Francesco Guccini
Biografia • Canta, autore
Nato il 14 giugno 1940 a Modena, città con cui non ha mai legato fino in fondo, il vate dei cantautori italiani ha trascorso i primi anni di vita a Pavana, sull'Appennino pistoiese. La madre, Ester Prandi, è costretta a rifugiarsi nella casa dei nonni paterni causa l'inizio del secondo conflitto mondiale e la conseguente partenza, come soldato, del padre Ferruccio.
Dopo la guerra Francesco Guccini torna a Modena insieme alla famiglia e finite le scuole lavora come giornalista per la Gazzetta di Modena. Nel 1961 si trasferisce a Bologna e si iscrive all'università, dove nasce il mito dell'eterno studente: completa gli esami, ma non si laurea (nella canzone "Addio" Guccini canta, parafrasando Socrate, "io, Francesco Guccini, eterno studente / perché la materia di studio sarebbe infinita / e soprattutto perché so di non sapere niente").
La carriera musicale di Guccini comincia alla fine degli anni '50, quando entra a far parte di gruppi rock. Nel 1961 scrive la sua prima canzone ("L'antisociale") e l'anno dopo scopre Bob Dylan. Negli anni '60 si fa conoscere soprattutto come autore ("Auschwitz" per l'Equipe 84 e "Dio è morto" per i Nomadi, di Augusto Daolio) ed è vittima di una censura all'italiana: "Dio è morto", canzone di profonda spiritualità - trasmessa persino da Radio Vaticana - viene censurata dalla RAI, perché considerata blasfema.
Nel 1967 pubblica il suo primo disco, "Folk Beat n. 1", con brani oggi considerati grandi classici come "Noi non ci saremo", "Statale 17" e "In morte di S.F. (Canzone per un'amica)". Come Fabrizio De André, anche Francesco Guccini non si è mai lasciato imporre i ritmi dall'industria discografica ma ha sempre inciso se ne aveva voglia e quando sentiva di avere realmente qualcosa da dire.
Tappe fondamentali della sua musica possono essere considerati "Radici" del 1972 (con quello che è un po' il suo inno: "La locomotiva", ballata anarchica ispirata a una storia vera del 1893), "Via Paolo Fabbri 43" del 1976 (il cui titolo altro non è che l'indirizzo bolognese di Guccini e con "Piccola storia ignobile", un brano dedicato alle polemiche sull'aborto), "Fra la Via Emilia e il West" del 1984 (registrazione del concerto del 21 Giugno 1984 in Piazza Maggiore a Bologna, la miglior antologia possibile dei primi vent'anni musicali di Guccini), "Signora Bovary" del 1987 (con canzoni dedicate al padre ? "Van Loon" - e alla figlia Teresa ? "Culodritto" - forse l'album di Guccini in cui c'è più attenzione per la musica, per una volta non solo sfondo per i testi) e l'amaro e malinconico "Quello che non..." del 1990 (con una splendida canzone d'amore ? "Canzone delle domande consuete" - e la bellissima e triste "Cencio", dedicata a un amico della Bocciofila di Modena).
Guccini ama considerarsi un appartenente alla famiglia dei cantastorie dai quali ha ereditato una tecnica raffinata nella costruzione dei versi delle sue canzoni, unica nel suo genere. Politico è il suo modo di raccontare le cose e di poetare, strettamente legato ad una forma dubitativa espressa attraverso una velata ironia, che è una delle sue caratteristiche più interessanti. Non è un caso che Guccini venga studiato nelle scuole come esempio di "poeta" contemporaneo e che gli sia stato conferito nel 1992 il Premio Librex-Guggenheim Eugenio Montale per la sezione "Versi in Musica".
Francesco Guccini è anche scrittore: ha esordito nel 1989 con "Croniche Epafaniche", racconto dell'infanzia pavanese, seguito nel 1993 da "Vacca d'un cane", sull'adolescenza a Modena e gli inizi musicali. Nel 1997 poi, insieme a Loriano Macchiavelli, si è cimentato nel giallo, con il romanzo "Macaronì", seguito nel 1998 da un altro giallo scritto ancora con Macchiavelli: "Un disco dei Platters". In mezzo a tutto questo, si trovano anche un curioso dizionario Italiano-Pavanese e la biografia "Un altro giorno è andato". Del 2003 è il libro "Cittanòva blues".
Guccini ha inoltre recitato nel film "Radio Freccia", di Luciano Ligabue (1998, con Stefano Accorsi).
Francesco Guccini negli anni 2000 e 2010
Negli anni 2000 si fa più diradata la sua produzione musicale. Nel 2004 esce l'album "Ritratti". Per il successivo "L'ultima Thule" bisogna attendere addirittura il 2012. Dopo questa fatica decide di ritirarsi dalla carriera musicale per dedicandosi unicamente a quella di scrittore.
