Gamal Abd el Nasser
Biografia • L'Egitto fra i potenti
Gamal Abd el-Nasser nasce il 15 gennaio del 1918 ad Alessandria d'Egitto, da una famiglia di umili origini (il padre è un funzionario delle poste) proveniente da Beni Morr. Dopo aver studiato ad Asyut per due anni e a Khatatba per otto, durante gli studi secondari superiori inizia una prima attività politica, diventando presidente del Comitato dei liceali. Nel frattempo la vita l'ha già messo a dura prova: a otto anni perde la madre, e viene quindi inviato dallo zio materno Khalil al Cairo; poco dopo, però, torna dal padre, che nel frattempo si era risposato.
In qualità di guida del Comitato dei liceali, Nasser entra a far parte del movimento nazionalista che intende conquistare l'indipendenza dal Regno Unito. Il giovane Gamal viene ferito, a soli diciassette anni, nel corso di una manifestazione: un gendarme britannico esplode un colpo d'arma da fuoco che lo colpisce a una gamba. Entrato a far parte dell'Accademia Militare Egiziana nel 1937, Nasser, che nel frattempo si è laureato, viene presto nominato sottotenente, e come ufficiale dell'esercito prende parte alla Guerra arabo-israeliana che va in scena nel 1948: il conflitto nasce dalla volontà del popolo palestinese di ottenere una propria patria indipendente. Nasser si accorge immediatamente che il Paese e in particolare l'esercito risultano totalmente e clamorosamente impreparati, e tale constatazione non fa altro che aumentare i suoi sentimenti repubblicani.
Diventando sempre più leader dei dibattiti che hanno luogo nell'esercito, partecipa alla costituzione degli al-Dubbat al-Ahrar, i Liberi Ufficiali: un'organizzazione segreta che si trasformerà in breve tempo nel modello di riferimento della maggior parte dei movimenti clandestini del mondo arabo filo-repubblicani dopo la Seconda Guerra Mondiale. La monarchia egiziana viene abbattuta nella notte tra il 22 luglio e il 23 luglio del 1952, da un colpo di Stato. Mentre Re Faruq viene detronizzato e obbligato a fuggire in esilio, viene costituito un governo provvisorio, a capo del quale viene chiamato Muhammad Nagib, generale di origine nubiana che il 18 giugno del 1953 diviene ufficialmente il primo Presidente della Repubblica.
La presidenza di Nagib, tuttavia, dura poco, e già l'anno successivo egli è costretto a subire la pressione di Gamal Abd el-Nasser: diventato ormai colonnello e uomo forte del regime, il 19 ottobre firma un accordo con il Regno Unito relativo allo sgombero delle forze militari britanniche entro venti mesi (anche se la presenza di tecnici in prossimità del Canale di Suez viene confermata). La sottoscrizione di tale patto suscita la reazione veemente dei Fratelli Musulmani, organizzazione islamica cui il governo risponde in maniera energica tentando di indurre i suoi uomini a ribellarsi al proprio capo, cioè Hasan al-Hudaybi.
Dopo un attentato compiuto ai danni di Nasser, per il quale vengono ritenuti responsabili proprio i Fratelli Musulmani, l'organizzazione viene sciolta, e al-Hudaybi viene arrestato insieme ad altri dirigenti. Poco dopo, viene destituito Nagib, destinato agli arresti domiciliari. Al-Hudaybi, dapprima condannato a morte, riesce a veder commutata la propria pena nel carcere a vita.
Nasser viene ufficialmente eletto Presidente della Repubblica il 23 giugno del 1956, a poche settimane dall'adozione di una Costituzione di ispirazione socialista a carattere repubblicano. Uno dei suoi primi provvedimenti è quello di nazionalizzare la Compagnia del Canale di Suez, fino a quel momento di proprietà dei britannici e dei francesi. Tale decisione da un lato fa sì che l'Egitto possa conquistare l'indipendenza in maniera assoluta, e dall'altro fornisce a Regno Unito e Francia il destro per allestire una strategia militare contro lo Stato africano: all'operazione si unisce anche Israele, intervenuto dopo la minaccia di Nasser che è intenzionato a impedire il transito del Canale di Suez allo Stato ebraico.
