Maria Luisa Spaziani
Biografia • L'amore e la dedizione per la poesia
Maria Luisa Spaziani nasce a Torino il 7 dicembre del 1922. Intellettuale di fama internazionale, poetessa di enorme levatura, ha vissuto a lungo nei dintorni di Asti e a Roma, due luoghi a lei cari e largamente presenti nella sua opera poetica, di dimensioni sterminate. Tra i fondatori del Centro Internazionale Eugenio Montale, nato ufficialmente nel 1978 e da lei presieduto dal 1981, docente di lingua e letteratura francese all'Università di Messina, ha svolto anche opere di traduzione di alto profilo, lavorando su testi di Goethe, Shakespeare, Gide e molti altri.
Il papà di Maria Luisa è un facoltoso imprenditore, titolare di un'attività versata nell'industria chimica e del dolciario. La sua appartenenza al ceto medio-alto, le permette di dedicarsi sin da subito agli studi, concentrandosi soprattutto sulla letteratura, la sua passione sin dall'infanzia.
All'età di dodici anni, come ha rivelato più volte nel corso della sua vita, la piccola Maria Luisa incontra la figura di Giovanna d'Arco, di cui resta profondamente colpita e affascinata. L'eroina cattolica francese si insedia nell'animo della futura poetessa, andando ad occupare un posto importante nella sua formazione, non solo dal punto di vista artistico. La giovane studentessa, come dirà poi, passa "settimane e mesi nella luce straordinaria di questo mistero", che è, per l'appunto la figura, il personaggio di Giovanna d'Arco. Ella la paragona alla scoperta del mondo, anzi, alla poesia in sé, in grado di dare alla donna, al potere femminile, una sua autonomia e forza, al pari di qualsiasi uomo.
All'età di diciannove anni la giovane Spaziani fonda e dirige, senza mai prendervi parte direttamente con i propri scritti, la rivista di letteratura e poesia "Il Dado", naturale evoluzione della precedente "Il Girasole", di livello più piccolo e meno ambizioso. Il foglio letterario tuttavia, anche grazie alla bravura del suo caporedattore Guido Hess Seborga, attira a sé inediti di intellettuali di spicco, come Umberto Saba, Sandro Penna, Vasco Pratolini, Vincenzo Ciaffi e altri.
Proprio in questo periodo, poco prima di morire, la grande scrittrice britannica Virginia Woolf invia alla rivista un capitolo del suo ultimo romanzo, "Le onde", dedicato a Maria Luisa Spaziani, definita "la piccola direttrice".
In questi anni inoltre, sempre grazie alle frequentazioni letterarie e alla sua rivista, fa la conoscenza di Leonardo Sinisgalli, presenza importante nella sua formazione, e del poeta Ezra Pound, che incontra nella città ligure di Rapallo, altra località che influirà non poco sulla sua futura opera poetica.
Al contempo Maria Luisa Spaziani frequenta l'Università di Torino, facoltà di Lingue. Consegue la laurea, dopo un percorso brillante, con una tesi su Marcel Proust. Suo relatore è il noto francesista Ferdinando Neri. Anche la poesia e la cultura francese restano per anni un punto di riferimento costante per la poetessa di Torino, la quale non mancherà di visitare e soggiornare, talvolta a lungo, nella città di Parigi.
Ad ogni modo, di capitale importanza per la sua formazione poetica e spirituale, è l'incontro che fa all'età di venticinque anni con il celebre poeta Eugenio Montale, in occasione di una conferenza al teatro Carignano di Torino. È il 14 gennaio del 1949 quando il Nobel italiano si ferma, al termine della sua performance, fuori al teatro, per stringere la mano agli intellettuali torinesi. Tra questi, c'è anche Maria Luisa Spaziani che, con somma sorpresa della stessa direttrice della rivista "Il Dado", viene riconosciuta dal poeta, il quale rimane evidentemente colpito dalla sua personalità.
L'indomani i due sono a pranzo insieme e danno vita ad una delle relazioni intellettuali e spirituali più intense e belle della storia della letteratura italiana.
Nel 1953 la giovane intellettuale, finalmente sicura di poter intraprendere una propria produzione poetica, soggiorna nella capitale francese, per la prima volta. Nel frattempo invia un gruppo di liriche alla casa editrice Mondadori e continua a scrivere, forte dell'ispirazione parigina.
L'editore accoglie anche le opere scritte in Francia e nel 1954 mette tutto in un unico corpus, pubblicando la prima opera intera della Spaziani, con il titolo "Le acque del Sabato". La collana che accoglie le liriche è "Lo Specchio", una delle più prestigiose a livello nazionale.
