Tinto Brass
Biografia • Voyeurismo italiano
Regista famoso per il suoi film osé, Tinto Brass è nato il 26 marzo 1933 a Milano. Le sue pellicole (in particolare quelle dal 1975 in poi) maltrattate da critica e mass-media (che però non perdono occasione di pubblicizzarle alla grande, fomentandone la "pruderìe" di cui sono circondate), sono però sempre recensite con curioso interesse e seguite nelle sale con grande partecipazione di pubblico.
Personalità goliardica e amante delle provocazioni, il giovane Brass si accorge in breve tempo che l'Italia puritana caratteristica degli anni cinquanta gli sta stretta e così, dopo la laurea in legge, decide di trasferirsi a Parigi, dove per alcuni anni lavora come archivista alla Cinematheque Française.
Tornato in Italia, diventa aiuto regista di Alberto Cavalcanti e del Nume tutelare dei registi italiani, Roberto Rossellini. I suoi esordi come autore sono di alto livello e all'ombra di grandi nomi: nel 1963 debutta con il film "Chi lavora è perduto" e un anno dopo dirige i due episodi, "L'uccellino" e "L'automobile", del film "La mia Signora", con Silvana Mangano e Alberto Sordi.
Nel 1966, con la pellicola "Col cuore in gola", interpretato da Jean Louis Trintignant, dà inizio a quella serie di film diventati noti come "londinesi": "Nero su bianco" (1967); "L'urlo" (il film del '68 che venne censurato) e "Drop out" interpretato da Vanessa Redgrave e Franco Nero. Nel 1975 si consuma la svolta definitiva del Brass autore: passa dalle tematiche più disparate che avevano caratterizzato i suoi film precedenti per concentrarsi sul tema dell'erotismo e della sua "liberazione". Realizza un paio di pellicole decisamente forti per l'epoca, come "Salon Kitty", e "Caligola".
Cavalcato ormai il filone del voyeurismo, Brass non si fermerà più. Nel 1979 è la volta di "Action", ancora pudico, ma nel 1983 diventa famoso per lo scabroso "La chiave", che gli procura valanghe di copertine sui più affermati tabloid nazionali, anche grazie alla presenza di un'attrice di culto come lo era Stefania Sandrelli in quegli anni. Senza contare che non era certo comune vedere un'attrice di tale fama eseguire evoluzioni erotiche in un film di cassetta (come lo chiameremmo oggi).
Al botteghino, insomma, il film va ottimamente e anche la critica, per una volta, è benevola col regista veneto. Due anni dopo Brass ritenta il colpaccio e torna sugli schermi con "Miranda", in cui spadroneggia da protagonista un'altra icona del sogno erotico all'italiana, l'abbondante Serena Grandi; divenuta però tale proprio al film di Brass.
La caratteristica principale di Brass, infatti, è quella di formidabile scopritore di talenti o meglio, di bellezze. Abilità che ha perfezionato film dopo film. A parte Stefania Sandrelli, che quando arrivò alla sua corte era già attrice affermata, tutte le altre protagoniste sono state di fatto alla loro prima esperienza cinematografica, ma sono poi diventate puntualmente famose grazie alla grancassa pubblicitaria che immancabilmente si crea intorno ai film del regista. Da qui a diventare apprezzate e più "corrette" donne di spettacolo il passo è breve.
Nel 1986, ad esempio, "Capriccio" lancia Francesca Dellera, poi volto onnipresente per alcuni anni tra schermo televisivo e cronache mondane. Quattro anni dopo è la volta di Debora Caprioglio, protagonista della pellicola "Paprika". Nel 1991 Tinto Brass dirige "Così fan tutte", con Claudia Koll, e nel 1994 "L'Uomo che guarda" con Katarina Vassilissa.
Dalla metà degli anni '90, Tinto Brass continua a produrre una pellicola ogni due anni, ma "Fermo Posta", (1995) "Monella" (1997) e "Tra(sgre)dire" (1999) hanno avuto uno scarso seguito di pubblico e di critica. Secondo gli esperti il re del cinema erotico è a corto di idee originali e i suoi ultimi film hanno una sceneggiatura quasi inesistente. Nel suo nuovo film la protagonista è Anna Galiena, una delle maggiori attrice italiane apprezzata anche dal cinema internazionale, divenuta famosa con il film "Il marito della parrucchiera".
Tinto Brass ha avuto anche esperienze di regista teatrale, campo nel quale si ricorda una sua regia di una piéce di Roberto Lerici, "Pranzo di famiglia", uno spettacolo ripreso per cinque volte, dal 1973 fino al 1986.
È stato sposato con la sceneggiatrice e collaboratrice Carla Cipriani (che lui chiamava "La Tinta"), morta nel 2006: ha due figli, avuti dalla moglie, Beatrice e Bonifacio. Dopo la morte della moglie ha iniziato una relazione con Caterina Varzi, psicoanalista, ex-avvocato e attrice. Nell'aprile del 2010 è vittima di un'emorragia cerebrale dalla quale si riprende con l'aiuto della compagna Caterina, ma che per poco non gli ha tolto la memoria e l'uso della parola.
Il 3 agosto 2017 all'età di 84 anni si unisce in matrimonio con Caterina.
Frasi di Tinto Brass
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Commenti
Nota bene
Biografieonline non ha contatti diretti con Tinto Brass. Tuttavia pubblicando il messaggio come commento al testo biografico, c'è la possibilità che giunga a destinazione, magari riportato da qualche persona dello staff di Tinto Brass.
Dire del Maestro che se non ci fosse bisognerebbe inventarlo, è ancora poco.Gli auguro(e mi auguro) che si sia ben ripreso in salute e che torni a sfornare nuovi capolavori.
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