Gilles Deleuze
Biografia • La salute del pensiero
Il panorama filosofico francese è caratterizzato, negli anni che seguono il secondo conflitto mondiale, dalla presenza di un pensatore che ha saputo dare un contributo notevole alle tematiche del pensiero contemporaneo, non rinunciando ad una visione originale e ad una sistemazione "eccentrica" delle sue posizioni rispetto agli ambiti tradizionali: a partire dall'attività intorno al pensiero di Friedrich Nietzsche, Gilles Deleuze conoscerà la notorietà accademica in Francia e in Europa.
Il filosofo nasce a Parigi il giorno 18 gennaio 1925: giovane studente farà il suo primo incontro decisivo a scuola con un professore dal nome illustre, Pierre Halbwachs, figlio di Maurice, uno dei padri della sociologia francese, che lo introdurrà alla lettura dei grandi classici della letteratura francese contemporanea (su tutti André Gide, Anatole France e Charles Baudelaire).
Frequenta il Liceo Carnot di Parigi e decide di iscriversi alla Sorbona, dove vi rimarrà, a partire dal 1944, fino al 1948, anno in cui conseguirà la licenza in filosofia: i suoi professori sono F. Alquié, J. Hippolyte e G. Canguilhelm. In questo periodo saranno altrettanto decisive, per la formazione del pensatore parigino, le amicizie con F. Châtelet e con futuri scrittori come M. Tournier e M. Butor. Gli anni universitari sono caratterizzati, inoltre, da una certa insofferenza e da una polemica nei confronti delle scuole tradizionali e delle sue metodologie, contrassegnando i tratti della personalità del futuro professore.
L'itinerario speculativo del pensatore francese sarà profondamente segnato dalla lettura di questi autori, cui Deleuze, insieme ad altri non espressamente citati nella dichiarazione, ha dedicato monografie, articoli, antologie di scritti e lezioni universitarie.
Nel periodo compreso tra il 1948 e il 1957, anno in cui diventa assistente di storia della filosofia alla Sorbona, insegna presso i licei di Amiens, Orleans e Parigi. In questo periodo pubblicherà la sua prima opera monografica sul pensiero di David Hume, "Empirisme et subjectivité": seguirà un lungo silenzio interrotto dalla pubblicazione del suo studio su Nietzsche.
A partire dal 1960 l'attività di ricerca si sposta al CNRS, per poi giungere nel 1964 all'università di Lione. La pubblicazione delle due tesi di dottorato (come prevedeva a quel tempo l'ordinamento universitario francese), la prima (considerata il capolavoro teoretico), sotto la direzione di M. de Gandillac, dal titolo "Differenza e ripetizione" e la seconda, sotto la direzione di F. Alquié, "Spinoza e il problema dell'espressione", gli valgono la nomina di professore nel 1969. Pubblica contemporaneamente un'altra opera destinata ad attirare l'interesse degli ambienti specializzati, "Logica del senso", che presenta delle innovazioni a livello formale.
Grazie all'interessamento del suo amico Michel Foucault otterrà la cattedra nell'università di Paris VIII-Vincennes, ateneo di carattere sperimentale, che estendeva il discorso filosofico anche ai non addetti ai lavori, rispondendo ad un'esigenza sempre viva nel pensatore Deleuze, preoccupato di parlare anche a coloro che non avevano una formazione filosofica. Nel corso degli anni Settanta la collaborazione con lo psichiatra francese Félix Guattari (1930-1992), e la pubblicazione delle opere, frutto del sodalizio, "L'anti-Edipo" e "Millepiani", darà al filosofo la fama anche in ambito internazionale, specie nel mondo anglosassone.
Attraverso una critica serrata della psicanalisi, i due autori, inoltre, giungeranno, molto più tardi, all'opera, di stampo quasi pedagogico, "Che cos'è la filosofia?", in grado di chiarire la posizione nei riguardi della tradizione filosofica colta nei suoi aspetti, si potrebbe dire, più creativi e, allo stesso tempo, più funzionali alle nuove aperture del pensiero, proposte dai due studiosi, nei confronti, ad esempio, della scienza e dell'arte.
La vasta produzione di Gilles Deleuze si è sempre dedicata a questo tipo di prospettive, alternando volumi di carattere storiografico, a testi dedicati alla critica letteraria e cinematografica, passando per la pittura e il teatro: in tutti i contributi non viene mai a mancare il tecnicismo filosofico dell'autore e la consapevolezza del sapere specialistico di una filosofia aperta alle istanze più disparate.
Negli anni Ottanta, a ridosso del congedo dall'insegnamento, avvenuto nel 1987, Gilles Deleuze ritornerà al tipo di attività che aveva contraddistinto i suoi inizi, vale a dire quegli esercizi storiografici che hanno permesso al pensatore parigino di costruire la sua filosofia nel confronto con i grandi referenti del suo pensiero: tra questi sembra essere di particolare rilievo lo studio dedicato all'amico Michel Foucault, in cui la sintesi della filosofia del celebre pensatore francese operata da Deleuze appare come una meditazione speculativa intrisa di profonda ammirazione.
Colpito da una grave malattia (soffriva di insufficienze respiratorie che lo avevano costretto a subire una tracheotomia) Gilles Deleuze si toglie la vita il 4 novembre 1995, defenestrandosi dalla sua abitazione parigina: aveva 70 anni.
Così si esprime Jacques Derrida, commentando la morte di un filosofo che ha lasciato un profondo segno nel pensiero contemporaneo: "Il segno di un grande filosofo e di un grande professore. Lo storico della filosofia che tracciò una sorta di elezione configurale della propria genealogia (gli stoici, Lucrezio, Spinoza, Hume, Kant, Nietzsche, Bergson ecc.) fu anche inventore di filosofia che non si costrinse mai entro un qualche 'ambito' filosofico [...]".
Due mesi prima della tragica scomparsa comparirà l'ultimo testo, un articolo significativamente titolato "L'immanenza: una vita...", che, quasi alla maniera di un'eredità speculativa, mostra il lascito di una filosofia che ha cercato di riflettere sulla vita e le sue innumerevoli prospettive, per fare del pensiero un vero e proprio «esercizio di salute».
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