Pina Bausch
Biografia • Componendo la danza e il suo teatro
Philippine Bausch, meglio nota semplicemente come Pina Bausch, nasce a Solingen, nella Renania tedesca, il 27 luglio del 1940. Tra le più importanti coreografe della storia della danza, dal 1973 alla guida del "Tanztheater Wuppertal Pina Bausch", vera e propria istituzione coreutica mondiale, con sede a Wuppertal, in Germania. Ha dato vita alla corrente del "teatro-danza", nato agli inizi degli anni '70, insieme con altri coreografi perlopiù tedeschi. Il termine esatto in realtà, sarebbe "danza del teatro", traducendo alla lettera il volere della stessa Bausch, convinta sostenitrice delle proprie idee, le quali all'epoca rompevano gli schemi di una concezione coreutica troppo legata e imbavagliata nel cosiddetto balletto, senza dare attenzione e risalto al gesto, all'espressione e all'espressività e, dunque, alla teatralità del ballo.
Spesso, la definizione che lei stessa ha dato del suo lavoro è stata quella di "compositrice di danza", anche per rimarcare l'importanza della musica e dell'ispirazione musicale nelle sue opere.
Gli albori della Bausch però sono abbastanza duri e difficili. La piccola Pina infatti, all'inizio, negli anni preadolescenziali, la danza la può solo sognare. Lavora nel ristorantino del padre, fa un po' di tutto e, alle volte, ma senza molta fortuna, compare in alcune operette interpretando piccoli ruoli nel misero teatro della sua città. Di corsi di ballo o lezioni di danza però, da principio, neanche l'ombra. Anzi, la giovanissima Philippine vive il complesso dei piedi troppo grandi, visto che all'età di dodici anni già calza una 41 di scarpe.
All'età di quindici anni, intorno al 1955, entra alla "Folkwang Hochschule" di Essen, diretta da Kurt Jooss, allievo e promotore della corrente estetica dell'Ausdruckstanz, la cosiddetta danza espressionista, innescata dal grande Rudolf von Laban. Entro quattro anni, nel 1959, la giovane ballerina si diploma e ottiene una borsa di studio dal "Deutscher Akademischer Austauschdienst", la quale consente alla futura creatrice del "teatro-danza" un corso di perfezionamento e di scambio negli USA.
Pina Bausch studia da "special student" alla "Julliard School of Music" di New York, dove studia insieme con Antony Tudor, José Limón, Louis Horst e Paul Taylor. Subito, entra nella Dance Company Paul Sanasardo e Donya Feuer, nata nel 1957. Negli USA la fortuna le arride e, soprattutto, si accorgono meglio che in Europa del suo grande talento. Prende una scrittura alla New American Ballet e al Metropolitan Opera Ballet, sotto la direzione proprio di Tudor.
È il 1962 poi, quando il vecchio maestro Kurt Jooss la invita a tornare in Germania, per farle ricoprire il ruolo di ballerina solista nel suo ricostruito Folkwang Ballet. Ma l'America è lontana e la Bausch resta delusa dalla realtà tedesca che ritrova al suo rientro. L'unico che sembra starle dietro e con cui danzerà anche in Italia, in due edizioni del festival di Spoleto nel 1967 e nel 1969, è il ballerino Jean Cébron, suo partner per alcuni anni.
Dal 1968 diviene coreografa del Folkwang Ballet. L'anno dopo, lo dirige e comincia a dare vita ad opere autografe. Con "Im Wind der Zeit", del 1969, vince il primo posto al Concorso di composizione coreografica di Colonia. Nel 1973, viene invitata ad assumere la direzione della compagnia di balletto di Wuppertal, presto ribattezzata "Wuppertaler Tanztheater": è la nascita della cosiddetta danza-teatro, come viene chiamata all'inizio, la quale è invece nient'altro che il teatro nella danza. Con la Bausch, in questa avventura, ci sono lo scenografo Rolf Borzik e i danzatori Dominique Mercy, Ian Minarik e Malou Airaudo.
