Luigi Veronelli

Luigi Veronelli

Luigi Veronelli

Biografia Il vino, la terra e i princìpi di libertà

Luigi Veronelli nasce il 2 febbraio del 1926 a Milano. Originario del quartiere Isola, da giovane studia Filosofia, prima di essere nominato assistente di Giovanni Emanuele Bariè per il corso di filosofia teoretica. Contemporaneamente, si dedica anche all'attività politica, dichiarandosi - e lo farà per tutta la vita - anarchico, sulla base anche delle ultime lezioni svolte a Milano da Benedetto Croce.

In seguito, Veronelli inizia una proficua esperienza come editore, pubblicando le riviste "Il gastronomo", "Il pensiero" e "I problemi del socialismo": è il 1956. L'anno successivo, come editore pubblica "Historiettes, contes et fabliaux", scritto da De Sade, e "La questione sociale", scritto da Proudhon: viene però condannato a causa dell'opera di De Sade a tre mesi di reclusione, insieme all'autore dei disegni Alberto Manfredi (che verrà poi assolto). Il capo di imputazione è quello di pornografia (basti pensare - per capire il clima dell'epoca - che il volume di De Sade nel 1958 verrà addirittura messo al rogo nel cortile della procura di Varese).

Diventato collaboratore de "Il Giorno" nel 1962, dà il via a una apprezzata attività giornalistica (scriverà sulle colonne del quotidiano milanese per più di venti anni), che lo impegna per il resto dei suoi giorni. I suoi articoli, contraddistinti da uno stile al tempo stesso provocatorio e aulico, compaiono su numerose testate, dal "Corriere della Sera" a "Il sommelier", da "Class" a "Veronelli EV", da "Amica" a "L'Espresso", da "Panorama" a "The European", senza dimenticare "Sorrisi e Canzoni tv", "Capital", "Week End", "Carta", "A-Rivista Anarchica", "Decanter", "Travel e Wine Spectator", l'"Enciclopedia del Vino" e "Gran Riserva": i suoi pezzi sono dei veri e propri monumenti del giornalismo, non solo enogastronomico, anche per la ricchezza di arcaismi e neologismi che li decora.

La sua fama, inoltre, cresce anche in conseguenza delle sempre più frequenti apparizioni televisive, che lo vedono protagonista, per esempio, di "A tavola alle 7", condotto dapprima al fianco di Umberto Orsini e Delia Scala, poi con la mitica Ave Ninchi. Negli stessi anni, poi, intraprende un "Viaggio sentimentale nell'Italia dei vini" - è il 1979 - che gli permette di aggiornare il Paese a proposito della situazione delle viticoltura nazionale, tra denunce e toni provocatori, come è nel suo stile. Le sue interviste, le sue inchieste e le sue proposte sconvolgono, e non poco, quel mondo.

Negli anni Ottanta, poi, Veronelli viene nuovamente arrestato e condannato a sei mesi per aver indotto alla rivolta i contadini piemontesi, persuadendoli a occupare l'autostrada e la stazione di Asti come gesto di protesta nei confronti dell'indifferenza mostrata dalla politica verso i piccoli produttori.

Non viene abbandonata, naturalmente, l'attività editoriale, con approfondimenti e ricerche nel settore enogastronomico che lo conducono alla pubblicazione de "I vignaioli storici", "Il vino giusto" e "Alla ricerca dei cibi perduti": tutte opere di eccezionale valore, non solo dal punto di vista divulgativo, come dimostrano i Cataloghi dei Vini d'Italia, degli Spumanti e degli Champagne, dei Vini del Mondo, degli Oli Extra-vergine e delle Acqueviti. La collaborazione con Luigi Carnacina, celebre gastronomo e maitre, porta alla nascita di volumi come "Il Carnacina" e "La Cucina Italiana".

Alla fine degli anni Ottanta, Luigi Veronelli fonda la Veronelli Editore, allo scopo di impegnarsi nello studio del patrimonio gastronomico nazionale: un patrimonio immenso, che dovrebbe servire per incrementare la conoscenza delle bellezze turistiche italiane (la casa editrice chiuderà i battenti nel 2010).

Dopo aver scritto la prefazione di diversi volumi a carattere gastronomico, politico e storico in virtù di una collaborazione con Derive/Approdi, intraprende un notevole rapporto epistolare con Pablo Echaurren dalle colonne di "Carta": le sue parole rappresentano uno stimolo di riflessione fondamentale a proposito delle questioni manifestate dal movimento contro la globalizzazione, e più in generale della qualità della vita terrena.

Nell'ultimo periodo della sua esistenza, Luigi Veronelli fonda il movimento "Terra e libertà/Critical wine", insieme con alcuni centri sociali, compresi il Leoncavallo di Milano e La Chimica di Verona. Dà vita, poi, a diverse battaglie a favore delle De.Co., vale a dire le Denominazioni Comunali, finalizzate a salvaguardare l'origine genuina dei prodotti. Tra le sue campagne, inoltre, si ricordano quelle per l'olio extra-vergine di oliva, in opposizione al monopolio delle multinazionali e alle angherie legislative subite dai piccoli olivicoltori, e per l'individuazione del prezzo di un dato prodotto all'origine - il cosiddetto prezzo-sorgente - al fine di rendere palesi eventuali ricarichi eccessivi durante i passaggi tra produttore e consumatore.

Luigi Veronelli muore all'età di 78 anni a Bergamo il 29 novembre del 2004. Lascia una profonda eredità, politica e filosofica, anche grazie agli articoli pubblicati su "A-Rivista Anarchica". Proprio su queste pagine si era definito un "anarchenologo", spiegando la propria attività come facente parte di un ambito libertario, in contrasto con le multinazionali agricole.

Il 24 settembre del 2009 è stato organizzato "Veronelli politico", un incontro voluto dagli anarchici facenti parte della "Cellula Veronelli" allo scopo di mettere in mostra il pensiero politico del giornalista. Vi hanno partecipato, tra l'altro, Marc Tibaldi, il giornalista di "Repubblica" Gianni Mura e l'esponente dei Fai Andrea Ferrari.

Gastronomo, enologo, scrittore, Luigi Veronelli viene ricordato come personalità fondamentale nella diffusione e nella valorizzazione del patrimonio enogastronomico nazionale, anche per la sua capacità di anticipare punti di vista ed espressioni entrati in seguito a far parte dell'uso comune. Spesso al fianco dei più deboli in campo gastronomico, è stato definito dal giornale anarchico "Umanità Nova", in occasione del secondo anniversario della sua scomparsa, "un libertario, un uomo colto, senza dogmi, senza ipocrisie, in perenne lotta contro le armate schiaviste delle multinazionali".

Aforismi di Luigi Veronelli

3 fotografie

Foto e immagini di Luigi Veronelli

Commenti

Martedì 2 febbraio 2016 18:20:18

Luigi Veronelli un uomo straordinario, purtroppo anche lui negli ultimi hanno ha avuto attorno profittatori che vivevano alle Sue spalle, ma la sua bellissima immagine di gladiatore che combatte per i nostri piccoli produttori rimane indelebile, bisogna ricominciare le sue belle battaglie, anch'io credo nelle denominazioni comunale, basta con prodotti con 100 madri e cento padri spacciati come originali al 1000/100, il miele 1000 fiori è 1000 fiori e qualche volte è una porcheria addittivata di 1000 artificiosità.

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