Il conflitto si conclude con la conquista del Sinai e con il bombardamento del Cairo da parte delle truppe franco-britanniche, che il 5 novembre occupano la città di Port Said. La guerra viene interrotta unicamente grazie all'intervento degli Stati Uniti e dell'Unione Sovietica (qualcuno ipotizza addirittura che i sovietici abbiano minacciato un intervento nucleare nei confronti di Parigi e Londra), mentre il cessate il fuoco da parte dell'ONU comporta l'arrivo di truppe di pace nelle zone di guerra.
Nel mese di gennaio del 1958, per consolidare la propria sicurezza la Siria pretende di dare immediatamente inizio a un progetto di unificazione con l'Egitto. Nasce così la Repubblica Araba Unita, cui si aggiungono i territori dello Yemen che si sono ribellati, sotto la guida del colonnello Sallal, agli imam Yahya e Muhammad al-Badr. Tre anni dopo, tuttavia, la Siria manifesta l'intenzione di ripristinare la propria indipendenza: Nasser accoglie la richiesta senza opporsi.
Le sorti del nasserismo rimangono profondamente segnate dalla guerra del 1967. Una coalizione militare composta dall'Egitto e dalla Giordania fa sì che vengano impediti i passaggi marittimi in direzione di Israele, e favorisce il ritiro delle truppe dell'ONU. L'esercito egiziano, a dispetto delle minacce di Tel Aviv (la chiusura degli Stretti di Tiran alla navigazione avrebbe dato il la a un casus belli) il 5 giugno del 1967 non è in grado di respingere l'attacco subito nelle proprie basi dalle forze armate di Israele, che distruggono trecento aerei militari in un solo attacco, guidate dal generale Moshe Dayan, Capo di Stato Maggiore.
Israele, quindi, ingloba la parte rimanente della Palestina (cioè il territorio della Cisgiordania appartenente alla Giordania), la penisola del Sinai egiziana e le alture del Golan in Siria: insomma, raggiunge i propri obiettivi strategici e tattici velocemente grazie a una fruttuosa azione di accerchiamento, che permette a Tel Aviv di ottenere anche la Striscia di Gaza, territorio palestinese sotto il controllo dell'Egitto dal 1948. A dispetto della sconfitta militare di proporzioni enormi, Nasser non perde il sostegno della popolazione egiziana. Nel 1967 viene destituito, tuttavia, Abd al-Hakim Amer, amico di Nasser, ritenuto il primo colpevole della disastrosa condotta miliare dell'Egitto; poco dopo, si suiciderà.
Nel frattempo Nasser inizia a prendere sempre di più le distanze dagli Stati Uniti, a dispetto di una simpatia iniziale nei confronti di Washington dovuta all'intervento di Eisenhower nei confronti della sortita militare francese e britannica nel territorio del Canale. Il Cairo, in particolare, si rifiuta di prendere parte a uno schieramento incentrato sul Patto di Baghdad, di natura anti-sovietica, composto, oltre che dagli stessi Stati Uniti, dall'Iran, dalla Gran Bretagna, dalla Turchia e dall'Iraq.
La reazione americana è immediata, e gli Usa si oppongono fermamente al finanziamento che il Fondo Monetario Internazionale dovrebbe fornire a Nasser per costruire l'Alta Diga di Aswan: una struttura progettata fin dal 1952, da realizzare sul Nilo, che dovrebbe assicurare l'indipendenza energetica a uno Stato decisamente carente di idrocarburi, e al tempo stesso favorire la possibilità di bonificare i territori situati a ovest del fiume, dalle zone a sud di Aswan fino alla depressione di al-Qattara: in totale, centinaia di migliaia di chilometri quadrati.
