Sandro Mazzola
Biografia
Alessandro Mazzola, a tutti noto come Sandro, nasce l'8 novembre del 1942 a Torino, figlio di Valentino, calciatore della squadra granata. I genitori si separano quando Sandro è molto piccolo, e lui rimane con il padre, che tuttavia muore nel 1949 nella tragedia di Superga che vede perire quasi tutti i componenti del Grande Torino. Tornato con la madre, cresce quindi in provincia di Milano, a Cassano d'Adda, insieme con Ferruccio, suo fratello più piccolo.
Appassionatosi sin da giovanissimo al pallone, tira i primi calci nella squadra dell'oratorio, la Milanesina, prima che Benito Lorenzi, compagno di Valentino in Nazionale, convinca l'Inter a ingaggiare Sandro e Ferruccio. Dopo il provino con i nerazzurri, che si rivela vincente, a diciannove anni si sente snobbato dagli allenatori, e per questo si sposta insieme con il patrigno Piero Taggini a Torino, intenzionato a chiedere asilo calcistico ai granata.
Rimasto infine in nerazzurro, esordisce in serie A il 10 giugno del 1961, quando il presidente dell'Inter Angelo Moratti decide di schierare contro la Juventus la formazione Primavera in segno di protesta contro la ripetizione della partita decisa in seguito a un'invasione di campo: il match finisce 9 a 1 per i bianconeri (ovviamente scesi in campo con la prima squadra), ma Sandrino bagna il debutto in campionato con un gol, seppur su rigore. L'allenatore nerazzurro dell'epoca, Helenio Herrera, nota subito le abilità di Sandro Mazzola, e lo induce a cambiare ruolo: abbandonata la posizione di centrocampista di regia, viene spostato a interno di punta, per valorizzare i suoi dribbling.
Mazzola trascorre all'Inter tutta la sua carriera, divenendo una bandiera del team meneghino e vincendo quattro scudetti (nelle stagioni 1962-63, 1964-65, 1965-66 e 1970-71) conditi da 116 gol in 417 gare disputate in Serie A. Anche in Europa, i successi non mancano: vince la Coppa dei Campioni nel 1964 e nel 1965 (anno in cui è anche capocannoniere del campionato), e negli stessi anni conquista la Coppa Intercontinentale, portando l'Inter sul tetto del mondo. Nel 1967 Sandro Mazzola viene chiamato dalla Fifa, la federazione calcistica internazionale, per far parte della selezione del Resto del Mondo nel match contro la Spagna giocato per celebrare il 65esimo compleanno di Ricardo Zamora: Sandro, che gioca al fianco del suo compagno di squadra Mario Corso e di Gianni Rivera, segna anche una rete nel 3 a 0 finale.
Nel frattempo, partecipa con la Nazionale italiana ai Campionati Europei del 1968, vinti dagli azzurri, e nel 1970 prende parte ai Mondiali di Messico '70, quelli della famosa staffetta con Gianni Rivera. Dopo la strepitosa semifinale contro la Germania (il 4 a 3 dopo i tempi supplementari è entrato nella leggenda), l'Italia perde in finale contro il Brasile: nella memoria di tutti, però, rimangono i cambi effettuati da Ferruccio Valcareggi, che in ben tre occasioni sostituisce Mazzola con Rivera. Giunto al secondo posto, dietro Johan Cruijff, nella classifica per il Pallone d'Oro nel 1971, Sandro Mazzola in Nazionale gioca 70 partite, segnando 22 reti; l'ultimo match disputato in maglia interista, invece, risale al 12 giugno 1978, in un'amichevole andata in scena a Pechino contro la Cina.
Una volta appese le scarpette al chiodo, Sandro Mazzola rimane all'Inter svolgendo incarichi dirigenziali, tra il 1977 e il 1984; nel frattempo viene chiamato anche da Telemontecarlo per commentare le partite dei Mondiali di Spagna '82, al fianco di Luigi Colombo. Dopo aver fatto parte dei quadri dirigenziali del Genoa, torna all'Inter nel 1995, come direttore sportivo e responsabile degli acquisti: nel 1999 viene sostituito da Gabriele Oriali. Accasatosi come dirigente al Torino, rimane in granata fino al 2003. Quindi, si dedica all'attività di commentatore sportivo, sia sulle televisioni locali lombarde (Telenova) che sulla Rai, dove nel 2006 ha l'opportunità di raccontare, per la seconda volta nella sua vita, la vittoria di un Mondiale da parte dell'Italia, al fianco di Marco Civoli.
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