Beppe Fenoglio
Biografia
Giuseppe Fenoglio - detto Beppe - nasce ad Alba il giorno 1 marzo del 1922, da Amilcare Fenoglio e Margherita Faccenda. I parenti materni erano originari di Canale in Pianura. Essi suscitarono nel giovanissimo Fenoglio un senso di grande rispetto, ma purtroppo non l'intensa passione con la quale si sentiva molto legato alle origini longarole del padre. La famiglia paterna infatti proveniva da San Benedetto Belbo, località situata nelle Langhe.
Infanzia e giovinezza
Da ragazzo Fenoglio passa volentieri le vacanze estive nelle Langhe, orgoglioso di potersi riagganciare alle proprie origini contadine delle zone collinari. Detta dallo stesso scrittore "quando a scuola arrivano a parlare di parole come Atavismo e Ancestrale, la sua mente e il suo cuore volano immediatamente e invariabilmente ai cimiteri situati nelle Langhe". Sotto il segno di queste suggestioni Ataviche e Ancestrali, l'esperienza porta a Fenoglio quel deposito di ricordi vissuti nelle Langhe che per lo scrittore costituirà materia costante nei suoi racconti.
Il padre è proprietario di un negozio di macelleria ad Alba: egli esercita sul figlio un fascino particolare; la sua figura è ricordata in tutta la sua dignità della professione e con tutta la forza di un Mito in un suo libro dal titolo "Un giorno di fuoco". Nella città piemontese di Alba, Beppe Fenoglio termina con eccezionale profitto le scuole elementari, ottiene il consenso di frequentare il Ginnasio e poi il Liceo Classico.
Questo periodo si rileva molto importante ed è una esperienza fondamentale che sarà rievocata in alcune pagine del suo libro "Primavera di Bellezza"; inoltre è resa più profonda dall'amicizia con i due professori Leonardo Cocito e Pietro Chiodi - rispettivamente Corradi e Monti nel romanzo citato; per Fenoglio, oltre che ottimi insegnanti, questi sono maestri di antifascismo.
L'amore per la Letteratura inglese
Si accosta con particolare entusiasmo alla cultura inglese, impegnandosi soprattutto nella lettura di Shakespeare e di scritti storici di alcuni periodi: quello Elisabettiano, il Seicento, Cromwell.
Beppe Fenoglio si appassiona alle opere di scrittori come Christopher Marlowe, Gerard Manley Hopkins e Robert Browning.
Alla radice di questa propensione esiste un duplice motivo:
- uno di carattere generale
- e uno di carattere strettamente personale.
Il primo è da ricercarsi nel fermento culturale per la sua scoperta della letteratura inglese e americana, cosa che si verifica in Italia proprio nel decennio che precede la Seconda Guerra Mondiale.
Sono questi gli anni delle traduzioni di Cesare Pavese e dell'opera di divulgazione da parte dei nostri migliori uomini di cultura; nel 1935 lo scrittore Emilio Cecchi pubblica il libro dal titolo "Scrittori Inglesi e Americani"; nel 1941 viene sequestrata la prima edizione dell'antologia "Americana" curata da un altro illustre scrittore, Elio Vittorini; in seguito, scaturendo in una manifestazione parallela all'opposizione politica al regime, finiscono in carcere o al confino.
Fenoglio, ancora in età adolescenziale, non sente ancora questi stimoli ad un livello cosciente; in lui l'ammirazione per la civiltà anglosassone nasce da un profondo e istintivo disgusto verso il Fascismo velleitario e provinciale, che offre le sue esibizioni più volgari nel costume dell'avanguardismo e delle esercitazioni premilitari.
A questa personale adesione contribuisce in maniera esagerata, un suo disagio nei confronti della lingua italiana, "la madre di tutte le lingue"; ciò è dovuto all'umile estrazione sociale e alle connesse abitudini linguistiche di Fenoglio stesso. Egli all'italiano dei libri preferisce sostituire un proprio diverso ideale linguistico: l'inglese.