La controreazione egiziana non si fa attendere: il Cairo chiama in causa l'Unione Sovietica che, naturalmente, fiutando l'opportunità strategica e politica, offre il finanziamento all'Egitto. La situazione, quindi, viene parzialmente riportata alla normalità da Nasser per mezzo delle armi fornite dall'Unione Sovietica: nel luglio del 1969 prende il via una cosiddetta guerra d'attrito con Tel Aviv, che se non altro riesce a mantenere forte lo spirito nazionalistico e patriottico degli egiziani.
L'esperienza politica di Nasser, tuttavia, sembra ormai al tramonto, segnata in maniera innegabile dalla catastrofe - sia politica che militare - andata in scena nel 1967. Il regime, inoltre, dimostra di sopportare con difficoltà sempre maggiori il dibattito interno, pur vivace nei primi tempi, come dimostra la repressione attuata nei confronti dei Fratelli Musulmani.
Gran Maestro dell'Ordine del Nilo, Gran Maestro dell'Ordine al Merito e Gran Maestro dell'Ordine della Repubblica, Gamal Abd el-Nasser muore il 28 settembre del 1970 a causa di un attacco di cuore che lo sorprende mentre si trova nella sua residenza presidenziale: il suo funerale vede la partecipazione di milioni di egiziani commossi, mentre il suo posto viene preso da Anwar al-Sadat, già vice-presidente della Repubblica, che con Nasser era stato membro dei Liberi Ufficiali. Nel corso della sua carriera politica, Nasser è stato insignito anche delle cariche di Eroe dell'Unione Sovietica, Ordine dei Compagni di O.R. Tambo in Oro e Ordine di Lenin.
Frasi di Gamal Abd el Nasser
Foto e immagini di Gamal Abd el Nasser
Commenti
Purtoppo una biografia incompleta, piena di omissioni , che tenta di far passare Israele quale aggressore dell’egitto . Nel 1948 l’egitto si era fatto promotore della distruzione di Israele insieme a Siria e Giordania, la creazione della RAU repubblica araba unita nel 1958 era stata il sogno di Nasser per creare uno stato unico nel bacino del mediterraneo che inglobasse le repubbliche arabe , che cosi organizzate avrebbero avuto la certezza di spazzare via Israele dalla faccia della terra come aveva piu volte auspicato Nasser.
Nel 1956 in concomitanza alla nazionalizazzione del canale di Suez l’egitto nazionalizzava anche diverse imprese a partecipazione estere e elspulse i residenti di “non origine egiziana”, compresi diverse migliaia di Italiani ed Ebrei ed altre minoranze. Lo scopo principale comunque era quello di isolare economicamnete Israele riducendgli la possibilita di scambi commmerciali e del petrolio che proveniva dall’estremo oriente.
Il “ Casus belli”che scateno’ la guerra “Dei sei giorni” non fu solo il blocco dello stretto di Tiran, con il quale Israele non avrebbe potuto accedere al Mar Rosso e all’oceano Indiano con conseguente blocco dei commerc i in quella direzione , ma il progressivo rafforzamento delle truppe dei paesi arabi al ridosso dei confini che era stati premonizione di un imminente attacco contro Israele su larga scala che non avrebbe dato tempo a israele di organizzare nessuna difesa.
Israele aveva dichiarato” territori occupati” la Striscia di Gaza il Sinai e la Cisgiordania e non sono stati mai inglobati nel territori in possesso d’Israele e sono ritornati ai legittimi governi eccetto la cisgiordania per la quale Re Hussein aveva rinunciato alla sovranita’.
Nel testo viene citato piu’ volte Tel Aviv come se fosse una entita’ di governo , invece di usare il termine
Israele che e’piu’ appropriato per non confondere le idee di chi legge.
Cordiali saluti
Angelo
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