Torna a cantare nel 2015, ospite nella canzone "Le storie che non conosci", di Samuele Bersani e Pacifico, il cui ricavato viene interamente devoluto in beneficenza (Fondazione Lia, per laboratori di lettura per bambini non vedenti e ipovedenti a Bologna).
Senza preavvisi mediatici nel novembre 2018 torna in studio per cantare una strofa intera di "Ti insegnerò a volare", una canzone dell'amico Roberto Vecchioni. Il brano è dedicato alla straordinaria storia di Alex Zanardi.
Frasi di Francesco Guccini
Foto e immagini di Francesco Guccini
Commenti
Nota bene
Biografieonline non ha contatti diretti con Francesco Guccini. Tuttavia pubblicando il messaggio come commento al testo biografico, c'è la possibilità che giunga a destinazione, magari riportato da qualche persona dello staff di Francesco Guccini.
Caro Francesco, perdonami se ti importuno (forse), ma ho dimenticato di scriverti il mio indirizzo di posta, quando t ho inviato i miei libri qualche tempo fa. Nel caso tu avessi desiderio di contattarmi e non sapessi dove scrivermi! Mi auguro tu stia bene. Mi auguro anche che tu abbia gradito e stia leggendo i miei libri... Al momento sto leggendo "Vacca d'un cane", che trovo straordinario. Complimenti! Riesci a strapparmi sorrisi e lacrime, come con le tue canzoni.
Un carissimo saluto, sperando di ricevere prima o poi posta da te...
Grazia Maddaloni. Via -------, 3. 56124 Pisa
Ciao Francesco. Se mai leggerai questo mi chiamo Cesare Mangiagalli, ho 64 anni, abito in provincia di Lecco e sono arrivato alla pensione 4 anni fa, ci sono arrivato a pezzi. Ho lavorato in fabbrica dal '75 al '85 poi ho avuto modo di entrare in una municipalizzata e ci sono rimasto fino alla pensione. In fabbrica c'erano l'amianto, gli autoestinguenti, la fibra di vetro e altre schifezze, lavorando a turni. Ti ho conosciuto allora e ho cantato "La locomotiva" tra le tue varie a squarciagola di notte con gli altri nei bivacchi in montagna (facevo speleologia) e a tuoi concerti. In seguito sono state pietre miliari della mia vita anche De Gregori e Bennato. Nella municipalizzata a Milano ho visto scoppiare 'Tangentopoli', ho sbattuto il muso contro la politica marcia e corrotta. che già conoscevo (sai che novità? ! !) e che ho toccato di persona. Alla pensione ci sono arrivato tardi grazie a politici noti anche a te e mi è andata bene perchè quelli dopo di me non so quando ci arriveranno. Anni addietro ho conosciuto mia moglie in Messico in una spedizione speleo. con lei, persona profonda, discuto molto di politica, quello che è il Messico adesso l'avrai letto certamente, una catastrofe. Ma la mia coscienza politica si è formata col Vajont, Piazza Fontana, la stazione di Bologna, Ustica e tutto il resto fino a essere nauseato dall'Italia. Ho letto la tua intervista sull'Espresso, mi sono trovato a pensare che anch'io sono più anarchico che comunista sebbene abbia votato il PCI fino a... a non votare più (mi chiamano populista). Ti scrivo perchè quando ho letto che voti PD è stata una sberla che il muro me ne ha data un'altra. Io sulla locomotiva non ho il coraggio di salirci ma Bersani, Renzi, Zingaretti egli altri ce li vedresti? ? Ma anche solo a cantare "I morti di Reggio Emilia" e altre canzoni braccio a braccio con gli altri? ? Ho fatto il pendolare per più di trent'anni su un treno che quest'estate è finito a sbattere, ribaltandosi, su un binario morto, per fortuna era vuoto e non ha causato morti. Non ci ha sbattuto contro per un macchinista anarchico ma per degli idioti; I criminali che gestiscono quella ferrovia sono leghisti che in questa pandemia hanno fatto di peggio, Chi dovrebbe opporsi a quella banda di delinquenti per lo meno dovrebbe scendere in piazza, virus a parte, ma è un gruppo di bambini dell'asilo mariuccia impegnati a lottare uno contro l'altro, la parola sociale gli è del tutto sconosciuta. Quella locomotiva si è fermata, arrugginita e ora è un rottame. Cesare
grandissimi auguri al "maestrone"
Unico nel mio cammino di vita. A 17 anni ho incontrato "Folck beat nr. 1" e mi ha fulminata
Poi è stato un seguito di incontri bellissimi
Non sono mai mancata ad un suo concerto
Mi piacerebbe andare a Pavana... chissà "è un ricordo..."
Commenti Facebook
Argomenti e biografie correlate
Secondo Conflitto Mondiale Socrate Bob Dylan Auschwitz Augusto Daolio Fabrizio De André Aborto Eugenio Montale Loriano Macchiavelli Luciano Ligabue Stefano Accorsi Samuele Bersani Pacifico Roberto Vecchioni Alex Zanardi Letteratura Musica