atkins, da cui nel 1993 trae "Arizona dream", un'opera che rielabora i generi ed archetipi americani, secondo uno stile tipicamente europeo. Girato tra Alaska, Arizona e New York, il film è tardivamente distribuito in Italia, in ritardo di oltre cinque anni rispetto alla realizzazione.
Allo scoppio delle guerre balcaniche Kusturica si trasferisce a Parigi, ma nel 1995, in pieno conflitto balcanico riesce ad imporsi definitivamente sotto ai riflettori internazionali con "Underground", girato tra Praga, Belgrado e Berlino. Frutto di un'estenuante e sofferta sfida (formale, umana, storica e
politica), il film solleva aspre polemiche da parte di un certo ambiente culturale e soprattutto di alcuni dei suoi collaboratori più stretti, tanto che il regista in un primo momento considera l'eventualità di ritirarsi dal cinema.
Il periodo successivo vede Kusturica impegnato esclusivamente in ambito musicale insieme ai "No Smoking", con in quali incide nel 1997 per due etichette distinte "Fildzan viska" e "Ja nisam odavde".
Nel 1998, con una riformata équipe di collaboratori, ritorna a girare in ex-Jugoslavia per una televisione tedesca "Gatto nero, gatto bianco". Il film nasce in realtà come documentario sul gruppo musicale zingaro che aveva già curato la colonna sonora di "Underground", i "Muzika akrobatika"; l'idea
originaria viene però modificata quando il regista si imbatte in un'eccentrica storia raccontatagli da una zingara su di un morto "congelato".
Nel 1999 recita come attore protagonista nell'ultimo film di Patrice Leconte "La veuve de St. Pierre".
Nel 2001 realizza "Super 8 stories by Emir Kusturica", coproduzione europea in cui si alternano immagini dei concerti dei "No Smoking", racconti, momenti di riposo e di scherzo dei musicisti, spezzoni di vecchi super8 di famiglia e immagini di repertorio. Ennesima variazione sul tema slavo, ancor una
volta il personale si lega in maniera indissolubile con l'itinerario politico di una nazione.
Tra i lavori successivi ricordiamo "La vita è un miracolo" (2004), "All the invisible children" (2005, episodio di un film collettivo), "Maradona" (2006, film-documentario), "Promise this" (2006).
Vive spostandosi tra Belgrado, Parigi, New York ed il Montenegro, continuando a suonare ma, soprattutto, a vivere nella sua barca tra i mari mediterranei, l'unico posto in cui Kusturica si sente a proprio agio.
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