Adriano Panatta
Biografia • Più dritti che rovesci
Adriano Panatta, uno dei più grandi talenti del tennis italiano, nasce a Roma il 9 Luglio 1950. Di umili origini, il padre era custode dei campi da tennis delle Tre Fontane, all'Eur. La vicinanza con in campi da tennis e con le reti gli permette di avere fin da subito una grande confidenza con lo sport che lo renderà famoso.
Fin da piccolo Panatta si esercita sui campi rossi del club ed impara ad eseguire le prime volée. Gli amici, per la verità un po' scettici di fronte a tanta passione, lo chiamavano all'epoca con il soprannome di Ascenzietto, vezzeggiativo mutuato dal nome del padre, Ascenzio.
Ben presto lo scetticismo dei famosi amici dovrà però essere rivisto e corretto. Tappa dopo tappa, vittoria dopo vittoria, la carriera di "Ascenzietto" prende slancio, fino a portarlo a guadagnare i primi posti della classifica nazionale.
In particolare, la grande occasione per entrare nell'albo d'oro della storia del tennis si presenta ai Campionati Italiani Assoluti del 1970. Lo scontro frontale è con Nicola Pietrangeli, allora campione in carica e mostro sacro del tennis italiano. A dispetto di ogni previsione, Panatta esce vittorioso da un tale temibile confronto.
C'è da dire che ormai Panatta interpreta un tennis nuovo, giovane e moderno, regolato su nuove strategie tattiche e su di una grande dose di aggressività e voglia di emergere. Pietrangeli, invece, in qualche modo rappresentava una stagione senz'altro gloriosa ma ormai sulla soglia del tramonto, una tradizione intrisa di eleganza e "bel gioco".
La conferma che il "nuovo che avanza" non poteva esser più fermato arriva l'anno successivo, quando Panatta si riconferma vincente sull'illustre avversario e dimostra di non essere un fuoco di paglia.
Dopo questo exploit così clamoroso, la strada di Adriano Panatta si presenta assai in salita, per il semplice fatto che, come sempre succede in questi casi, il pubblico si aspetta un rendimento all'altezza delle aspettative. L'unico neo del campione è la sua proverbiale pigrizia, un difetto che spesso e volentieri ha costituito un handicap per una resa adeguata ai massimi livelli in cui giocava. Accanto a giocate di genio alternava periodi mediocri contrassegnati, secondo alcune voci maliziose, più da colpi di fortuna che di bravura. Inoltre, pur dotato di uno straordinario talento, non era supportato, secondo i critici sportivi da un fisico che ne fosse all'altezza.
Non dimentichiamo comunque che Panatta riuscì a battete tutti i più famosi tennisti della sua epoca a cominciare da Bjorn Borg che sconfisse per ben due volte al Roland Garros di Parigi.
Il suo successo internazionale più importante rimane proprio la vittoria dell'edizione 1976 del torneo francese.
Il famoso tennista italiano è poi riuscito a restare sempre a galla e il nome di Panatta ha dominato le cronache sportive per tutti gli anni che lo hanno visto calcare i campi da gioco.
Il suo gioco era caratterizzato da un alto tasso tecnico, basato su un dritto micidiale e su di una battuta molto potente, senza contare la sua capacità di scendere in rete con volée di dritto e di rovescio impeccabili o di effettuare smorzate di grande raffinatezza. Il terreno di gioco su cui ottenne i migliori risultati era (sorprendentemente, visto il tipo di gioco), la terra battuta.
Il punto massimo toccato dalla sua carriera, in termini di successi riportati, furono indubbiamente la seconda metà degli anni settanta, con un vertice assoluto rappresentato dal 1976, anno in cui vinse la Coppa Davis con la squadra nazionale e gli Internazionali d'Italia. L'anno prima aveva raggiunto il podio nel torneo di Stoccolma. In seguito arrivò in finale nel 1978 sempre agli Internazionali (venne battuto da Bjorn Borg), vinse il Wct di Houston nel 1977, e due volte il torneo di Firenze (1975 e 1980). Nel 1979 raggiunse i quarti di finale a Wimbledon perdendo contro il carneade americano Pat Duprè. Quell'incontro fu l'unico match di tennis che abbia mai causato uno spostamento nella programmazione del TG1 delle otto di sera.
Nel 2009 scrive - con l'aiuto del giornalista Daniele Azzolini - e pubblica il suo primo libro, dal titolo "Più dritti che rovesci - Incontri, sogni e successi dentro e fuori dal campo" (Rizzoli), in cui racconta gli anni all'apice della sua carriera agonistica, curiosi aneddoti legati al mondo del tennis e le storie famigliari.
Nel 2020 all'età di 70 sposa la compagna Anna Bonamigo.
Frasi di Adriano Panatta
Foto e immagini di Adriano Panatta
Commenti
Nota bene
Biografieonline non ha contatti diretti con Adriano Panatta. Tuttavia pubblicando il messaggio come commento al testo biografico, c'è la possibilità che giunga a destinazione, magari riportato da qualche persona dello staff di Adriano Panatta.
Telecronache
Vorrei consigliare ad Adriano di lasciar perdere oramai le telecronache delle partite di tennis. Quindi il prossimo anno dovrebbe lasciare i commenti in diretta a qualche giovane più fresco e brillante per le finals di Torino. Ciò vale anche per chi gli sedeva accanto quest'anno! !
Grazie.
Marco.
Vieni a pranzo a casa nostra
Sig. PANATTA, io e il mio compagno siamo letteralmente impazziti per lei e il signor Bertolucci, vorremmo avervi a pranzo a casa nostra, in provincia di Bologna a San Giovanni in Persiceto, garantiamo un pranzo meraviglioso, solo per il piacere si poter scambiare con voi due parole sull'immensità degli anni che avete vissuto e nei quali saremmo voluti essere con voi. Grazie comunque di tutto e speriamo di poter ricevere risposta. ❤️
Rimane sempre l'unico
Grande Adriano... anche per quest'anno possiamo dormire sonno tranquilli... dopo 45 anni l'ultimo Rg rimane ancora il tuo unico e stupendo...
Dopo aver visto la trasmissione "supereroi" relativa ad Adriano, alcune sere fa, vorrei indirizzargli una e mail di saluto.
Dove posso inviarla? Vorrei certezze che potesse riceverla personalmente, senza filtri....
Grazie, attendo vs gentile indicazione. Roberto Rita.
Credo che Adriano possa ben interpretare i problemi legati alllo sport agonistico italiano e farebbe bene portare la sua voce in ambito politico.
Grazie anche per i sogni che hai regalalto
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