Riccardo Illy
Biografia • Macinando impegni politici
Riccardo Illy nasce a Trieste il 24 settembre del 1955. Imprenditore di grande successo e rinomata fama, ha legato il suo nome e quello della propria famiglia all'omonima marca di caffè, la quale da quasi un secolo è tra le aziende leader del settore a livello mondiale. Riccardo Illy è anche uomo politico, deputato parlamentare, che dopo aver ricoperto per due cariche consecutive il ruolo di sindaco della città di Trieste, nel 2003 è stato eletto Presidente della regione Friuli-Venezia Giulia, a capo di una coalizione di centro-sinistra.
Il futuro numero uno dell'azienda Illy nasce in una famiglia di orientamento religioso valdese di origini ungheresi. Suo nonno è Francesco Illy, nativo di Temesvàr (Ungheria), unico e vero fondatore della Illycaffè Spa, nata ufficialmente a Trieste nel 1933. Si tratta di un'azienda che, sin dagli anni '30 e '40, risulta essere tra le più quotate per quanto riguarda gli ambiti della torrefazione e della distribuzione del caffè.
Riccardo è figlio di Ernesto Illy, il quale dal 1956, l'anno dopo la sua nascita, diventa comproprietario ed amministratore della società, per poi assumerne la presidenza dal 1963 al 2005. Sua moglie è Anna Rossi, mentre oltre a Riccardo, ci sono anche i fratelli Francesco, Anna ed Andrea.
L'anno di svolta, per il giovane Riccardo resta il 1977 quando diplomato decide di inserirsi all'interno dell'azienda di famiglia. Ad ogni modo non si limita unicamente ad apprenderne i segreti di fabbrica, tutt'altro. L'intraprendente Riccardo Illy si dà da fare nel settore marketing, il quale deve a lui la sua nascita a livello aziendale. Modernizza il merchandising, intuisce le grandi potenzialità del settore pubblicitario, soprattutto durante quegli anni, agevolato dalle liberalizzazioni televisive e dal continuo fiorire di emittenti private, le quali negli anni '80 saranno sempre più frequenti.
Nel 1983, dopo aver ripensato l'ambito promozionale del marchio, dando fondo alle proprie risorse intellettuali all'interno del marketing, Illy riorganizza la struttura commerciale, divenendone a propria volta direttore.
Subito, proprio in questi anni giovanili, sposa Rossana Bettini, giornalista enogastronomica, da cui avrà la figlia Daria, la quale diverrà insegnante di educazione fisica e personal trainer.
La scalata prosegue a braccetto con suo padre, ancora operativo e ai vertici societari, per tutti gli anni '80 e gli inizi dei '90.
Dal 1992 al 1995 Riccardo Illy diventa amministratore delegato di Illycaffè, carica che mantiene insieme a quella di vicepresidente aziendale, ricevuta nel 1995. Nello stesso periodo (esattamente dal 1987) si iscrive all'Ordine dei Giornalisti, figurando nell'albo dei pubblicisti, dando libertà di sfogo su giornali e riviste che via via finiscono per invitarlo. Prende inoltre parte alla realizzazione del libro "Dal caffè all'Espresso", pubblicato dalla casa Mondadori nel 1989.
È sempre il 1993 quando Riccardo Illy riceve un altro importante onore ed onere: è eletto per la prima volta sindaco della sua città, Trieste. L'operato è buono e la cittadinanza apprezza sia il suo impegno da industriale, in grado di dare lavoro ad una moltitudine di triestini, e sia quello da uomo politico di centrosinistra, progressista ma sempre dal taglio moderato.
Nel 1997 si ricandida e vince di nuovo, ottenendo il mandato fino al 2001. È deputato parlamentare tra le fila dell'Ulivo e aderisce al gruppo misto in qualità di membro indipendente (IX Commissione parlamentare: Trasporti, Poste e Telecomunicazioni).
Riceve, a cavallo tra gli anni '90 e gli inizi del nuovo millennio, il titolo di Commendatore dal presidente della Repubblica Italiana, Grande Ufficiale, il "Golden Honorary Title" dal Presidente della Repubblica austriaca, ed il premio "Die Quadriga" a Berlino, oltre ad una pergamena ad honorem conferitagli dall'ateneo di Trieste, in Scienze Politiche.
È uno dei promotori a livello europeo dell'allargamento dei confini verso i paesi dell'Est e già da molti anni investe nei Balcani, tanto con la sua azienda che con altre situazioni societarie.
È un indipendente di centrosinistra, almeno così si definisce, tra il Parlamento e la sua regione. Aderisce ai programmi di Romano Prodi ma non ha alcuna tessera di partito, cosa che gli consente di dare vita alla lista civica "Cittadini per il Presidente", candidandosi alle Regionali del 2003. È una delle voci maggiormente impegnate a cambiare la legge elettorale del Friuli-Venezia Giulia e, il 9 giugno del 2003, con il 53,1% dei voti, viene eletto Presidente della Regione.
L'operato anche qui è apprezzato ma, per favorire il cosiddetto "election day", ossia l'unificazione in una sola data e in un'unica parabola elettorale delle politiche e delle amministrative, Riccardo Illy decide di accorciare di qualche mese il suo mandato e, il 7 febbraio del 2008, si dimette dalla carica di Governatore, candidandosi per le successive elezioni. In questa seconda tornata però, raccoglie solo il 46,18 % dei voti e viene sconfitto dallo sfidante Renzo Tondo.
Intanto, dal 2004 è presidente dell'Assemblea delle Regioni d'Europa (ARE), alla quale aderiscono 250 Regioni di 33 Nazioni europee.
Ad inficiare il suo percorso politico, di fatto abbandonato dopo la sconfitta alle seconde elezioni regionali, è la Corte dei Conti, la quale nel 2010 condanna diversi assessori e dirigenti della giunta regionale da lui guidata, al pagamento di 1 milione e 590 mila euro per quelle che sulla stampa nazionale vengono definite "beautiful exit": buone uscite eccessive elargite alle personalità più vicine all'allora Presidente Riccardo Illy. Lo stesso industriale del caffè, deve pagare circa 504.000 euro, stando almeno a quanto riportato dalla voce mediatica più influente della zona, ossia il quotidiano "Il Piccolo". Arriverà poi successivamente l'assoluzione in appello.
Nel decennio del 2000, va aggiunto, Illy si rende protagonista di una serie di iniziative editoriali interessanti, a conferma della sua vivacità politica e civica. Si segnalano infatti a sua firma le pubblicazioni "Polietica", scritta insieme con Paolo Maurensig ed edita da Marsilio nel 2003, "La rana Cinese", con Paolo Fragiacomo e pubblicata da Mondadori nel 2006 e, infine, "Così perdiamo il Nord", del 2008 e sempre per la casa di Segrate.
Nel 2012, Illy dichiara di voler vendere la propria barca, manifestando la propria idea di non condividere l'operato del governo tecnico guidato da Mario Monti. La sua dichiarazione suscita un certo scalpore negli ambienti politici.
Frasi di Riccardo Illy
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Nota bene
Biografieonline non ha contatti diretti con Riccardo Illy. Tuttavia pubblicando il messaggio come commento al testo biografico, c'è la possibilità che giunga a destinazione, magari riportato da qualche persona dello staff di Riccardo Illy.
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