Intanto Maria Luisa trova lavoro nell'ufficio stampa di una ditta anglo-cinese, nella città di Milano. Il capoluogo lombardo da qualche anno accoglie anche Eugenio Montale, che lavora al Corriere della Sera: i due cominciano a frequentarsi abitualmente. Ad unirli, oltre alle lettere, c'è anche il canto, altra passione di entrambi. A dire della stessa poetessa, da questo momento nasce una relazione che definisce non proprio d'amore, piuttosto "un'amicizia amorosa".
Alla fine della loro storia, Montale scriverà alla sua allieva, per così dire, circa 360 lettere, per giunta tutte donate all'archivio di Maria Corti, presso l'Università di Pavia.
Verso il 1965, con il conseguente trasferimento della Spaziani da Milano a Roma, i loro rapporti si allentano un poco, mantenendosi vivi grazie ad una fitta corrispondenza.
Intanto, nel 1956, l'attività paterna ha una forte flessione economica e la giovane intellettuale deve trovarsi un impegno stabile, che ottiene in un collegio di Torino, come insegnante di francese.
Le opere seguenti, che pubblica con il titolo "Luna Lombarda" e "Utilità della memoria", rispettivamente nel 1959 e nel 1966, rispecchiano questo momento trascorso a contatto con i giovani studenti, condito da una certa felicità e luminosità interiore.
Nel 1958 vince con la poesia "Suite per A.", il Premio Lerici, presieduto da Enrico Pea. Nello stesso anno poi, dopo ben dieci anni di fidanzamento, sposa l'intellettuale esoterico Elémire Zolla. Testimone di nozze è l'amico e poeta Alfonso Gatto.
Il rapporto tra i neo-coniugi si logora quasi subito e il matrimonio viene sciolto già nel 1960.
Dopo gli anni romani, viene chiamata ad insegnare all'Ateneo di Messina, città nella quale inizialmente non ha intenzione di andare. Parigi e Bruxelles infatti sono a quei tempi i due luoghi a cui ambisce. Tuttavia l'impiego all'Università come docente di lingua e letteratura tedesca, nonostante non sia proprio il suo ambito di studi prediletto, la convince a trascorrere diversi anni in Sicilia. L'opera "L'occhio del ciclone", datata 1970, si riferisce proprio al periodo messinese. La Sicilia, pertanto, con la Liguria e l'astigiano, diventano i luoghi di riferimento nella sua intera opera poetica.
Dopo alcuni anni da insegnante di tedesco, la poetessa ritrova il francese e la Francia, almeno negli studi, quando si libera nello stesso Ateneo la cattedra di lingua e letteratura francese. Nel 1972 allora, sempre in contesto accademico, viene chiamata a curare i volumi di Pierre de Ronsard, oltre ad occuparsi di teatro francese del Settecento.
Comincia a tradurre opere importanti, come quelle di Racine, Gustave Flaubert, André Gide, Marguerite Yourcenar e altri.
Alla fine degli anni '70 è ormai un'autrice affermata e la casa editrice Mondadori pubblica una sua antologia, esattamente nel 1979, curata da Luigi Baldacci, e successivamente edita nel 2000 tra gli "Oscar" Mondadori. L'anno prima, nel 1978, fonda il Centro Internazionale Eugenio Montale, e tra il 1981 e il 1982 ne assume la presidenza, istituendo anche il Premio Montale.
Nello stesso periodo, nel 1981, con l'opera "Geometria del disordine" si aggiudica il Premio Viareggio, sezione poesia.
A coronare la sua attività poetica, arriva finalmente l'opera dedicata alla sua mai dimenticata eroina: il poema in ottave di endecasillabi senza rima, dal titolo "Giovanna d'Arco", viene pubblicato nel 1990. In questo stesso anno inoltre arriva per la Spaziani la prima di tre candidature al Nobel, che riceve anche nel 1992 e nel 1997.
Trasferitasi definitivamente a Roma si dedica ai giovani poeti. Dal 2006 è presidente onorario del Concorso nazionale "L'anima del bosco", lanciato dalla Magema Edizioni, e del Premio "Torino in Sintesi", dedicato agli aforismi.
Da segnalare, per l'atipicità dell'argomento, l'opera "Teatro comico e no", edita nel 2004 e riguardante una serie di testi teatrali farseschi, che prendono di mira personaggi celebri della storia letteraria e teatrale.
Muore a Roma all'età di 91 anni il 30 giugno 2014.
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