Antonio Maccanico
Biografia • Un lodo poco lodato
Divenuto molto noto nella primavera-estate 2003 a causa delle roventi polemiche nate intorno al discusso "Lodo Maccanico" (ossia la norma che prevede la non procedibilità e la sospensione dei processi in corso, per le cinque più alte cariche dello Stato: il presidente della Repubblica, i presidenti di Camera e Senato, la Corte costituzionale e il Consiglio dei ministri), Antonio Maccanico aveva allora alle spalle in realtà una carriera decennale e assai prestigiosa che ha addirittura il sapore della Storia, essendo entrato alla Camera subito dopo la fine della Seconda guerra mondiale.
Nato il 4 agosto 1924 ad Avellino, Antonio Maccanico si è laureato in giurisprudenza a Pisa nel 1946, ed è entrato appunto alla Camera dei Deputati per concorso come referendario il giorno 1 giugno 1947, durante il periodo dell'Assemblea Costituente. È stato Capo dell'Ufficio legislativo del Ministro del Bilancio dal febbraio 1962 al giugno 1963 e nominato Direttore del Servizio delle Commissioni il giorno 1 maggio 1964. È stato poi estensore del processo verbale e, dal giorno 1 luglio del 1972, è Vice Segretario Generale. È stato nominato Segretario Generale della Camera il 22 aprile 1976.
Autore di pubblicazioni in materia di finanza pubblica e di problemi istituzionali e politici, è stato il rappresentante dell'Italia nel Comitato ad hoc di Bruxelles per la preparazione della convenzione europea per le elezioni dirette del Parlamento Europeo, comitato del quale è stato presidente dal settembre al dicembre 1975.
È stato nominato Consigliere di Stato e Segretario Generale della Presidenza della Repubblica il 15 luglio del 1978, Presidente di Mediobanca, Società di credito finanziario, il 16 marzo 1987. È stato Ministro per gli affari regionali ed i problemi istituzionali dal 13 aprile 1988 al 13 aprile 1991. Eletto Senatore della Repubblica il 6 aprile 1992 nella lista del Partito Repubblicano Italiano, è nominato Presidente della Prima commissione affari costituzionali del Senato il 30 settembre.
Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri del Governo Ciampi, dal 29 aprile 1993 al 9 maggio 1994. Il giorno 1 febbraio 1996 ha ricevuto dal Capo dello Stato l'incarico di formare il governo. Il 14 dello stesso mese, verificata l'indisponibilità delle forze pubbliche a dar vita ad una nuova maggioranza, ha rimesso il mandato. Eletto deputato il 21 aprile 1996 nella lista PPI-UD-SVP per Prodi nella circoscrizione Campania 2, è Ministro delle Poste e delle Telecomunicazioni del governo Prodi dal 18 maggio 1996.
Come già anticipato Maccanico tornò agli onori della cronaca per il contestato Lodo, una norma "garantista" che, a fronte di numerosi consensi, ha anche attirato antipatie da parte di vari schieramenti politici. Infatti, questa era una norma che per molti aveva il sapore di una mancata garanzia di giustizia per tutti i cittadini.
Ad ogni buon conto, nel lodo restavano salve le possibilità di chiamata a giudizio del presidente della Repubblica per alto tradimento e attentato alla Costituzione e del presidente del Consiglio (previa autorizzazione parlamentare) per i reati commessi nell'esercizio della sua funzione.
Il Lodo Maccanico (esteso e conosciuto poi come Lodo Schifani), malgrado le aspre polemiche e il voto contrario di numerosi parlamentari, è stato comunque stato approvato come emendamento alla legge di attuazione dell'articolo 68 della Costituzione(legge Boato) ed entrò in vigore dal 22 giugno 2003.
Nel 2006 è stato eletto per la quarta volta in Parlamento nelle liste della Margherita in Campania. Appartiene al Gruppo dell'Ulivo al Senato della Repubblica ed è membro della 4ª Commissione permanente (Difesa).
Ricoverato in una clinica romana Antonio Maccanico è morto all'età di 88 anni il giorno 23 aprile 2013.
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