Cesare Terranova
Biografia
È il 25 settembre 1979 quando a Palermo viene ucciso il magistrato Cesare Terranova. Assieme al giudice viene assassinato anche il maresciallo Lenin Mancuso, sua guardia del corpo e collaboratore.
Negli anni Sessanta Terranova aveva istruito i principali processi di mafia. Poi era stato eletto al Parlamento come indipendente nelle liste del Pci e aveva fatto parte della Commissione antimafia. Ritornato a Palermo stava per ricoprire l'incarico di Consigliere istruttore. Per il suo delitto è stato incriminato Luciano Liggio, assolto. Poi sono stati condannati come mandanti i capi della cupola.
L'omicidio del magistrato Cesare Terranova e del maresciallo Mancuso
In quella mattina, verso le 8.30, il magistrato entra in macchina nella sua Fiat 131. Seduto sul sedile accanto, c'è la sua guardia del corpo, il maresciallo Lenin Mancuso. Prendono la solita strada, quella secondaria per raggiungere il tribunale, ma la trovano chiusa a causa di alcuni lavori in corso.
Nello stesso momento l'auto viene affiancata dai killer, che sparano contro il magistrato con una carabina Winchester e delle pistole. Il magistrato tenta la retromarcia, nel frattempo il maresciallo con la sua Beretta di ordinanza risponde al fuoco. Cesare Terranova muore sul colpo. Lenin Mancuso muore poche ore dopo, in ospedale. Al giudice viene riservato anche il colpo di grazia, sparato a bruciapelo alla nuca.
Le parole del Presidente della Repubblica Sandro Pertini
In memoria del magistrato, il Presidente Sandro Pertini scrisse:
Cesare Terranova fu uomo di alto sentire e di grande cultura: amava profondamente la sua Sicilia e viveva con angoscia la fase di trapasso che l'isola attraversava, dall'economia del feudo e rurale all'economia industriale e collegata con le grandi correnti di traffico europeo e mediterraneo. Ma egli era anche animato, oltre che da un virile coraggio, anche da infinita speranza, che scaturiva dalla sua profonda bontà d'animo: speranza nel futuro dell'Italia e della Sicilia migliori, per le quali il sacrificio della sua vita, fervida, integra ed operosa non è stato vano. Ancora una volta così la violenza omicida della delinquenza organizzata ha colpito uno degli uomini migliori, uno dei figli più degni della terra di Sicilia.
Breve biografia del magistrato Cesare Terranova
Cesare Terranova nacque a Petralia Sottana, nella zona del Parco delle Madonie, vicino Palermo, il 15 agosto 1921. Entrò in magistratura nel 1946; era finita da poco la seconda guerra mondiale. Prima esercitò come pretore a Messina e poi a Rometta. Nel 1958 si trasferì a lavorare dal tribunale di Patti a quello di Palermo. Qui avviò i primi grandi processi di mafia contro Luciano Liggio e altri boss di Corleone.
Oggi si parla di quarta mafia, la terza, la quinta, ma la realtà è che la mafia è sempre una, ha una sua continuità; si succedono naturalmente i capi, i personaggi, cambiano i sistemi operativi, cambiano gli obiettivi di lucro, ma la mafia è sempre quella.
Il giudice Terranova intuì la pericolosità della nuova leva detta dei "viddani", che avevano sterminato Michele Navarra e i suoi fedelissimi, sostituendosi a loro. E non solo: Cesare Terranova comprese anche la trasformazione della mafia siciliana. Insomma fu il primo magistrato a mettere per iscritto nella sentenza istruttoria per la strage di viale Lazio, avvenuta il 10 dicembre 1969, che gli amministratori comunali di quel tempo rappresentavano il centro propulsore della nuova mafia.
Procuratore d'accusa anche nel processo di Bari contro Liggio, Totò Riina, Bernardo Provenzano e Calogero Bagarella, nel 1969 Terranova venne sconfitto da una sentenza di assoluzione per quasi tutti gli imputati.
Gli anni '70
Nel 1972 venne eletto come indipendente nelle liste del Partito Comunista Italiano alla Camera dei Deputati e qui rimase sino al 1979. Membro della Commissione Parlamentare Antimafia della VI legislatura, insieme a Pio La Torre, firmò la relazione critica di minoranza, dove venivano evidenziati i rapporti tra mafia, politica e imprenditoria. In particolare si trattava di esponenti di spicco della democrazia Cristiana, quali Giovanni Gioia, Vito Ciancimino e Salvo Lima.
Quindi, chiusa l'esperienza parlamentare, Terranova decise di tornare in magistratura per essere nominato Consigliere presso la Corte di Appello di Palermo.
Il giudice Cesare Terranova morì a 58 anni: dopo la morte del marito, nel 1982, la vedova Giovanna Giaconia partecipò alla fondazione dell'Associazione donne siciliane per la lotta contro la mafia, di cui fu da subito presidente.
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