Roger Corman
Biografia • Portafogli ricco di idee
È stata una tra le più eclettiche figure legate al cinema americano. Nato il 5 aprile 1926 a Detroit, Roger Corman è conosciuto principalmente per i suoi film dal budget ridottissimo, dai quali però sapeva ricavare altissimi profitti, grazie all'ottima accoglienza riservata agli stravaganti temi trattati, per lo più a sfondo orrorifico.
Ha avuto anche il grande merito di scoprire autori come Martin Scorsese, Demme, Coppola, ed è stato tra i fondatori dell'American International Pictures.
Attratto fin da subito dal cinema, dopo aver studiato ingegneria lavora per pochi giorni alla General Electric, che lascia senza indugio alcuno per dedicarsi alla settima arte, grande passione coltivata nell'adolescenza. Parte dalla vera gavetta lavorando alla 20th Century Fox dapprima come tuttofare e quindi come lettore di sceneggiature: da questa attività alla stesura delle proprie sceneggiature il passo è breve e decisamente fortunato visto che non tarda a vendere una delle sue prime.
Nel 1955 sceneggia e dirige il suo primo film, il western "Cinque colpi di pistola".
È un periodo estremamente entusiasmante nel quale, pur essendo in perenne scarsità di mezzi, dirige un film dopo l'altro: il tempo medio di lavorazione di un suo film è di venti giorni, un vero record. Tanto per fare un esempio, l'ormai celeberrima "La piccola bottega degli orrori", girata nel 1960 e assurta a titolo di culto anche per il fatto che costituisce il debutto nel cinema per Jack Nicholson, venne girata nel tempo incredibile di due giorni e una notte.
Convinto del fatto che dietro un buon film ci debba essere un solido soggetto si dedica a una serie di pellicole basate su racconti di Edgar Allan Poe, di cui riesce a dare versioni cinematografiche visivamente molto personali ed efficaci. I film di Corman tratti da Poe si distinguono inoltre dalle pellicole orrorifiche del tempo, poiché sono pervasi da una sottile ironia comune, come se il regista si divertisse ad inscenare l'orrore, scatenarlo e prendersene gioco.
Quasi la totalità dei film venne realizzata nello stesso luogo (un castello), nel quale per ogni nuova pellicola venivano cambiati gli arredi.
Nel 1967 Jack Nicholson gli sottopone il soggetto de "Il viaggio/Il serpente di fuoco", il suo film più psichedelico, incentrato sul viaggio allucinogeno di un uomo (Peter Fonda), sotto gli effetti dell'LSD. Corman, con l'intenzione di girare un'opera credibile, decide di assumere questa droga, sottolineando però il suo distacco filosofico nei confronti di questa esperienza. Tuttavia la A.I.P., casa produttrice del film, ritiene opportuno inserire nei titoli di coda una voce che dichiara condanna per l'uso di droghe.
Amareggiato e deluso da questa ingerenza Corman smette di fare il regista (con rare eccezioni, come "Il barone rosso" o "Frankenstein oltre le barriere del tempo") e si dedica esclusivamente alla produzione di nuove leve di registi, cui impone i suoi particolari ritmi di lavorazione e la sua visione, ormai diventata un vera e propria filosofia, del contenimento della spesa.
È forse proprio la sua attività di produttore a rendergli i maggiori onori: sotto la sua supervisione, come abbiamo già ricordato, debuttano futuri giganti della cinepresa come Francis Ford Coppola ("Dementia 13", 1963), Martin Scorsese ("Boxcar Bertha", "America 1929, sterminateli senza pietà", 1972), Curtis Hanson ("Sweet Kill", 1972), Joe Dante ("Hollywood Boulevard", 1976, "Piranha", 1978), Ron Howard ("Grand Theft Auto", "Attenti a quella pazza Rolls-Royce", 1977), Tarô Rin ("Ginga tetsudô Three-Nine", 1979), Jonathan Demme ("Caged Heat", "Femmine in gabbia", 1974) e Raoul Ruiz ("The Territory", 1981).
Non vanno trascurati i suoi meriti come distributore con la sua New World Pictures: tra i film da lui distribuiti negli Stati Uniti (in un'epoca in cui i film stranieri non trovavano spazio in quel particolare mercato) troviamo titoli come "Adele H. - Una storia d'amore" (1975), regia di François Truffaut), "Amarcord" (1973) di Federico Fellini, "Mon oncle d'Amérique" di Alain Resnais (1980), "Dersu Uzala" di Akira Kurosawa (1975), "Il tamburo di latta", 1979 (di Volker Schlöndorff, ispirato all'omonimo romanzo di Günter Grass) e "Sinfonia d'autunno", 1978, di Ingmar Bergman.
Una curiosità: interpreta il direttore dell'FBI Hayden Burke, ne "Il silenzio degli innocenti" (1991, con Jodie Foster e Anthony Hopkins), regia di Jonathan Demme.
Per concludere il ritratto di Corman non resta di meglio che citare le sue parole: "La mia carriera - disse durante un'intervista - ha rappresentato un'anomalia a Hollywood. Mi hanno chiamato in tutti i modi, da "re del film di serie B" a "padre del cinema pop". Ho diretto più di 50 film indipendenti a basso costo, ne ho prodotti e distribuiti o distribuiti soltanto altri 250 per conto delle mie società, la New World Pictures e la Concorde-New Horizons. Mentre è tradizione a Hollywood che nessuno guadagni facendo cinema, comunque vadano le cose al botteghino, io sono riuscito a ricavare un profitto in 280 casi all'incirca, di quei 300. Pur essendo a basso costo, i miei film hanno partecipato a festival di prestigio, e sono stato il regista più giovane cui abbiano dedicato delle retrospettive alla Cinémathèque Française di Parigi, al National Film Theatre di Londra e al Museum of Modern Art di New York. E negli anni '70, mentre producevo pellicole di genere exploitation vietate ai minori di 17 anni con la New World, importavo contemporaneamente dall'estero importanti opere d'autore, cinque delle quali vinsero l'Academy Award per il miglior film straniero".
Roger Corman si è spento a Santa Monica il 9 maggio 2024, all'età di 98 anni.
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