Laura Betti
Biografia
Laura Betti, all'anagrafe Laura Trombetti, è stata una cantante e attrice italiana attiva sia in campo teatrale che cinematografico.
Dotata di una grinta pazzesca e di un insolito timbro vocale, basso e roco, è divenuta famosa al grande pubblico per il rapporto, sia umano che professionale, che l'ha legata allo scrittore e regista Pier Paolo Pasolini per il quale, nel corso della sua lunga carriera, ha recitato in molti film.
Ma oltre che per aver lavorato con il poeta degli "Scritti Corsari", la Betti è nota in Italia, e non solo, per aver recitato in pellicole magistrali quali: "La dolce vita" di Fellini, "Nel nome del padre" e "Sbatti il mostro in prima pagina" di Marco Bellocchio, "Il gabbiano" di Anton Cechov e "Novecento" di Bernardo Bertolucci.
L'esordio come cantante
Figlia di un avvocato e nipote del famoso glottologo Alfredo Trombetti, Laura Betti nasce a Casalecchio di Reno (Bologna) il 1° maggio 1927 e muove i primi passi nel mondo dello spettacolo come cantante di brani jazz.
Dopo una breve esperienza nel Cabaret in coppia con Walter Chiari, nel 1955 debutta in teatro interpretando una parte ne "Il crogiuolo" di Arthur Miller, diretto dal celebre regista de "Il Gattopardo" Luchino Visconti. Un'esibizione magistrale, quella di Laura Betti, alla quale seguono parti, sempre più importanti in altre opere teatrali come: "Le Cid" di Pierre Corneille", recitato in coppia con Enrico Maria Salerno, e "I sette peccati capitali" di Bertolt Brecht e Kurt Weill.
Alle prime esperienze teatrali, segue, nel 1960, un recital di canzoni, intitolato "Giro a vuoto", durante il quale la giovane Laura Betti si esibisce nell'interpretazione di brani ispirati ad alcuni celebri testi letterari di Buzzati, Calvino, Flaiano, Bassani, Moravia e Pasolini.
Esibizione, quest'ultima, che si rivela per lei un importantissimo trampolino di lancio. Infatti, dopo averla vista all'opera mentre interpretava i suoi brani, Pier Paolo Pasolini decide di averla al suo fianco come compagna, all'interno di un duo di cantastorie, per intonare brechtianamente "La ballata del pover'uomo", un'opera che scandisce gli episodi dello sceneggiato televisivo "Tutto da rifare, pover'uomo", diretto da Eros Macchi, e fedelmente tratto dal romanzo "E adesso, pover'uomo?" di Hans Fallada.
I successi cinematografici
Una volta divenuta popolare, Laura Betti viene per la prima volta diretta, dallo stesso Pasolini, come attrice nel film "La ricotta" (episodio del celebre film collettivo Ro.Go.Pa.G., che raccoglieva le piccole di quattro diversi registi: Rossellini, Godard, Pasolini e Gregoretti), durante le riprese del quale interpreta la parte di Sonia, una diva del cinema egocentrica e snob. Nel 1968, dopo aver recitato nell'opera teatrale "Orgia" e nel film "Teorema", diretto sempre da Pasolini, si aggiudica la Coppa Volpi come miglior attrice al Festival del cinema di Venezia.
Nello stesso anno viene pubblicato anche u suo LP, "Potentissima signora", contenente una serie di canzoni , scritte tutte dal suo inseparabile amico e collega Pasolini, tra le quali spicca la celebre "Il valzer della toppa", successivamente incisa da Gabriella Ferri.
Dal 1972 al 1995 è ancora protagonista indiscussa del grande schermo con interpretazioni magistrali in film come: "Ultimo tango a Parigi" di Bernardo Bertolucci (1975, con Marlon Brando) "I racconti di Canterbury" di Pasolini (1974), "Allonsanfan" di Paolo e Vittorio Taviani (1974), "Vizi privati, pubbliche virtù" di Miklòs Jancsò (1975), "Viaggio con Anita" di Mario Monicelli (1975), "Caramelle da uno sconosciuto" di Franco Ferrini (1987), "Il grande cocomero" di Francesca Archibugi (1993) e "Un eroe borghese" con Michele Placido (1995).
La sua ultima apparizione cinematografica è invece del 2002 quando, per la regia di Mimmo Calopresti, interpreta il ruolo di una suora nel film "La felicità non costa niente".
Pasolini: un amico mai dimenticato
Nel 1980, in onore del suo più grande amico e collaboratore (tragicamente trucidato ad Ostia il 2 novembre 1975), fonda e dirige il Fondo Pasolini. Infatti, quello che lega Laura Betti al poeta non è un semplice rapporto di amicizia, ma un vero e proprio atto di fede e devozione.
Lo stesso scrittore la definisce infatti "Una tragica Marlene, una vera Garbo con sopra al volto una maschera inalterabile di pupattola bionda". Una frase bellissima e carica di emotività per sottolineare il fatto che la Betti fosse in realtà una persona amabile e simpatica oltre che, probabilmente per via delle sue origini emiliane, una cuoca davvero eccellente.
Nel 1996, dopo aver portato avanti magistralmente le attività del fondo, l'attrice riesce ad organizzare e mettere in scena un recital di poesie e testi pasoliniani al quale decide di dare il titolo: "Una disperata vitalità".
Nel 2003, dopo l'acquisizione di tutto il materiale raccolto dall'attrice a Roma da parte del Centro Studi Archivio Pier Paolo Pasolini di Bologna, dove viene trasferita la sede del Fondo, Laura Betti comincia ad avere non pochi attriti, proprio per via di tale scelta, con l'amministrazione della sua città d'adozione, Roma, dove si spegne, dopo una vita di alti e bassi, all'età di 77 anni, il 31 luglio 2004. L'attrice riposa, per suo stesso volere, al Cimitero della Certosa di Bologna, nella tomba di famiglia.
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