Helmut Kohl
Biografia • Unioni che hanno fatto la storia
Helmut Kohl nasce il 3 aprile del 1930 a Ludwigshafen nella regione del Palatinato renano. La sua famiglia è cattolica e conservatrice: il padre è un ufficiale della finanza e la madre un'insegnante.
Allo scoppio della seconda guerra mondiale, come tutti i giovani dell'epoca, segue un addestramento, ma non combatterà mai: la guerra finisce infatti prima che egli parta per il fronte.
La sua passione per la politica si manifesta quando è ancora molto giovane: nel 1947 lavora nella Unione cristiano-democratica giovanile (CDU) della sua città. Studia all'Università di Francoforte scienze politiche, storia e legge, conseguendo il dottorato ad Heidelberg nel 1958. Appena un anno dopo, nel 1959, viene eletto nella sua regione e nel 1969 diventa Ministerpräsident, grazie alla reputazione di capace amministratore, guadagnata piuttosto velocemente.
Anche la sua ascesa nelle fila del partito dei cristiano-democratici è fulminea: nel 1953 diventa dirigente regionale e nel 1954 vicepresidente. A seguito della sconfitta elettorale del partito nel 1972, Helmut Kohl prende il posto dell'allora segretario, Reiner Barzel.
Nel 1960 sposa l'interprete Hannelore Renner dalla quale avrà due figli, Walter e Peter. Hannelore è figlia di uno dei più grandi armatori tedeschi, molto vicino agli ambienti nazisti e fieramente antisemita. La donna sarà sua fedele compagna per 41 anni, sacrificando la propria vita in nome degli impegni statali del marito e dedicandosi a rappresentare l'altra perfetta metà della coppia politica.
Hannelore scrive persino a quattro mani con il marito un libro di ricette tedesche, assecondando così la passione di Helmut per il buon vino e il buon cibo e in particolare per una ricetta della sua regione di origine: la Saumagen, pancia di scrofa alla renana. Questa passione di Kohl confermerà la sua immagine di politico semplice e bonario, che, all'inizio della sua carriera, gli attira addosso la definizione di provinciale.
Nonostante la rapida ascesa politica, perde le elezioni al cancellierato del 1976, ma conquista la presidenza dell'esecutivo tedesco nel 1982. La politica messa in atto da Kohl è sostanzialmente centrista e comprende: tagli modesti al governo e un forte supporto agli impegni NATO sostenuti dalla Germania occidentale. Accetta il dispiegamento dei missili NATO su territorio tedesco, ottenendo poi la firma di un fondamentale trattato Usa-Urss che prevede il ritiro degli euromissili appartenenti alle due nazioni. Il successo di questa politica viene ulteriormente confermato dalla vittoria nelle elezioni del 1987.
Dopo che l'Unione Sovietica abbandona il suo pressante controllo sulla Germania Est, sollecita le procedure per l'unione delle due Germanie. Nel maggio del 1990 si conclude la trattativa con la Germania Est, che prevede la parificazione economica e monetaria tra le due nazioni e l'unificazione dei sistemi di governo. Ufficialmente la Germania Est scompare il 3 ottobre del 1990.
Kohl si ripresenta alle elezioni del 1998, ma viene battuto dopo sedici anni di cancellierato dal leader del partito socialdemocratico Gerhard Schröder. Dopo circa un quarto di secolo abbandona anche la direzione del partito di cui conserva la presidenza onoraria. Purtroppo però gli scandali legati alle varie accuse per aver gestito dei fondi neri del partito lo costringono ad abbandonare, nel 2000, anche la presidenza onoraria. Egli infatti non intende rivelare i nomi degli occulti finanziatori del partito.
Anche la sua vita privata subisce intanto un terribile sconvolgimento: la moglie Hellenore si suicida nel 2001. La donna soffriva da tempo di una malattia che le impediva l'esposizione alla luce, vivendo così in casa al buio, mentre Helmut era lontano in quel di Berlino. Una biografia postuma, pubblicata nel 2011 in occasione del decennale della sua morte, rivela che la donna potrebbe aver maturato il terribile gesto suicida anche per effetto della violenza subita dai soldati russi all'età di soli dodici anni.
Travolto dallo scandalo dei fondi al suo partito, Helmut ammette di aver preso i finanziamenti nel periodo tra il 1993 e il 1998, ma in ottemperanza alla parola data continua a rifiutare di fare i nomi dei finanziatori. Avendo ammesso di aver trasgredito la legge accettando i finanziamenti, intraprende la via del patteggiamento. Il procedimento si conclude con il pagamento di una multa di trecento milioni di marchi, metà della quale verrà versata ad una società di beneficenza e metà per le spese giudiziarie.
Helmut Kohl si ritira dunque a vita privata. Gli scandali legati ai fondi non diminuiscono certo l'importanza oggettiva di alcuni risultati raggiunti dalla sua azione politica, primi fra tutti l'unione della Germania e il progetto dell'Unione monetaria Europea.
Muore il 16 giugno 2017, all'età di 87 anni.
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