Harry Truman
Biografia • Dottrina politica globale
Harry S. Truman, 33° Presidente degli Stati Uniti d'America, nasce a Lamar (Missouri) il giorno 8 maggio 1884 da una famiglia di agricoltori: fin da giovane lavora nella fattoria paterna nei pressi di Indipendence, dove studia fino a diciassette anni.
Harry Truman vorrebbe entrare in un'accademia militare per continuare gli studi ma non viene accettato per la sua vista insufficiente, così è costretto a tornare alla fattoria di famiglia. Allo scoppio della Prima guerra mondiale parte volontario. Con il grado di tenente partecipa alle operazioni di Saint Mihiel e combatte sul fronte delle Argonne diventando in seguito capitano.
Al termine del conflitto viene congedato, torna a casa e il 26 giugno del 1919 sposa Bess Wallace, già vecchia amica d'infanzia, dalla quale avrà la figlia Margaret. Truman non vuole tornare a fare il contadino così, in società con un ex commilitone, apre un negozio di abbigliamento maschile a Kansas City; l'attività ma ha successo, anche a causa della crisi economica postbellica.
Un altro amico che con lui aveva combattuto lo presenta a Tom Pendergast, influente politico locale che per lui trova un posto come ispettore delle autostrade nella Contea di Jackson; in seguito Pendergast lo farà concorrere come candidato per un posto di magistrato. Truman vince il concorso, ma, non avendo mai studiato le materie giuridiche, si iscrive a una scuola che frequenta nelle ore serali.
Harry S. Truman viene eletto senatore nel 1934 nelle file del partito democratico. Negli anni si costruisce una fama di uomo onesto e nel 1941 viene rieletto. Truman è convinto che la sua carriera politica si chiuda qui, ma a sorpresa i dirigenti del Partito Democratico decidono di affiancarlo come vicepresidente a Franklin Delano Roosevelt, preferendolo a Henry A. Wallace, in quanto giudicato troppo radicale per il momento tanto critico che il mondo in quel periodo sta vivendo. Truman quindi nel 1944, con il quarto mandato di Roosevelt, diviene vicepresidente; il 12 aprile 1945 Roosevelt muore e Truman, a sessant'anni, diventa così il 33° Presidente degli Stati Uniti d'America.
Quando Truman sale al potere il mondo sta vivendo le ultime fasi della Seconda guerra mondiale: la Germania è ormai quasi vinta ma il conflitto nel Pacifico rimane ancora aperto. Il Giappone si stava avviando verso la sconfitta, ma si riteneva che non avrebbe mai chiesto la resa e la guerra avrebbe rischiato di prolungarsi, con gravi danni per i soldati americani. Truman si trova in breve di fronte ad un pesante dilemma: usare o meno la bomba atomica in guerra?
Durante l'amministrazione Roosevelt, i preparativi a Los Alamos per la bomba a idrogeno erano stati estremamente segreti, tanto che lo stesso Truman vicepresidente ne era completamente all'oscuro. Sua sarà la grave responsabilità di sganciare la prima bomba atomica su Hiroshima (6 agosto 1945) e la seconda su Nagasaki (9 agosto 1945). Questa azione provoca la definitiva resa del Giappone, mettendo fine al secondo conflitto mondiale.
L'utilizzo delle bombe atomiche provoca una vasta reazione nella comunità scientifica internazionale. Subito dopo la fine del conflitto, le relazioni con l'Unione Sovietica peggiorano, soprattutto a causa della questione tedesca. Da lì a poco si inizierà già a parlare di Guerra fredda. Il punto più critico è nel 1947, con il blocco di Berlino Ovest da parte dell'Unione sovietica, aggirato dagli Stati Uniti grazie all'invio di rifornimenti per via aerea.
I paesi europei occidentali si trovano in una posizione di impotenza a confronto con l'URSS. Il Presidente americano professa così la cosiddetta "dottrina Truman", per la quale gli Stati Uniti avrebbero dovuto farsi carico della lotta globale contro l'avanzata del comunismo, impegnandosi attivamente in ogni Paese che fosse da essa minacciato. L'approvazione del "Piano Marshall" - proposto dal suo Segretario di Stato George Marshall - che consisteva in ingenti aiuti economici per la ricostruzione dell'Europa nel dopoguerra, è da considerarsi tassello fondamentale di questa strategia di contenimento, piuttosto che un aiuto umanitario.
Nel 1946 Truman dà impulso allo sviluppo delle armi nucleari approvando gli esperimenti atomici sull'atollo di Bikini, nel Pacifico.
Nonostante sia dato per sconfitto, nel 1948 Truman viene riconfermato alla presidenza.
Due anni dopo, nel 1950, si trova ad affrontare una grave crisi in Corea: il 25 giugno l'esercito comunista della Corea del Nord invade il territorio della Corea del Sud. Si scatena con questo avvenimento la Guerra di Corea che vede gli USA protagonisti in primo piano. Il Consiglio di Sicurezza dell'O.N.U. si oppone all'invasione e Truman pone l'esercito americano sotto la sua protezione. La guerra sarà molto dura: alla fine si arriverà ad una situazione di stallo attorno alle posizioni prebelliche. Truman si dimostra molto risoluto quando arriva a sostituire il generale Douglas MacArthur, nell'occasione in cui questi minaccia di attaccare anche la Cina, rischiando così un allargamento del conflitto.
È nel 1949 che su iniziativa del governo Truman, viene creata la NATO.
Sotto il profilo interno Truman cerca di continuare la strada delle riforme (quello che viene chiamato "Fair Deal"), ma la maggioranza repubblicana al Congresso glielo impedirà. La psicosi per le presunte infiltrazioni comuniste all'interno delle istituzioni si accentua. Parte così una sorta di caccia alle streghe nei confronti delle persone sospettate di essere comuniste: fenomeno che, cavalcato nel 1953 in modo spregiudicato dal senatore repubblicano Joseph McCarthy, verrà definito come "maccartismo".
Nel 1953 scade il secondo mandato presidenziale e Truman rinuncia a un'altra sua candidatura; dopo che verrà eletto Dwight D. Eisenhower, Truman compie un viaggio in Europa, per poi ritirarsi a vita privata. Nel 1953, come ultimo atto politico, dà comunque il via a una massiccia campagna di propaganda mediatica, chiamata "Atomo per la pace", che sostiene la tesi secondo la quale la diffusione della tecnologia nucleare ad uso militare avrebbe giocato un ruolo dissuasivo da nuovi conflitti e sarebbe stata garanzia di pace nel mondo.
Harry S. Truman muore all'età di ottantotto anni, il giorno 26 dicembre 1972 a Kansas City.
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