Emmanuel Levinas
Biografia • Etica come prima filosofia
Emmanuel Levinas nasce a Kaunas (Lituania) il 12 gennaio 1906. Filosofo lituano di origini ebraiche, poi naturalizzato francese dal dal 1930, in gioventù riceve un'educazione ebraica tradizionale. Levinas si appassiona presto all'opera di Fedor Dostoevskij a cui si spesso si riferirà. Giungerà tuttavia a integrare il percorso filosofico di pensatori moderni quali Henri Bergson, Marcel Proust e Paul Valéry, come pure di altri, anteriori ed ebrei, tra cui Ibn Gabirol e Yehuda Halevy. Levinas avrà inoltre modo di confrontarsi approfonditamente con la figura di Edmund Husserl, traducendone in francese le "Meditazioni Cartesiane".
Dopo aver vissuto la rivoluzione russa in Ucraina, nel 1923 si trasferisce in Francia a Strasburgo, dove inizia gli studi universitari, seguendo i corsi di Charles Blondel e di Maurice Halbwachs. È di questi anni la sua amicizia con Maurice Blanchot. Nel 1928-1929 si reca a Friburgo, dove assiste alle ultime lezioni di Husserl e conosce Heidegger. L'apprendistato della fenomenologia, come egli lo ha definito, orienterà poi la sua ricerca personale. Dal 1930 fino alla guerra occupa diverse funzioni nella École normale israélite di Auteuil, che forma gli insegnanti dell'Alliance Israélite Universelle e stringe amicizia con Henri Nerson, cui dedicherà il suo primo libro di scritti giudaici "Difficile Liberté".
Durante l'invasione tedesca della Francia nel 1940, Levinas è prigioniero di guerra; viene trasferito in un campo in terra tedesca vicino ad Hannover e lì, segregato in speciali baracche per prigionieri ebrei ai quali era proibita qualunque forma di culto, vi rimarrà fino alla fine della guerra.
Durante la prigionia riesce a prendere appunti su un proprio quaderno che più tardi sarà la base delle dissertazioni di apertura della sua "De l'Existence à l'Existant" (1948), un punto di riferimento della rivalutazione e critica della filosofia di Heidegger, e "Le Temps et l'Autre" (1948).
Allo stesso la moglie viene protetta dalla deportazione grazie agli sforzi del filosofo Maurice Blanchot. Gli altri membri della famiglia di Levinas non sarebbero stati così fortunati: la suocera viene deportata e rimarrà dispersa, mentre il padre e i fratelli saranno assassinati in Lituania dalle SS.
Finita la guerra Emmanuel Levinas diviene un pensatore di punta in Francia: emergendo dal circolo degli intellettuali che circondavano Jean Wahl. La sua opera si basa sull'etica dell'Altro o, come direbbe lo stesso Levinas, ricerca "l'etica come prima filosofia". Per Levinas, l'Altro non è conoscibile e non può esser ridotto ad un oggetto per sé, come è detto dalla metafisica tradizionale (chiamata ontologia da Levinas). Levinas preferisce pensare la filosofia come la "conoscenza dell'amore" piuttosto che l'amore della conoscenza. Nel suo sistema, l'etica diventa un'entità indipendente dalla soggettività al punto che la responsabilità è intrinseca al soggetto; per questo un'etica di responsabilità precede qualunque "oggettiva ricerca della verità". Per l'autore lituano l'incontro faccia a faccia con un altro essere umano è un fenomeno privilegiato nel quale la prossimità dell'altra persona e la distanza sono entrambi fortemente sentiti. Alla rivelazione del volto il primo desiderio naturale di una persona è di uccidere l'Altro. Allo stesso tempo la rivelazione del volto costringe l'immediato riconoscimento dell'incapacità di una persona di farlo. Ogni uomo deve instantaneamente riconoscere l'inviolabilità e l'autonomia dell'Altro, riconosciuto come "insegnante".
Dagli anni Cinquanta Levinas intraprende uno studio prolungato sulla Bibbia e sul Talmud, attraverso il quale evidenzierà le peculiarità dell'ebraismo, come la separazione tra uomo e Dio, il libero arbitrio e la capacità di cogliere il comando divino.
Tra le tante opere di Levinas i testi più significativi sono "Totalité et infini: essai sur l'extériorité" (1961) ("Totalità e infinito: saggio sull'esteriorità", 1980) e "Autrement qu'être ou au-delà de l'essence" (1974) ("Altrimenti che essere o aldilà dell'essenza", 1983). Entrambi i lavori sono stati tradotti in inglese dal filosofo americano Alphonso Lingis.
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