Gli anni della Guerra
La stagione dell'adolescenza purtroppo è destinata a chiudersi bruscamente per tutti i compagni del liceo, molti dei quali partono nel 1940 per la guerra. Beppe Fenoglio nel frattempo si iscrive alla facoltà di Letteratura a Torino, sempre nel 1940. Rimane però molto deluso dall'esperienza universitaria, in quanto si sente a disagio per la sua balbuzie che lo condiziona deprimendolo; in più è amareggiato perché la realtà universitaria italiana è troppo lontana dall'atmosfera dei college di Oxford, luogo in cui dentro di sé sogna di andare.
Fenoglio non conclude gli studi in quanto viene chiamato alle armi nella città di Roma; qui frequenta il corso per allievi ufficiali.
In questo periodo, pur essendo culturalmente di sinistra, comincia ad approvare le letterature e i libri di Gabriele D'Annunzio e della cultura fascista; ha un'ammirazione particolare per Italo Balbo, tragicamente scomparso nel 1940 in Libia da fuoco amico.
Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 e la fuga di Pietro Badoglio e del Re, l'esercito è allo sbando: Fenoglio riscopre i valori di sinistra e riesce a raggiungere la città di Alba.
Beppe Fenoglio partigiano
Si rifugia con il fratello Walter, più giovane di lui di un anno, in una casa presa in affitto dalla sua famiglia oltre il fiume Tanaro. Dopo la morte di Cocito, impiccato dai fascisti nel paese di Carignano nel settembre del 1944 e la cattura con deportazione in un lager di Bolzano di Chiodi, decide di entrare in una formazione partigiana che opera sulle Langhe. I fascisti della repubblica di Salò per rappresaglia arrestano i suoi genitori.
Dopo un breve soggiorno presso i garibaldini o "rossi", passa ai badogliani o "azzurri" del comandante Mauri; questi sarà presente con il nome di Nord nel suo celebre romanzo "Il partigiano Johnny", dove svolge la funzione di ufficiale di collegamento con la missione Inglese.
L'esperienza partigiana nei luoghi d'infanzia è consumata con entusiasmo e partecipazione totale: Fenoglio è presente tra il 9 e il 10 ottobre del 1944 all'occupazione di Alba da parte dei partigiani e al ritorno in città della guarnigione fascista; in età più adulta ne scriverà nel libro dal titolo "I Ventitré Giorni della città di Alba".
La fine della guerra
Beppe Fenoglio vive lo sbandamento delle formazioni partigiane nell'inverno tra il 1944 e il 1945 prendendo parte allo scontro di Valdivilla e la definitiva liberazione del Piemonte nell'aprile dello stesso anno.
Finita la guerra accantona l'idea di ritornare all'università; ai familiari che si rammaricano per la laurea non conseguita egli replica che sarà il suo primo libro pubblicato la sua laurea.
Durante il periodo di libertà comincia a scrivere una vasta cronaca a sfondo autobiografico. Gli basta scrivere e vivere in provincia, rimanendo chiuso per sua scelta fuori dal grande contesto letterario.
Non conosce l'atrofia intellettuale, quindi riprende gli studi degli scrittori elisabettiani, si accosta alla letteratura americana traducendo le opere letterarie di Hopkins nel 1951; in seguito traduce in italiano:
- "Evelyn Hope", di Browning;
- "Murder in the Cathedral" di T. S. Eliot;
- "La Ballata del Vecchio Marinaio", di Samuel Taylor Coleridge.
Gli anni '50 e '60
Nel 1952 esce la prima opera letteraria di Beppe Fenoglio: il libro "I Ventitrè Giorni della città di Alba". Nel 1954 pubblica "La Malora": questo libro gli procura il primo successo indiscusso presso la critica letteraria Italiana.
Nel 1959 scrive il suo terzo libro dal titolo "Primavera di Bellezza". Nel 1960 sposa la graziosa Luciana Bombardi; il matrimonio è celebrato con rito civile ed allietato l'anno seguente dalla nascita della figlia Margherita Fenoglio.