I suoi spettacoli riscuotono fin dall'inizio grande successo, accumulando riconoscimenti ovunque, ispirati come sono ai più importanti capolavori della letteratura e dell'arte, oltre che del teatro, ovviamente. Nel 1974 la coreografa tedesca dà vita a "Fritz", una piece su musiche di Mahler e Hufschmidt, mentre l'anno dopo realizza "Orpheus und Eurydike" di Gluck e, anche, l'importantissimo trittico stravinskiano "Frühlingsopfer", composto da "Wind von West"," Der zweite Frühling" e "Le sacre du printemps".
Il capolavoro che segna una vera e propria svolta nella produzione artistica di Pina Bausch è "Café Müller", nel quale si possono intuire anche gli echi del suo passato di giovane lavoratrice nel ristorante paterno. Si tratta di quaranta minuti di danza su musica di Henry Purcell, con sei interpreti, compresa la stessa coreografa. In esso c'è la scoperta del verbo, della parola e di un'intera gamma di suoni originari, sintomatici di emozioni forti e pure, altamente sceniche e di grande impatto, come il ridere e il piangere, oltre a suoni più forti e talvolta di rottura, come urla, sussurri improvvisi, colpi di tosse e piagnucolamenti.
Anche con lo spettacolo del 1980, "Ein Stück von Pina Bausch", si può vedere ancora più chiaramente dove sia arrivato il lavoro della coreografa tedesca, ormai lanciatissima nel suo neo-espressionismo coreutico, se così si può chiamare. Il ballerino, la sua figura, si "trasforma" in persona, che si muove e vive la scena con abiti quotidiani, facendo cose anche solite, e creando così una sorta di scandalo negli edulcorati ambienti del balletto europeo. Le accuse di un certo tipo di critica sono forti e Pina Bausch viene anche tacciata di volgarità e cattivo gusto, soprattutto da parte della critica americana. C'è troppo realismo, a dire di alcuni, nei suoi innovativi lavori.
La consacrazione arriva solo negli anni '90. Tuttavia gli anni '80 segnano ancor di più le sue evoluzioni, evidenti in opere come "Two Cigarettes in the Dark", del 1984, "Victor", del 1986, e "Ahnen", del 1987. Tutti spettacoli in cui gli elementi innovativi sono molti e riguardano anche aspetti della natura. Pina Bausch poi, prende parte in questo periodo anche ad alcune pellicole cinematografiche, come "E la nave va", di Federico Fellini, dove interpreta una signora non vedente, e il lungometraggio "Die Klage der Kaiserin", del 1989.
Inizialmente sposata con l'olandese Rolf Borzik, scenografo e costumista, morto di leucemia nel 1980, dal 1981 si lega a Ronald Kay, che resta per sempre il suo compagno, dandole anche un figlio, Salomone.
Dopo Roma e Palermo, dove grande è il suo trionfo, finalmente, con pieno riconoscimento del suo "danza-teatro", la coreografa si prende il dovuto anche a Madrid, con l'opera "Tanzabend II" , nel 1991, e in città come Vienna, Los Angeles, Hong Kong e Lisbona.
Verso la fine degli anni '90, vedono la luce anche altri tre lavori di taglio più leggero, ma non meno significativi, come il californiano "Nur Du", nel 1996, il cinese "Der Fensterputzer", del 1997, e il portoghese "Masurca Fogo", del 1998.
Nell'ultimo decennio della sua vita, dove gira letteralmente il mondo, sono da segnalare i lavori "Agua", "Nefes" e "Vollmond", rispettivamente del 2001, del 2003 e del 2006. "Dolce mambo" invece, è la sua ultima opera degna di nota e compiuta, in tutto e per tutto, datata 2008.
Nel 2009 si lancia in un impegnativo progetto cinematografico in 3D realizzato dal regista Wim Wenders, il quale però si interrompe con la morte improvvisa proprio della coreografa. Pina Bausch muore di cancro il 30 giugno 2009, a Wuppertal, all'età di 68 anni.
Il film-documentario, dal titolo "Pina", esce nel 2011, ed è dedicato interamente al suo teatro-danza, con presentazione ufficiale nel corso del 61° Festival di Berlino.
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