Denis Verdini
Biografia
Denis Verdini nasce l'8 maggio del 1951 a Fivizzano, in Toscana. Ancora giovanissimo, con il resto della famiglia si trasferisce a Campi Bisenzio. Gestore di una macelleria, all'università studia scienze politiche e, dopo la laurea, si specializza come dottore commercialista: dopo aver esercitato la professione per lungo tempo, diventa presidente del Credito Cooperativo Fiorentino.
Durante la Prima Repubblica milita nel Partito Repubblicano Italiano, mentre per le elezioni politiche del 1994 viene candidato in quota Patto Segni per il Patto per l'Italia (nella lista che accoglie proprio i repubblicani) nel collegio uninominale di Sesto Fiorentino: non viene eletto, però, fermandosi al 16.6% dei voti.
Diventato forzista in seguito al successo di Forza Italia, per le elezioni regionali del 23 aprile del 1995 Denis Verdini si candida nella lista Forza Italia-Polo Popolari, riuscendo a conquistare quasi 3mila preferenze e a farsi eleggere nella circoscrizione provinciale di Firenze. Diventa, quindi, membro della commissione di Vigilanza, membro della commissione Attività Produttive e vicepresidente del Consiglio Regionale.
Nel 1996 è assistente docente di Storia delle dottrine economiche alla Luiss di Roma, mentre l'anno successivo sostiene il direttore del "Foglio" Giuliano Ferrara nella sua campagna elettorale per il seggio del Mugello (il giornalista, però, sarà sconfitto da Antonio Di Pietro).
Denis Verdini negli anni 2000
In occasione delle regionali del 16 aprile del 2000 si candida con Forza Italia e, con più di 7mila voti, viene eletto nella circoscrizione provinciale di Firenze: diventa, così, membro della commissione speciale Statuto, membro della commissione Affari Istituzionali e vicepresidente del Consiglio Regionale.
L'anno successivo viene eletto, sempre nelle file di Forza Italia, alla Camera nel listino bloccato: abbandona, quindi, la carica di consigliere regionale (venendo sostituito da Paolo Marcheschi). Si ripresenta alle elezioni regionali, poi, nel 2005, venendo di nuovo eletto per Forza Italia nella circoscrizione di Firenze: subito, però, rassegna le dimissioni da consigliere regionale, ruolo incompatibile con l'incarico in Parlamento. Alle elezioni politiche dell'anno successivo Denis Verdini fa sempre parte del listino bloccato e viene rieletto in Parlamento.
In seguito alle consultazioni dell'aprile del 2008, invece, è coordinatore nazionale di Forza Italia e si occupa della fusione con Alleanza Nazionale, che porta alla nascita del Popolo della Libertà, di cui diventa il coordinatore nazionale l'anno successivo insieme con Ignazio La Russa e Sandro Bondi.
Gli anni 2010 e i guai giudiziari
Nel febbraio del 2010 è indagato per il reato di concorso in corruzione dalla Procura di Firenze per alcune irregolarità che gli vengono imputate relativi ad appalti nel capoluogo toscano e a La Maddalena, in Sardegna, dove sarebbe dovuto andare in scena il G8 successivamente svoltosi a L'Aquila.
Pochi mesi più tardi Denis Verdini viene indagato anche dalla Procura di Roma nell'ambito di un'inchiesta riguardante un comitato di affari che si sarebbe occupato di gestire in modo illecito degli appalti pubblici: si dimette, quindi, dagli incarichi di consigliere e presidente del consiglio di amministrazione del Credito Cooperativo Fiorentino, essendo coinvolto anche in una presunta violazione della Legge Anselmi riguardante le società segrete (l'inchiesta rivela, tra l'altro, che nel 2009 Verdini si sarebbe incontrato a cena con alcuni magistrati, con Marcello Dell'Utri e con il faccendiere Flavio Carboni).
Sempre nello stesso anno, a dicembre, è indagato per tentato abuso di ufficio per quattro appalti assegnati per la ricostruzione dell'Aquila dopo il terremoto: l'anno successivo viene prosciolto dal gup, dopo che la Camera non aveva concesso l'autorizzazione a impiegare le intercettazioni telefoniche in cui era coinvolto.
Nell'estate del 2012 viene concessa, però, l'autorizzazione a impiegare le intercettazioni che lo riguardano per l'inchiesta sulla P4, con il solo Partito della Libertà a votare contro. Pochi mesi dopo Denis Verdini è rinviato a giudizio con l'accusa di truffa aggravata e finanziamento illecito per il caso della società "Estate 2" che avrebbe beneficiato di una plusvalenza di diciotto milioni di euro grazie alla compravendita di un immobile realizzata nel giro di poche ore.
Nel novembre del 2013, con lo scioglimento del Popolo della Libertà, torna in Forza Italia, e nel marzo dell'anno successivo entra a far parte del Comitato di Presidenza del partito.
Il Patto del Nazareno e il rapporto con il governo Renzi
Nel frattempo, qualche settimana prima, era stato il fautore principale del cosiddetto Patto del Nazareno concordato tra il Presidente del Consiglio Matteo Renzi e Silvio Berlusconi per una collaborazione riguardante l'Italicum, la nuova legge elettorale, e le riforme costituzionali.
Con il passare dei mesi, tuttavia, i rapporti tra Berlusconi e Verdini diventano sempre più freddi, soprattutto dopo l'elezione a Presidente della Repubblica di Sergio Mattarella: il politico toscano viene allontanato sempre di più dai componenti di quello che viene definito "cerchio magico" del leader di Arcore, costituito da Giovanni Toti, Francesca Pascale, Mariarosaria Rossi e Deborah Bergamini.
Nel luglio del 2015, un pranzo con Berlusconi sancisce la fuoriuscita da Forza Italia di Verdini, che si considera ormai eccessivamente lontano dalle scelte del partito: nel giro di pochi giorni egli dichiara di essere intenzionato a sostenere il disegno di legge di riforma della Costituzione del governo Renzi e presenta i nuovi gruppi parlamentari di Alleanza Liberalpopolare-Autonomie (Ala).
Nel 2018 la Corte d'Appello condanna Denis Verdini a 6 anni e 10 mesi di reclusione per bancarotta; la vicenda è quella del crac del Credito cooperativo fiorentino, istituto di cui è stato presidente per vent'anni.
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