Krzysztof Wielicki
Biografia • L'inverno impossibile
Nel periodo invernale la montagna si presenta con le peggiori condizioni: neve, ghiaccio e bufere. Oltre gli 8.000 metri le condizioni meteorologiche sono proibitive. Forti venti e un freddo tale che in certi periodi, raggiunge e scende sotto i 50 gradi centigradi. Uno degli eroi, pochissimi al mondo, che ha saputo affrontare e superare tali circostanze è l'alpinista polacco Krzysztof Wielicki.
Wielicki nasce il 5 gennaio 1950 a Szklarka Przygodzicka, Ostrzeszów (Polonia). È il quinto uomo al mondo ad aver scalato tutte le 14 montagne più alte del globo, altrimenti definite "i 14 ottomila".
Wielicki viene definito "il polacco delle invernali" e "l'uomo che corre sugli ottomila". È colui che per primo ha salito l'Everest in inverno: correva il 17 febbraio 1980. Le sue imprese sono tutte straordinarie. Nel 1984 da solo ha scalato il Broad Peak, salendo in vetta e ritornando al campo base in poco più di 21 ore.
È stato sul Manaslu nel 1984 aprendo una nuova via e nuovamente nel 1992. Poi ancora scalate invernali: una sul Kangchenjunga nel 1986 e una sul Lhotse nel 1988, quest'ultima da solo. Quindi il Makalu in stile alpino nel 1986, il Dhaulagiri per una nuova via, da solo in 17 ore, nel 1990, ed ancora l'Annapurna (1991, parete sud), il Cho Oyo (1993) ed il Shisha Pangma (1993) con un'altra nuova via, da solo in 20 ore.
Ha scalato i due Gasherbrum nel 1995 in stile alpino mentre ha salito il K2 nel 1996, dopo tre mesi di difficile scalata lungo lo sperone nord, al termine del quale, da solo e di corsa è salito in soli 3 giorni in vetta al Nanga Parbat, l'ultimo suo ottomila. Poi, dopo la corona dell'Himalaya, ha tentato altre scalate in invernale sulle grandi vette himalayane.
L'ultimo suo tentativo è stato nuovamente il Nanga Parbat, sempre in inverno.
Oggi Krzysztof Wielicki vive e lavora nella regione della Slesia polacca; viene chiamato in tutto il mondo ad illustrare, con immagini e filmati, le imprese di cui è stato protagonista. È autore del libro dal titolo: "La corona dell'Himalaya" che riporta, in modo cronologico, le tappe di ogni scalata di tutti i suoi 14 ottomila.
Tra gli eroi delle cime che hanno messo piede sui 14 ottomila prima del polacco vi sono Reinhold Messner (1986 ? Italia), Jerzy Kukuczka (1987 ? Polonia, deceduto nel 1989 sulla parete sud del Lhotse), Erhard Loretan (1995 ? Svizzera), Carlos Carsolio (1996 ? Messico).
Foto e immagini di Krzysztof Wielicki
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