Osvaldo Cavandoli
Biografia
Osvaldo Cavandoli - in arte Cava - nasce il 1° Gennaio del 1920 a Maderno sul Garda (oggi Toscolano Maderno), ma ha sempre vissuto a Milano.
Dopo aver studiato in una scuola d'avviamento professionale, a 18 anni viene assunto come disegnatore tecnico prima all'Alfa Romeo di Arese, la nota industria di automobili, e poi alla Cemsa di Saronno, che in quel periodo produce i vagoni dei treni, prima di essere convertita in fabbrica bellica durante la guerra.
L'esperienza gli è tanto utile da permettergli successivamente di disegnare e progettare in prima persona le macchine da presa e le attrezzature cinematografiche utilizzate nelle sue produzioni. In questi anni comincia anche a pubblicare vignette di satira politica.
Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, Osvaldo Cavandoli, non abile al servizio militare in quanto monocolo a causa di un incidente di gioco occorsogli in giovane età, fa perdere le proprie tracce per evitare i rastrellamenti delle pattuglie tedesche.
Approccio all'animazione
Con la fine del conflitto, Osvaldo Cavandoli viene assunto dai fratelli Pagot, che cercano personale per la realizzazione di un nuovo cartone animato: nasce così il suo amore per il cinema d'animazione. Inizia dunque a lavorare come intercalatore, partecipando alla realizzazione del breve film "Lalla, piccola Lalla...." (1947) e del lungometraggio "I fratelli Dinamite" (1949), due tra i primi cartoni animati a colori della storia del cinema italiano.
Pubblifilm e Pupilandia
Con la chiusura dello Studio Pagot, nel 1950, Cavandoli fonda in proprio la Pubblifilm, dedicata ai cartoni animati per la pubblicità, che però non sopravvive alla concorrenza del settore. Si mette quindi in società con l'amico Ugo Moroni e apre uno studio di produzione chiamato Pupilandia, specializzato nell'animazione di pupazzi. Insieme producono una ventina di filmati per altrettante pubblicità cinematografiche.
Con l'inizio della presenza massiccia del televisore nelle case degli italiani, la pubblicità cinematografica viene sempre meno richiesta e nel 1956 la società si scioglie.
Carosello
Cavandoli inizia così a lavorare per vari studi di produzione, realizzando i finalini delle pubblicità del Carosello in cui appaiono oggetti animati.
Nel 1965 ritorna a occuparsi di disegni animati, producendo e sceneggiando ancora per il Carosello gli spot di "La mucca Carolina", insieme a Pier Luigi De Mas e Giuseppe Laganà, per la Invernizzi, e quelli di "I cavalieri della Tavola Rotonda", insieme a Marco Biassoni, per la Gran Pavese.
La Linea di Osvaldo Cavandoli
Alcuni anni dopo, nel 1969, Osvaldo Cavandoli prova a proporre un suo nuovo personaggio, "La Linea", a varie agenzie pubblicitarie, finché l'ingegner Emilio Lagostina, collezionista d'arte, intravede le grandi potenzialità di quel personaggio e lo prende come testimonial delle sue pentole Lagostina, facendolo diventare uno dei più popolari sketch del Carosello.
Ho cercato di semplificare perché amavo molto fare del bel movimento rispetto al disegno fine a se stesso. Per cui ho cominciato a provare un qualcosa che mi permettesse di esprimermi con velocità.
Mentre continua il successo dei cortometraggi de "La Linea", realizzati dalla Frame insieme a Brunetto Del Vita, Cavandoli non si adagia sugli allori e, nel 1972, mette mano a "Bill e Bull", un vecchio sceriffo del West e il suo cane, per gli spot della Argo, ideati nel 1964 da Tino Figoli. Nello stesso anno Cavandoli lavora con Nedo Zanotti per gli spot della Bertolini dal titolo "Matrimoni", in cui oggetti e alimenti disparati vogliono sposarsi tra loro. Ancora per la Bertolini nel 1973 nasce il personaggio di "Felice Siconservi", che sciorina proverbi illustrandoli con grande comicità.
Nel 1977 il Carosello chiude i battenti e, di conseguenza, parecchi studi di animazione ne seguono la sorte.
Il successo
"La Linea" è ormai popolarissimo e l'autore rimonta gli spot del Carosello, privandoli dei riferimenti pubblicitari, ricavandone una serie di cortometraggi da tre minuti, che riscuote grande successo in molti paesi. Proprio in Italia, invece, la TV di stato chiude le porte a una delle sue creature più celebri: nell'immaginario collettivo il personaggio è immediatamente associato alle pentole, per cui trasmetterlo significherebbe fare pubblicità indiretta. Ciononostante il personaggio continua a mietere successi all'estero, così da spingere alla realizzazione di nuove serie di episodi, negli anni a venire.
Tra il 1983 e il 1985, Cava firma la regia per alcuni episodi del cartone animato "Pimpa", una serie incentrata sulle avventure quotidiane di una cagnetta bianca a pois rossi parlante, tratta dall'omonimo fumetto di Altan.
Nel 1997, si assiste ad un breve rientro di Mr. Linea sulla RAI, travestita da Pinocchio nella sigla dell'omonimo programma di Gad Lerner.
Nel 2006, Cavandoli viene osannato come un eroe durante la cerimonia di apertura al Festival del Cinema di Animazione di Annecy, coronando una splendida carriera in cui è universalmente riconosciuto come uno dei più grandi umoristi e animatori del mondo.
Osvaldo Cavandoli si spegne nel suo appartamento di Milano, la mattina del 3 marzo 2007.
Frasi di Osvaldo Cavandoli
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