Keith Jarrett
Biografia
Keith Jarrett nasce l'8 maggio del 1945 ad Allentown (Pennsylvania ) in una famiglia multietnica proveniente dall'Ungheria, primo di cinque fratelli. Respira musica fin da quando è bambino. Una zia insegna pianoforte e anche la nonna lo suona. La madre canta in diversi cori locali.
Gli studi e le prime esibizioni
A soli tre anni, quindi, Keith Jarrett comincia a prendere lezioni di piano, dedicandosi a studi classici e prendendo parte, tra l'altro, a esibizioni al Madison Square Garden.
Sono cresciuto assieme al pianoforte, ne ho imparato il linguaggio mentre cominciavo a parlare.
A partire dall'età di dodici anni suona in qualità di professionista, e dopo essersi cimentato in studi di composizione entra al Berklee College of Music di Boston. Si guadagn poi una borsa di studio per essere ammesso a Parigi alla cattedra di Nadia Boulanger, la stessa a cui si era rivolto Astor Piazzolla.
Nonostante questa opportunità, tuttavia, rifiuta l'occasione concessagli e, nel 1964, decide di trasferirsi a New York, dove sale sul palco al Village Vanguard, suonando al fianco di Tony Scott, clarinettista già protagonista di un sodalizio artistico con Billie Holiday.
Il jazz, il blues, il gospel
In seguito Keith Jarrett entra nei Jazz Messengers, accanto ad Art Blakey, ed è qui che inizia a coltivare l'amore per il blues e per il gospel. Successivamente collabora con Charles Lloyd raccogliendo diversi consensi. È in tale occasione che ha modo di conoscere Jack DeJohnette, batterista che si rivelerà importante per la sua carriera.
Dopo aver lasciato Lloyd, Jarrett fonda un trio con il batterista Paul Motian e con un idolo del contrabbasso come Charlie Haden. I tre nel 1967 pubblicano con l'etichetta Vortex il disco "Life Between the Exit Signs". È seguito l'anno successivo dall'album "Restoration Ruin" e da "Somewhere Before", che però viene pubblicato con l'etichetta Atlantic.
Gli anni '70
In un periodo in cui si dedica alla musica classica, agli inizi degli anni Settanta Keith Jarrett riceve la proposta di entrare nel gruppo di Miles Davis, il quale aveva avuto modo di ascoltarlo mentre suonava in un club di New York. Keith accetta, e nel gruppo si dedica all'organo elettrico e al piano elettrico, alternandosi con Chick Corea, almeno fino a quando lo stesso Corea non esce di scena.
A quel punto Jarrett suona contemporaneamente tutti e due gli strumenti, nonostante le riserve che nutre nei confronti degli strumenti elettronici. Sono tre i dischi di Miles Davis in cui appare Keith Jarrett. Si tratta di "Miles Davis at Fillmore: Live at the Fillmore East", "The Cellar Door Sessions" e "Live-Evil". Keith, comunque, suona l'organo elettrico anche in "Honky Tonk", brano presente in "Get Up With It", per poi lasciare il gruppo di Davis nel 1971. La separazione avviene a causa delle diverse opinioni rispetto alle scelte compositive di Miles, con il quale - in ogni caso - non interrompe il legame di amicizia e di stima che li unisce.
È con Miles Davis che ho capito l'importanza di avere un leader. Senza Miles la band non avrebbe avuto alcuna ragione d'esistere, e molti dei suoi gruppi senza di lui sarebbero stati solamente l'ombra di qualcosa [...] lui conosceva il proprio valore e questo è una delle cose più importanti nell'arte.
Dopo Miles Davis
Jarrett, quindi, torna al trio con Motian e Haden, e a loro si aggiunge Dewey Redman, un sassofonista che va a formare il Quartetto Americano, non di rado integrato con il chitarrista Sam Brown o con il percussionista Airto Moreira. Keith suona anche le percussioni e il soprano. Con il gruppo pubblica per diverse etichette, dalla Atlantic Records alla ECM, passando per la Columbia Records. Gli ultimi due dischi vengono registrati per Impulse! Records, e denotano un Jarrett quasi in disparte rispetto agli altri componenti del gruppo.
Nel frattempo, comunque, Keith non suona solo con il Quartetto Americano, ma è anche alla guida del Quartetto Europeo, che comprende il batterista Jon Christensen, il bassista Palle Danielsson e il sassofonista Jan Garbarek. La formazione condivide con quella americana più o meno lo stesso stile, anche se ovviamente la tradizione musicale europea esercita un'influenza più evidente.
Keith Jarrett negli anni '80 e '90
Più tardi Keith registra vari dischi di solo piano: dopo "Facing you" e "Staircase", nel 1981 è la volta di "The Moth and the Flame". Al 1986 risale, invece, una registrazione di clavicordo solo in studio, "Book of Ways". È seguita l'anno successivo da "Dark Intervals", concerto in piano solo tenuto a Tokyo che viene considerato una suite di composizioni brevi, al di là del fatto che ciascuna sia, in realtà, improvvisata.
Nel 1990 Jarrett dà alle stampe il disco "Paris Concert", estratto da una sua esibizione nella capitale francese. Nel 1991 suona a Vienna: dall'esperienza austriaca viene ricavato il disco "Vienna Concert". Negli anni Novanta egli deve fare i conti con una patologia che lo obbliga a rimanere chiuso in casa per molto tempo, la sindrome da fatica cronica. Il periodo di isolamento, in ogni caso, gli permette di migliorare in modo significativo le proprie condizioni di salute, al punto da consentirgli di realizzare un nuovo disco, intitolato "The Melody at Night with You", in cui suona vecchie canzoni da solo al piano, senza improvvisare.
Nel nuovo millennio
Nel 2000 ricomincia, dunque, a esibirsi, o con lo Standards Trio (nato dall'incontro tra Keith Jarrett, DeJohnette e il contrabbassista Gary Peacock) o da solo. Un paio di anni più tardi tiene un concerto a Osaka la cui registrazione confluisce nel disco "Radiance". Esso comprende anche estratti di un'esibizione a Tokyo che viene ripresa in versione integrale in "Tokyo Solo", un dvd che viene pubblicato qualche anno più tardi.
Nel 2004 l'artista americano si vede assegnare il premio musicale Léonie Sonning (normalmente assegnato a compositori e musicisti di musica classica), che in precedenza solo un altro musicista jazz - guarda caso, Miles Davis - aveva vinto. Nel 2005 Keith Jarrett suona nel primo concerto di solo piano in America dopo il ritiro dalle scene, presso la Carnegie Hall. L'esibizione viene riprodotta in "The Carnegie Hall Concert", un doppio album che viene pubblicato l'anno successivo.
Nel 2020, dopo aver subito due ictus, dichiara di non poter più suonare il piano.
Frasi di Keith Jarrett
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