Fenoglio, interprete di un'epoca partigiana, è uomo dal carattere e temperamento schivo. Non è un organizzatore o un mediatore di culture. Non gli interessa la pubblicità. Spende le proprie energie nella quotidiana fatica dello scrittore. A stento un amico riesce a trascinarlo in Versilia nel 1962 per ritirare il premio "Alpi Apuane", conferitogli per il racconto "Ma il mio amore è Paco".
Dopo la premiazione ricomincia a dedicarsi assiduamente ai nuovi lavori. Ma improvvisamente, sempre nel 1962, compaiono le prime avvisaglie del male che lo rende più debole fisicamente.
Costretto ad abbandonare i libri, trascorre in autunno un mese a Bossolasco nelle sue colline, nella speranza che l'aria gli giovi. Purtroppo a nulla vale questo soggiorno; nella degenza all'ospedale di Bra e alle Molinette di Torino, i medici scoprono la natura del male che lo consuma: un bruttissimo tumore ai polmoni.
La morte lo raggiunge quando ha solo 41 anni; Beppe Fenoglio si spegne Torino il 18 febbraio del 1963.
Le opere di Beppe Fenoglio
Fenoglio lascia interrotti molti lavori tra cui un vasto romanzo e la continuazione di "Primavera di Bellezza"; questa uscirà postuma in 13 capitoli con il titolo "Una questione privata". Sempre postumo esce un altro libro intitolato "Un giorno di fuoco", insieme ad alcuni racconti inediti; vi è poi un altro romanzo con argomentazioni belliche dal titolo "Un Fenoglio alla Prima Guerra Mondiale", di cui ha scritto solo 10 capitoli.
La vera fortuna di Fenoglio comincia di fatto con le pubblicazioni postume: nel 1963 escono come già detto i racconti di "Un giorno di fuoco", ristampati nel 1965 con il titolo "Una questione privata"; nel 1968 viene raccolta una vasta cronaca partigiana intitolata "Il partigiano Johnny"; nel 1969 esce la ristampa del romanzo "La paga del sabato".
Gli anni intercorsi fra il 1945 e la stesura di questi racconti, il ripiegarsi dell'attenzione sulla vita contadina e i suoi crudi problemi, sui quali la Resistenza è passata senza nulla cambiare, hanno evidentemente indotto Beppe Fenoglio a guardare con occhi nuovi l'epica esperienza della sua generazione. Non a caso nel 1952 la stampa di sinistra che solitamente coltivava un' immagine retorica della Resistenza, critica i racconti di Fenoglio, accusato addirittura di avere compiuto una "cattiva azione".
In quel periodo non capiscono che l'ironia di Fenoglio nasce dalla pietà; una pietà che investe vincitori e vinti dove i vinti vengono assolti da Fenoglio, con la frase:
eravamo fratelli che uccidevano altri fratelli.
Infatti se è vero che l'attacco a molte battute riguardante il libro "I Ventirè giorni della città di Alba", tipo quando Fenoglio descrive il racconto come "racconti di partigiani e di preti, di paesani e di reduci sia tra i partigiani sia tra i fascisti" sono improntati ad una cruda realtà, associata a una ruvida ironia che non risparmia neanche le debolezze dei soldati-bambini della guarnigione partigiana.
Il ritmo narrativo senza soste della descrizione della battaglia, svela nello scrittore una testimonianza interiore e pensierosa degli avvenimenti di quei giorni, nella quale si crea un miracoloso equilibrio di passione contenuta dal suo carattere mite e di intelligenza disincantata dei fatti.
Beppe Fenoglio appartiene all'ultima generazione di scrittori italiani radicata in un contesto sociale che può ispirare dal vivo un entusiasmo vero e genuino, programmando la radicale trasformazione in atto della civiltà agricola che l'Italia conduce, accostandola all'arcaico mondo collinare Langhiniano che per naturale disposizione si modella su una misura narrativa nei testi del compianto Fenoglio.
Lo scrittore si è assunto il ruolo di interprete di un'epoca della vita popolana nelle Langhe, con l'aspirazione di costruire come un mosaico due generazioni di Pace e di Guerra.
Crediti delle foto
Foto Aldo Agnelli, Archivio Centro studi “Beppe Fenoglio”, Alba. Riproduzione riservata.
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